IRPEF verso un nuovo taglio? Allo studio novità per il 2025 su aliquote e scaglioni

Rosy D’Elia - Irpef

Tra le priorità per il 2025 c'è la necessità di scrivere il futuro dell'IRPEF: le attuali tre aliquote e i relativi scaglioni scadono con la fine dell'anno. E il viceministro all'Economia e alle Finanze conferma la volontà di andare oltre l'impostazione attuale con un ulteriore taglio per il ceto medio, ma le novità dipenderanno dalle risorse a disposizione

IRPEF verso un nuovo taglio? Allo studio novità per il 2025 su aliquote e scaglioni

Nella lunga lista di priorità del Governo per il 2025 c’è anche la definizione del futuro dell’IRPEF: le attuali tre aliquote e i relativi scaglioni hanno le ore contate, si applicano fino al 31 dicembre 2024.

Come anticipato più volte anche nei mesi scorsi, la volontà è quella di andare oltre la conferma dell’impostazione attuale e procedere con un ulteriore taglio. A ribadirlo è il viceministro all’Economia e alle Finanze Maurizio Leo che è intervenuto questa mattina, 18 settembre, nella trasmissione di Rai Radio 1 Giù la maschera.

L’obiettivo, non facile, è quello di trovare un punto di equilibrio tra le risorse a disposizione e una nuova impostazione di aliquote e scaglioni.

Il Governo vorrebbe proseguire nel percorso di revisione dell’imposta potenziando le regole attuali con un nuovo taglio indirizzato al ceto medio, in particolare ai cittadini e alle cittadine con redditi fino a 50-60.000 euro.

“Se si riuscisse, ovviamente trovando le risorse e d’intesa con tutte le componenti della maggioranza, si dovrebbe portare l’aliquota del 35 al 33 per cento per dare un beneficio alle fasce che hanno redditi tra i 35 e i 60 mila euro”, ha confermato Leo.

Le intenzioni, infatti, dovranno fare i conti con la realtà e con tutte le altre spese in cantiere, a partire dal taglio del cuneo fiscale e contributivo che già richiede oltre 10 miliardi.

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Il futuro dell’IRPEF: oltre la conferma di tre aliquote e scaglioni, si va verso un nuovo taglio

L’IRPEF basata su tre aliquote e scaglioni ha natura temporanea: i lavori della riforma fiscale, inaugurata proprio con la revisione delle regole di calcolo dell’imposta, non hanno portato a un impianto di lungo periodo, ma a un assetto con una precisa data di scadenza.

E ora che la pausa estiva si è conclusa è tempo di guardare al futuro, anche per quanto riguarda l’IRPEF.

Come per il taglio del cuneo fiscale, il percorso è obbligato e passata dalla conferma delle regole approvate lo scorso anno che hanno portato a una riduzione degli scaglioni da quattro a tre, con l’accorpamento dei primi due, e a una aliquota del 23 per cento fino a 28.000 euro.

La novità è costata 4,3 miliardi di euro e ha garantito a cittadini e cittadine un risparmio d’imposta fino a 260 euro all’anno, eroso dal taglio sulle detrazioni per i redditi oltre i 50.000 euro.

Tornare indietro ora sarebbe difficile, e vorrebbe dire andare in controsenso vista la riforma fiscale in atto, ma anche andare avanti nel percorso di revisione dell’imposta non è così facile.

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Verso l’IRPEF 2025: novità in cantiere su aliquote e scaglioni per un nuovo taglio

Il Governo vorrebbe proseguire con un nuovo taglio dell’IRPEF per il ceto medio, l’ipotesi iniziale di un passaggio a due aliquote per fare passi avanti nel percorso di appiattimento della tassazione oggi appare meno plausibile, mentre si aprono altre due strade alternative.

Anche mantenendo un sistema a tre salti, appaiono due le direzioni possibili:

  • si può intervenire su una delle tre aliquote: un’ipotesi è quella di portare la seconda dal 35 al 33 per cento, che è la soluzione anticipata dal viceministro Maurizio Leo;
  • si può far crescere il limite degli scaglioni che fa scattare la percentuale più alta di tassazione: ad esempio portando l’attuale secondo gradino fino a 60.000 euro, anziché fermarsi a 50.000 euro.
Aliquote IRPEF 2024Scaglioni di reddito
23 per cento Fino a 28.000 euro
35 per cento Da 28.001 a 50.000 euro
43 per cento Da 50.001

Al di là delle ipotesi e delle intenzioni, però, conteranno le risorse a disposizione.

Come evidenziato in altre occasioni dal viceministro all’Economia e alle Finanze Maurizio Leo, la maggior parte dei fondi necessari per confermare l’impostazione a tre aliquote e scaglioni è stata già “accantonata”. Ma per le novità aggiuntive servirà nuova linfa: il futuro dell’IRPEF dipende anche e soprattutto dal successo del concordato preventivo biennale e dai risultati economici che si otterranno.

Per ora, tra ritardi e riscrittura delle regole, il patto Fisco-Partite IVA non ha avuto una partenza facile e resta difficile fare delle stime sui frutti che si potranno raccogliere: i contribuenti avranno tempo fino al 31 ottobre per decidere di aderire, una tabella di marcia che lascia intravedere per l’IRPEF un futuro, ancora a lungo, molto incerto.

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