Quota 100, statali in fuga: sono più di 10.000 le domande di pensionamento con decorrenza ad agosto inoltrate tramite il nuovo meccanismo di calcolo. Secondo i dati Inps, provengono soprattutto dagli enti locali (55,1 per cento) e dalla sanità (22,7). Ma per il sindacato un grido d'allarme giunge anche dalla scuola: saranno 120.000 i supplenti in cattedra a partire da settembre.
Quota 100, va in scena la fuga dalla Pubblica Amministrazione per i dipendenti statali.
Ad affermarlo sono i dati comunicati dall’Inps il 21 agosto. Secondo l’Istituto previdenziale le domande presentate dai dipendenti pubblici, con decorrenza agosto 2019, sono 10.336.
Enti locali e sanità sono i comparti dai quali proviene il maggior numero di richieste di pensionamento.
In particolare, da comuni, province e regioni sono arrivate ben 5694 domande (55,1 per cento del totale), mentre da paramedici, amministrativi e tecnici della sanità ne sono giunte 2023, ma bisognerebbe aggiungervene anche 321 inoltrate da personale medico e veterinario, il che porterebbe alla cifra di 2344 (il 22,7 per cento delle domande).
Ulteriori 1612 domande di accesso alla pensione anticipata con quota 100 provengono dal personale civile dei ministeri e delle agenzie fiscali, mentre 240 arrivano dal mondo della scuola nel suo complesso: Ata, docenti e dirigenti. Infine, 446 richieste derivano da altri settori pubblici non specificati.
Quota 100, dipendenti statali in fuga dalla Pubblica Amministrazione. Le preoccupazioni del sindacato
È facile mettere in correlazione il maggior numero di domande di pensionamento tramite il meccanismo che cumula età e contributi di Quota 100 con i settori nei quali il lavoro è più oneroso, anche perché si erogano i servizi direttamente ai cittadini con tutti i disagi conseguenti.
Ma la fuga di personale proprio in questi comparti strategici non può non destare preoccupazione per la tenuta generale dello stato sociale.
Puntuale, infatti, è giunto il commento della segretaria generale della FP Cgil, Serena Sorrentino particolarmente polemico nei confronti del Ministro per la Pubblica Amministrazione dell’ormai dimissionario Governo Conte, la leghista Giulia Bongiorno:
“…ci vuole la proroga delle graduatorie degli idonei, la stabilizzazione dei precari e nuove assunzioni. Il ministro della PA Bongiorno aveva totalmente sbagliato linea, altro che qualificazione e innovazione. La Pubblica amministrazione ha subito dalle politiche della Bongiorno un colpo mortale. L’anno che abbiamo perso si dovrà adesso recuperare con misure straordinarie per l’occupazione e, soprattutto, per la prossima finestra d’uscita andrebbe data certezza ai lavoratori su Tfs per il quale, a dispetto dei proclami passati, mancano ancora decreti attuativi”.
Quota 100: grido d’allarme anche dal mondo della scuola
Ma al di là dei dati dell’Inps anche il settore della scuola sembra in fibrillazione per la carenza di personale.
A detta della Cgil infatti saranno circa 120.000 i supplenti in cattedra a partire da settembre. Anche in questo caso Quota 100 avrebbe rafforzato l’effetto pensionamento, dovute all’invecchiamento del personale docente: 17.807 le domande ricevute grazie al nuovo meccanismo di calcolo alle quali si aggiungono 15.371 pensionamenti ordinari.
Di qui la richiesta di un provvedimento di emergenza, dato che le richieste di pensionamento all’Inps tramite Quota 100 potevano arrivare entro il mese di febbraio 2019 e non sono stati elaborati in tempo utile per consentire di coprire il “buco” di personale con docenti di ruolo:
“Chiediamo che qualsiasi governo salga in carica - ha dichiarato Manuela Pascarella della Flc Cgil - riprenda in mano il decreto precari che non ha visto la luce e lo approvi il più presto possibile: fornisce una procedura semplificata per coprire le cattedre, almeno da settembre 2020”.
Il nuovo governo, se vedrà la luce, avrà pertanto parecchio da lavorare per soddisfare tutte queste esigenze imprescindibili della macchina dell’apparato dello Stato.
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