Un focus senza tecnicismi sul bilanciamento dei pro e contro di una possibile applicazione del regime forfettario: le valutazioni necessarie
Ad inizio anno contabile per il mondo delle partite IVA si pone anche il quesito relativo alla scelta del regime contabile più adatto alla propria attività e le ultime modifiche al regime forfettario in vigore dal 2023 potrebbero invogliare nuovi soggetti ad applicare tale meccanismo.
Si allarga, infatti, la platea di coloro che, per effetto dell’innalzamento del limite di ricavi e compensi, possono optare per questo regime fiscale agevolato.
Ma vanno ben ponderati i pro ed i contro della scelta, l’invito alla riflessione è valido anche per chi già lo sta applicando.
Quanto conviene il regime forfettario?
È innegabile l’attrattività del regime forfettario che prevede una unica imposta al 15 per cento, se non al 5 per cento fino al termine del quinquennio laddove l’attività sia iniziata da meno di 5 anni, e con una importante semplificazione amministrativa con l’esonero dalla tenuta delle scritture contabili ed IVA oltre ai connessi adempimenti e niente modelli ISA da compilare.
Ma se da un lato ci sono le agevolazioni, dall’altro bisogna considerare che la percentuale di forfettizzazione dei costi possa non cogliere pienamente le peculiarità dell’attività svolta e determinare un’imposta dovuta più alta della sommatoria di IRPEF, addizionali ed IVA, nonostante l’applicazione di un’aliquota vantaggiosa, almeno 8 punti percentuali sotto l’aliquota minima ordinario ara al 23 per cento.
Si pensi inoltre alla impossibilità di compensare l’imposta dovuta con tutta una serie di detrazioni fiscali per lavoro autonomo, carichi di famiglia, oneri sanitari, previdenza complementare, bonus edilizi, giusto per nominare i più diffusi.
Non sempre conviene il regime forfettario: lo dicono i numeri
Prendiamo il caso di una impresa familiare artigiana che nel corso del 2021 ha incassato 64.710 euro a fronte di costi ed oneri quali ammortamenti, costi per materiali, locazioni ed altro per 34.710 euro conseguendo un utile fiscale pari a 30.000 euro.
- | Imponibile |
---|---|
51 per cento il titolare | 15.300 euro |
49 per cento il familiare | 14.700 euro |
Ipotizziamo che il titolare abbia redditi da abitazione principale per 1.000 euro e due figli a carico al 50 per cento con il coniuge e contributi alla previdenza complementare per 867 euro.
Per quanto al familiare questi ha solo redditi da abitazione principale per euro 982.
Il quadro fiscale ordinario sarebbe il seguente.
- | Titolare | Familiare |
---|---|---|
Reddito complessivo | 16.300 euro | 15.682 euro |
Deduzione abitazione principale | 1.000 euro | 982 euro |
Altri oneri deducibili | 867 euro | zero |
Reddito Imponibile | 14.433 euro | 14.700 euro |
Imposta lorda | 3.320 euro | 3.381 euro |
Detrazione per lavoro autonomo | 873 euro | 886 euro |
Detrazione per familiari a carico | 818 | zero |
Detrazione per opere edili condominiali | 87 | zero |
IRPEF netta | 1.542 euro | 2.495 euro |
Addizionale regionale | 250 euro | 254 euro |
Addizionale comunale | 130 euro | 118 euro |
Totale imposte | 1.922 euro | 2.867 euro |
Passando all’imposizione fiscale in applicazione del regime forfettario nel caso in esame ricade al 100 per cento in capo all’imprenditore titolare dell’attività ma va detto che la ripartizione tra i partecipanti sarebbe stata ininfluente ai fini del calcolo di quanto dovuto.
Incassi 2021 | 64.710 euro |
---|---|
Coefficiente redditività | 67 per cento |
Reddito imponibile | 43.356 euro |
Imposta sostitutiva del 15 per cento | 6.503 euro |
Abbiamo quindi nel caso di imposizione ordinaria un carico complessivo di 4.789 euro il cui confronto con quanto dovuto applicando il regime fiscale agevolato evidenzia un risparmio non di poco conto pari a 1.714 euro, il 25,35 per cento in meno.
Certo potrà incidere l’eventuale IVA dovuta come pure le variabili relative al cumulo con altri redditi, l’incidenza degli oneri per detrazioni e deduzioni, insomma c’è da fare bene i conti perché in diversi casi il vantaggio nominale potrebbe essere ben inferiore alle attese o come in questo caso potrebbe rivelarsi una remissione.
Regime forfettario: le valutazioni alla base della scelta
Per alcune categorie, in particolare gli iscritti alle gestioni INPS Artigiani e Commercianti, vi è la possibilità di scegliere per una imposizione previdenziale ridotta ma anche questa opzione va ben ponderata atteso che l’entità della pensione oggi dipende, con il regime contributivo ormai generalizzato, da quanto effettivamente si versa ed all’età pensionabile potreste arrivare l’amara sorpresa di un assegno molto misero.
Possiamo concludere questa serie di riflessioni con una battuta finale: si potrà ritenere interessante l’adesione al regime forfettario non per l’attesa di un risparmio di imposta ma anche solo per usufruire della riduzione degli adempimenti, seguendo il pensiero del Vice Ministro Maurizio Leo e di diversi esponenti della maggioranza che classificano questo come uno strumento di semplificazione degli adempimenti piuttosto che di mero vantaggio fiscale, ma la scelta finale del contribuente non dovrà prescindere da una corretta valutazione del proprio caso insieme al fiscalista di riferimento.
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