Rinnovo contratto statali, è scontro tra Governo e sindacati sulle risorse per l'aumento degli stipendi previste dalla Legge di Bilancio 2021. A detta del governo le risorse in manovra assicurano aumenti medi di 107 euro mensili lordi ai dipendenti pubblici. Secondo Cgil, Cisl e Uil, che hanno indetto lo sciopero del 9 dicembre, gran parte di questi incrementi saranno assorbiti dalla fascia dirigenziale: a un operatore sanitario potrebbero arrivare in busta paga solo 30 euro lordi in più.
Rinnovo contratto statali, una “guerra di cifre” imperversa in questi giorni tra il Governo e i sindacati del pubblico impiego, mentre si avvicina il 9 dicembre, data dello sciopero dei dipendenti pubblici.
Il problema principale consiste nelle risorse stanziate dalla Legge di Bilancio 2021 per l’aumento degli stipendi, ma la prossima astensione dal lavoro non è motivata solo dall’esiguità o meno dei fondi destinati alla tornata contrattuale 2019-21.
Al centro c’è anche la necessità di nuove assunzioni nel comparto pubblico e di assicurare le migliori condizioni di sicurezza ai lavoratori pubblici a fronte della cosiddetta “seconda ondata” della pandemia da COVID-19.
Tuttavia, il motivo relativo al rinnovo del contratto 2021 ha certamente un gran peso nelle ragioni di indizioni dello sciopero e sta tutto nella differenza tra i 107 euro lordi di aumento medio degli stipendi che Palazzo Chigi assicura arriveranno nelle buste paga dei lavoratori pubblici e gli appena 30 che invece derivano dalle stime sindacali.
Perché tutta questa differenza?
Rinnovo contratto statali, aumento degli stipendi: i nodi che dividono Governo e sindacati
Il 16 novembre scorso si è appreso da un comunicato della Funzione pubblica dell’aumento di 400 milioni di euro delle risorse nella Legge di Bilancio 2021 destinate al rinnovo dei contratti pubblici.
La disponibilità finanziaria totale è quindi di 3,8 miliardi per le amministrazioni centrali dello Stato e a 6,7 miliardi per la pubblica amministrazione nel suo complesso.
In quelle stesse ore però è arrivata anche la notizia dell’indizione dello sciopero del 9 dicembre da parte delle organizzazioni di categoria di Cgil, Cisl e Uil che peraltro da tempo avevano già proclamato lo stato di agitazione nel pubblico impiego.
La scelta dei sindacati confederali ha immediatamente destato grande preoccupazione nell’esecutivo come si evidenzia da quanto scritto il giorno dopo dal Ministro per la Pubblica amministrazione Fabiana Dadone sul suo profilo Facebook:
“La decisione di uno sciopero da parte dei sindacati della PA mi pare abnorme. Malgrado il momento difficilissimo, abbiamo messo in campo una dote da 3,8 miliardi a regime per il rinnovo dei contratti, una cifra certamente considerevole.”
Rinnovo contratto statali 2021, i rilievi dei sindacati: il Governo fa la “media del pollo”
Secondo Cgil, Cisl e Uil le risorse dichiarate dal Governo costituiscono un po’ la storia della “media del pollo di Trilussa”: in effetti i 107 euro lordi mensili, pari a un aumento delle retribuzioni pari allo 4,07% includono categorie le più disparate del pubblico impiego: dirigenti, magistrati, infermieri e poliziotti.
Il risultato è che gran parte di queste risorse vengono assorbite dalla fascia più alta del comparto pubblico, quella dirigenziale.
In una recente lettera pubblica al direttore del quotidiano “La Repubblica”, i segretari delle organizzazioni confederali di categoria hanno avanzato l’esempio di un operatore della sanità di quelli impegnati alla lotta al Coronavirus, che riceverebbe un aumento di soli 70 euro lordi mensili a cui andrebbero anche sottratti altri 19 euro del cosiddetto elemento perequativo, misura presa nel quadro del precedente contratto per colmare il divario dei lavoratori che non raggiungevano gli 85 euro medi lordi di aumento.
Secondo la segretaria della Fp Cgil Serena Sorrentino ai 70 euro in questione andrebbe sottratta anche l’indennità di vacanza contrattuale, il che porterebbe ad aumenti effettivi di soli 30 euro lordi anche per le categorie del comparto sanitario peraltro in un momento nel quale sono in prima linea nella lotta al contagio.
Questi sono i motivi per i quali nonostante le pressioni del Governo e di molti mass media è difficile (anche se non impossibile) che i sindacati possano recedere dalla scelta di effettuare lo sciopero del 9 dicembre.
La soluzione è ovviamente nell’aumento delle risorse a disposizione per la nuova tornata contrattuale ed è anche questo il motivo per il quale i sindacati reclamano a gran voce l’impiego delle risorse del Recovery Fund.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Rinnovo contratto statali, aumento degli stipendi: i nodi che dividono Governo e sindacati