I dati del rapporto annuale di Symbola e Unioncamere hanno reso noto che sta crescendo il peso economico della cultura nell'economia italiana: si sfiorano i 96 miliardi di euro.
Nonostante qualcuno in passato abbia affermato che “con la cultura non si mangia”, il sistema culturale italiano contribuisce sempre in modo rilevante alla crescita ed allo sviluppo dell’economia nazionale.
I dati di "Io sono cultura" 2019, il rapporto annuale di Symbola e Unioncamere, hanno reso noto che il ruolo della cultura nell’economia italiana è cresciuto ancora e che questa arriva a toccare i 96 miliardi di euro.
Nel 2018 crescono gli occupati nella cultura dell’1,5%, confermando un contributo all’occupazione complessiva del Paese pari al 6,1%.
La Lombardia ed il Lazio sono le regioni che producono più ricchezza con la cultura. Roma, Milano, Torino, Siena, Arezzo, Firenze, Aosta, Ancona BOlogna e Modena nella top ten delle province.
Cresce il ruolo della cultura nell’economia italiana: il primato della Lombardia
I dati di «Io sono cultura» 2019, il rapporto annuale pubblicato da Symbola e Unioncamere, hanno rivelato che più di 25,4 miliardi di euro e 365 mila addetti collocano la Lombardia ai vertici del panorama culturale italiano.
Si tratta di valori che, rispettivamente, incidono per il +7,3% e il +7,5%.
Milano si conferma prima su entrambi gli indicatori economici, con incidenze intorno ai dieci punti percentuali.
Tra le altre province lombarde, spiccano i risultati di Monza-Brianza, dodicesima per valore aggiunto (+6,2%) e decima per occupazione (+7,3%).
Si ricorda che la cultura è uno dei motori trainanti dell’economia italiana, uno dei fattori che più esaltano la qualità e la competitività del made in Italy.
Una ricchezza che si riflette in positivo anche sull’occupazione: il solo sistema produttivo culturale e creativo dà lavoro a 1,55 milioni di persone, che rappresentano il 6,1% del totale degli occupati in Italia.
Il Sistema Produttivo Culturale e Creativo: che cos’è e cosa analizza lo studio di Unioncamere
Nel rapporto di Unioncamere il sistema produttivo culturale viene articolato in 5 macro settori:
- industrie creative (architettura, comunicazi,one, design);
- industrie culturali propriamente dette (cinema, editoria, videogiochi, software, musica e stampa);
- patrimonio storico-artistico (musei, biblioteche, archivi, siti archeologici e monumenti storici);
- performing arts;
- arti visive a cui si aggiungono le imprese creative-driven (imprese non direttamente riconducibili al settore ma che impiegano in maniera strutturale professioni culturali e creative, come la manifattura evoluta e l’artigianato artistico).
Il rapporto della federazione Symbola e di Unioncamere analizza il Sistema Produttivo Culturale e Creativo, ovvero tutte quelle attività economiche che producono beni e servizi culturali, ma anche tutte quelle attività che non producono beni o servizi strettamente culturali, ma che utilizzano la cultura come input per accrescere il valore simbolico dei prodotti, quindi la loro competitività, che nello studio definiamo creative-driven.
Per ulteriori informazioni i lettori interessati possono consultare il rapporto della federazione Symbola e di Unioncamere allegato di seguito.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Cresce il ruolo della cultura nell’economia italiana: si toccano i 96 miliardi di euro