La proroga dello smart working al 31 marzo 2024 non include i dipendenti delle pubbliche amministrazioni. Il Ministro Zangrillo ha firmato una nuova direttiva che rimanda alle singole amministrazioni la possibilità di concedere lavoro agile in caso di situazioni di salute, personali e familiari gravi e urgenti
Sfuma definitivamente, almeno per ora, la proroga dello smart working per i dipendenti della pubblica amministrazione.
Il termine è stato posticipato al 31 marzo 2024 ma riguarda solamente i genitori con figli under 14 e i fragili del settore privato.
Il Ministro Zangrillo, però, ha firmato la nuova direttiva per il lavoro agile nel pubblico impiego, la quale ricorda che il lavoro agile è regolato da accordi individuali ma in caso di situazioni di salute, personali e familiari gravi e urgenti c’è la possibilità di individuare le eventuali misure organizzative necessarie.
Una possibilità che viene rimandata ai singoli dirigenti responsabili.
Smart working dipendenti pubblici: niente proroga, si torna agli accordi individuali ma con una tutela
La possibilità per i dipendenti pubblici di lavorare in smart working sarà rimessa ai singoli dirigenti delle amministrazioni, secondo gli accordi individuali. Questo in sintesi il contenuto della nuova direttiva del Ministero per la Pubblica Amministrazione firmata il 29 dicembre 2023.
I lavoratori e le lavoratrici che dimostrano “gravi, urgenti e non altrimenti conciliabili situazioni di salute, personali e familiari” potranno svolgere l’attività in modalità agile previo accordo con i dirigenti responsabili.
Ricordiamo, infatti, che i lavoratori del settore pubblico sono rimasti esclusi dalla proroga dello smart working prevista dal DL n. 132/2023, che ha esteso la scadenza del 31 dicembre 2023 al 31 marzo 2024. Dal 1° gennaio, quindi, è terminato il regime di tutela e si è tornati alle regole ordinarie.
A beneficiare dell’intervento sono solamente i genitori con figli minori di 14 anni e i lavoratori e le lavoratrici fragili del settore privato maggiormente esposti a rischio di contagio da virus SARS-CoV-2, in ragione dell’età o della condizione di rischio derivante da immunodepressione, da esiti di patologie oncologiche o dallo svolgimento di terapie salvavita o, comunque, da comorbilità che possono caratterizzare una situazione di maggiore rischiosità accertata dal medico competente.
In entrambi i casi il ricorso allo smart working è condizionato alla compatibilità del lavoro agile con le attività svolte.
Per i genitori con figli under 14 è necessario che nel nucleo familiare non sia presente un altro genitore lavoratore o che beneficia di strumenti di sostegno al reddito riconosciuti in caso di sospensione o cessazione dell’attività lavorativa mentre i fragili hanno bisogno di un’apposita certificazione medica per dimostrare la maggiore esposizione ai rischi.
Smart working statali: decidono i singoli dirigenti in base agli accordi individuali
Il 31 dicembre, come detto, è tramontato il diritto dei lavoratori fragile della pubblica amministrazione al lavoro agile.
La direttiva firmata dal Ministro Zangrillo sottolinea il fatto che con la fine dell’emergenza pandemica è venuta meno l’esigenza di prorogare ulteriormente i termini di legge che stabilivano l’obbligatorietà del lavoro agile per i lavoratori che, nel contesto pandemico, sono stati destinatari di una specifica tutela.
Questo non significa però che viene meno anche l’attenzione delle amministrazioni verso i più fragili. Come si legge nel testo, infatti, la possibilità di svolgere la prestazione lavorativa in modalità agile sarà garantita ai lavoratori e alle lavoratrici che dimostrano situazioni di salute, personali e familiari gravi e urgenti, anche in deroga al criterio ordinario del lavoro in presenza
Con la differenza che, nell’ambito dell’organizzazione di ciascuna amministrazione, sarà il dirigente responsabile a individuare le misure organizzative necessarie per concedere il lavoro agile e lo farà attraverso specifiche previsioni nell’ambito degli accordi individuali.
La possibilità per i dipendenti pubblici di lavorare in smart working, dunque, viene rimessa ai dirigenti delle singole amministrazioni sulla base degli accordi individuali.
Va sottolineato, però, che restano i dubbi su una disparità di trattamento con il settore privato, si pensi ad esempio ai lavoratori e alle lavoratrici con figli under 14 o agli insegnanti che, per motivi legati ai costi (gli stessi che hanno portato all’esclusione degli statali dalla proroga), difficilmente si vedranno concedere lo smart working con queste modalità.
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