Decreto concretezza approvato al Senato il 6 dicembre 2018. Restano dure le polemiche sulla costituzionalità sui controlli per la lotta all'assenteismo e sul numero delle nuove assunzioni nel comparto pubblico.
Decreto concretezza approvato al Senato il 6 dicembre 2018: novità su assunzioni e controlli per i dipendenti pubblici.
Il governo Conte-Di Maio-Salvini ha impostato uno dei passaggi fondamentali della sua riforma della pubblica amministrazione. L’aula del Senato ha infatti dato l’ok al testo del Ddl 920/18, il cosiddetto Decreto “concretezza”, che passa ora alla Camera.
Il provvedimento fortemente voluto dal ministro per la Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno prevede misure rilevanti con l’obiettivo di promuovere l’efficienza del comparto pubblico e il ricambio generazionale del personale.
Decreto concretezza, il marchio di fabbrica della Lega
Ora il primo scopo, quello relativo alla concretezza delle azioni delle pubbliche amministrazioni e la prevenzione dell’assenteismo degli statali, costituisce davvero il segno evidente della formazione politica del ministro competente. Palazzo Madama ha dato il suo primo assenso a un testo che introduce un doppio sistema di rilevazione delle presenze dei dipendenti pubblici, basato su parametri biometrici e sull’installazione di apparati di videosorveglianza.
Inoltre, il decreto concretezza include la creazione di un “Nucleo della concretezza” presso di il Dipartimento della funzione pubblica che avrà il compito di assicurare la realizzazione del Piano triennale per l’efficienza delle pubbliche amministrazioni, garantendo l’applicazione delle disposizioni in materia di organizzazione e anche la tempistica delle azioni correttive. La nuova entità avrà a sua disposizione 53 dipendenti per importi di spesa pari a un milione e 239mila euro quest’anno e 3 milioni 894mila euro dal 2019.
La priorità data alla lotta ai “nullafacenti” presenti nel lavoro pubblico è una bandiera tradizionale della Lega Nord e costituisce anche uno dei maggiori punti di frizione con gli interlocutori sindacali. Pochi giorni prima dell’approvazione la delegazione della Flc Cgil, sindacato di categoria del personale della scuola pubblica, convocata in audizione al Senato, ha presentato osservazioni critiche tra l’altro sul Nucleo della concretezza che:
“oltre ad essere un ulteriore onere sul bilancio delle pubbliche amministrazioni, assume i connotati di un organismo di ossessivo controllo come dimostra la possibilità di chiamare in causa anche la Prefettura;”
e sull’introduzione dei controlli biometrici che a detta del sindacato
“è una pratica intrusiva della privacy degli individui e violerebbe l’articolo 4 della legge 300/70”.
A prescindere dall’accusa di incostituzionalità di tali rilevazioni, la partita politica si giocherà proprio sulla “concretezza” di questa riforma della pubblica amministrazione: ovvero sulla sua fattibilità in termini di aggravi burocratici in materia di controlli sul personale, di maggiori spese e di contenzioso legale.
Soprattutto, se la seconda parte del decreto relativa alle nuove assunzioni non si rivelasse prontamente attuata.
Decreto concretezza, il piano per le nuove assunzioni
Su questo versante il decreto concretezza prevede che le amministrazioni statali nel 2019 provvedano ad assunzioni per un importo di spesa pari al cento per cento del personale di ruolo cessato nell’anno precedente. Ma debbono essere presi in considerazione diversi fattori riguardanti gli effetti delle pressioni della Commissione Europea sulla legge di bilancio:
“ad esempio circa l’abolizione della Legge Fornero e quindi sulla maggiore o minore fuoriuscita di personale anziano. Inoltre, la mera sostituzione di chi va in pensione non può essere sufficiente per il comparto pubblico che da anni subisce un blocco del turn over.”
Anche le modalità di assunzione possono essere una mina sul percorso del nuovo decreto. Il testo prevede l’assunzione dei vincitori di un concorso e/o lo scorrimento delle graduatorie oppure l’avvio di nuovi concorsi.
Ma già si annunciano mobilitazioni sindacali come quella prevista dall’Usb l’11 dicembre che chiede la proroga di tutte le graduatorie e non solo di alcune come annunciato dal ministro Bongiorno.
La richiesta del sindacato di base viene motivata dalla necessità di soddisfare
“l’impellente necessità di assunzioni di molte amministrazioni pubbliche e per rispondere alle aspettative dei 150.000 vincitori e idonei che, in diversi casi, aspettano da molti anni di essere assunti”.
Come è evidente la pesante eredità del passato non è facile da smaltire.
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