Nuovo taglio IRPEF o flat tax estesa per il 2025: come utilizzare le risorse? La parola a lettrici e lettori

Rosy D’Elia - Irpef

A breve si avrà il responso definitivo sulle risorse che emergeranno dal patto tra Entrate e partite IVA: prioritario un nuovo taglio IRPEF o l'estensione della flat tax per il 2025? La parola a lettrici e lettori: risposta al sondaggio online e commenti via mail

Nuovo taglio IRPEF o flat tax estesa per il 2025: come utilizzare le risorse? La parola a lettrici e lettori

Secondo le prime stime, il patto tra Agenzia delle Entrate e partite IVA ha sbloccato 1,3 miliardi di euro, ma la partita non si è ancora conclusa: la risposta definitiva sulla dotazione nelle mani del Governo si avrà dopo il 12 dicembre, scadenza per l’adesione al concordato dopo la riapertura.

La priorità per l’utilizzo, messa nero su bianco nel DL Fiscale n. 155/2024, è rappresentata da un ulteriore taglio dell’IRPEF per il 2025, agendo sulla seconda aliquota o sul secondo scaglione, ma nei mesi scorsi è circolata anche l’ipotesi di una estensione della flat tax fino a 100.000 euro che pure rientra tra le intenzioni di questo Esecutivo.

Qual è il modo migliore per impiegare le risorse? A lettrici e lettori l’invito a rispondere al sondaggio e a motivare la propria posizione anche con commenti via mail con oggetto “Risorse concordato - sondaggio” all’indirizzo [email protected].

Nuovo taglio IRPEF o flat tax estesa?

Come andrebbero usate le risorse del concordato?

Come utilizzare le risorse del concordato: nuovo taglio IRPEF o flat tax estesa per il 2025?

Fin da principio le strade tracciate dal concordato sembrano portare a un ulteriore appiattimento della tassazione e difronte al bivio tra IRPEF e flat tax per le partite IVA il Governo ha scelto come via principale quella dell’imposta sul reddito delle persone fisiche.

Entrambe le misure, c’è da dire, rientrano pienamente nel programma iniziale dell’attuale Esecutivo: anche l’estensione del limite per l’applicazione del regime forfettario per le partite IVA, che prevede una imposta sostitutiva al 15 e al 5 per cento, dai 65.000 euro del 2022 a 100 mila euro è uno dei punti chiave delle prospettive fiscali tracciate all’inizio della Legislatura.

Con le prime novità approvate con la Legge di Bilancio 2023, la soglia è stata fissata a 85.000 euro ed è questo il valore ancora in vigore. Stando all’emendamento presentato al Disegno di Legge di Bilancio, il limite più alto avrebbe un costo di 300 milioni di euro a partire dal 2025 e proprio la sostenibilità della misura negli anni a venire potrebbe rappresentare un ostacolo.

Anche sul fronte dell’IRPEF l’idea è quella di proseguire lungo una linea tracciata fin da principio, ma non è ancora chiaro in quale direzione.

Secondo le simulazioni della Fondazione Nazionale Commercialisti, con le risorse attualmente stimate (1,3 miliardi) e quindi senza contare eventuali incrementi dati dalla riapertura, si potrebbe agire in due direzioni:

  • diminuire l’aliquota che si applica al secondo scaglione dal 35 al 34 per cento;
  • estendere la soglia del secondo scaglione a 56.000 euro.

Per interventi più importanti, l’aliquota al 33 per cento e lo scaglione esteso ai 60.000 euro, serviranno il doppio delle risorse, 2,5 miliardi di euro, la cifra che si punta a raggiungere.

Non è esclusa l’ipotesi di un mix dei due interventi sull’IRPEF, diminuzione dell’aliquota e aumento dello scaglione, e determinanti saranno i nuovi dati che arriveranno dopo il 12 dicembre.

Chi otterrà ulteriori benefici dalle risorse del concordato?

Per valutare concretamente gli effetti bisognerà, poi, considerare anche il nuovo taglio del cuneo fiscale per lavoratrici e lavoratori dipendenti, inserito nel DDL Bilancio 2025.

Nel complesso le stime dei Commercialisti, ad esempio, individuano un risparmio in corrispondenza di una retribuzione lorda pari a 40.000 euro pari a 543 o 627 euro, in base al taglio delle aliquote, mentre una riduzione dei benefici, rispetto ad oggi, per chi si trova tra 30 e 35.000 euro.

Scegliere dove investire le risorse del patto tra partite IVA e Agenzia delle Entrate vuol dire, come sempre, scegliere a chi indirizzare i benefici che ne deriveranno: diversa, infatti, è la platea dell’intervento sull’IRPEF da quella che applica la flat tax, il regime forfettario, e versa una imposta sostitutiva.

Per quanto riguarda la platea interessata, la strada principale sembra essere già tracciata. Ma qual è, o quale sarebbe, il percorso migliore da percorrere? La parola a lettrici e lettori, chiamati a partecipare al sondaggio in testa all’articolo e a inviare commenti via mail all’indirizzo [email protected] con oggetto “Risorse concordato - sondaggio”.

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