Mail dall’Agenzia delle Entrate? La richiesta di versamento della flat tax è una truffa

Alessio Mauro - Fisco

Chi riceve una mail dall'Agenzia delle Entrate con la richiesta di versamento di una flat tax legata a fantomatici investimenti non deve fidarsi: si tratta di una truffa e a scrivere non è l'Amministrazione finanziaria

Mail dall'Agenzia delle Entrate? La richiesta di versamento della flat tax è una truffa

Mail dall’Agenzia delle Entrate nella casella di posta? La richiesta di pagamento di una flat tax legata a fantomatici investimenti non arriva dall’Amministrazione finanziaria che lancia l’allarme su una nuova campagna di phishing in atto: il messaggio nasconde una truffa.

Con uno schema arzigogolato e una forma che tradisce la natura della comunicazione, si tenta di convincere i destinatari a effettuare il versamento.

Mail dall’Agenzia delle Entrate? La richiesta di versamento della flat tax è una truffa

Nell’ultimo anno sono più di 20 gli allarmi lanciati dall’Agenzia delle Entrate sulle campagne di mail ingannevoli.

La tecnica utilizzata è sempre quella del phishing: si sfrutta la credibilità degli enti istituzionali provando a riprodurne le comunicazioni e invitando gli utenti all’azione: fornire dati, effettuare pagamenti, scaricare file malevoli. Ed è proprio con l’azione che si concretizza la frode.

Questa volta l’esca utilizzata è il versamento di una flat tax per poter recuperare fondi.

“Lo schema di truffa sembrerebbe essere quello di indurre con l’inganno a versare fondi per fantomatici investimenti, quindi chiedere il versamento di imposte per ottenerne la parziale restituzione; in questa seconda fase della truffa, viene inviato un falso documento contenente il logo dell’Agenzia delle Entrate e una firma contraffatta a nome del Direttore di un ufficio dell’Agenzia, anche realmente esistente.”

Spiega l’Agenzia delle Entrate nell’avviso del 29 agosto che invita i destinatati delle mail che nascondono la truffa a non ricontattare il mittente e a non effettuare versamenti di somme di denaro.

Come sempre per potersi difendere è necessario prestare attenzione ai dettagli, a partire dall’indirizzo che ha spedito il messaggio, alla presenza di eventuali elementi di incongruenza e alla formulazione del testo.

Nel caso specifico l’oggetto riporta la “ricevuta di avvenuta inclusione nell’archivio dei soggetti passivi che effettuano operazioni intracomunitarie (VIES)” ma il contenuto della comunicazione fa riferimento a una flat tax legata a degli investimenti. E inoltre il testo riporta errori e refusi.

In linea generale, ribadisce l’Agenzia delle Entrate, in caso di sospetti su una mail apparentemente istituzionale è sempre bene verificare eventuali avvisi sulla presenza di campagne di messaggi ingannevoli sulla pagina dedicata o anche rivolgersi direttamente agli uffici per chiedere delucidazioni.

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