Controlli Agenzia delle Entrate, il Garante della privacy esprime parere favorevole allo schema del decreto MEF per attuare le disposizioni relative alla lotta all'evasione, contenute nella Legge di Bilancio 2020. Al centro delle osservazioni: l'individuazione dei dati per i controlli automatizzati.
Controlli Agenzia delle Entrate, parere favorevole da parte del Garante per la protezione dei dati personali allo schema del decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze che individua le categorie e le finalità delle informazioni legate alla lotta all’evasione.
Come evidenziato nella notizia del 31 gennaio 2022, il Garante per la privacy aggiunge alcune osservazioni relative ai casi in cui viene limitato l’esercizio dei diritti dei contribuenti.
Tali osservazioni riguardano, in particolare, i controlli automatizzati per individuare i criteri di rischio necessari per individuare le posizioni che richiedono una verifica.
L’attività rientra nei passaggi per attuare quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2020.
Il MEF dovrà specificare nel dettaglio le categorie di dati oggetto di limitazione e ridurre i rischi per i contribuenti, in particolare per le informazioni relative alla capacità contributiva.
Controlli Agenzia delle Entrate, le osservazioni del Garante della Privacy sui dati per la lotta all’evasione
Sui controlli dell’Agenzia delle Entrate, finalizzati alla lotta all’evasione, si esprime anche il Garante della privacy.
Nella notizia del 31 gennaio 2022, si rende noto il parere favorevole al decreto del MEF che individua le categorie e le finalità dei dati oggetto dell’attività di controllo.
Tale decreto ha lo scopo di mettere in pratica quanto disposto dalla Legge di Bilancio 2020.
Al parere favorevole si affiancano alcune osservazioni che riguardano principalmente i dati oggetto dei controlli automatici e i rischi per i contribuenti, in particolare sulle verifiche relative a informazioni sulla capacità contributiva.
La ricerca di un equilibrio tra l’attività di contrasto all’evasione fiscale e la gestione di informazioni particolarmente sensibili è stata oggetto di confronto già da prima dell’entrata in vigore della Legge di Bilancio 2020.
Da allora sono stati fatti diversi passi avanti, uno su tutti la pseudonimizzazione di specifici set di dati contenuti nell’archivio dei rapporti finanziari. Tali informazioni sono necessarie per l’individuazione dei criteri di rischio che a loro volta permettono di individuare le posizioni che devono essere controllate.
Il tutto avverrebbe attraverso processi automatizzati e l’“intreccio” tra diverse banche dati.
Dal momento che verrebbe limitata la portata dei diritti dei contribuenti, che a sua volta incide sulla protezione dei dati personali, il Garante della Privacy chiede ulteriori modifiche per assicurare la conformità dei trattamenti alla normativa privacy europea e nazionale.
Controlli Agenzia delle Entrate, maggiore dettaglio nell’individuazione dei dati oggetto di limitazione
Tra le osservazioni del Garante della Privacy allo schema del decreto MEF c’è la richiesta di specificare nel dettaglio le categorie di dati che saranno oggetto della limitazione.
Nell’informativa dovrà inoltre essere indicate in modo più trasparente le attività di profilazione degli interessati.
A riguardo, viene osservato quanto segue:
“In proposito, si rappresenta che tale disposizione non risulta sufficientemente dettagliata per assicurare la necessaria prevedibilità e trasparenza dei trattamenti di dati presenti nei dataset di analisi e di controllo, oggetto di limitazione, in ossequio a quanto disposto dagli artt. 5, par. 1, lett. a), e 23, par. 2, lett. b), del Regolamento, a fronte del vastissimo patrimonio informativo dell’Agenzia delle entrate, ma anche della Guardia di finanza, che comprende, tra gli altri, dati anagrafici, anche relativi al nucleo familiare, rappresentanze, dichiarazioni, accertamenti e controlli, successioni, atti del registro, catasto, patrimonio immobiliare e mobiliare (comprensivo della consistenza di conti correnti, depositi e altri rapporti finanziari, veicoli e natanti), rapporti di lavoro, utenze elettriche, idriche e telefoniche, canone tv, spese sostenute (ad es. sanitarie, d’istruzione, sport, erogazioni liberali, premi assicurativi, mutui, noleggi, leasing), licenze, autorizzazioni, concessioni, versamenti F24 e F23, fatture e spesometro.”
Il Garante chiede inoltre un’integrazione allo schema, con l’introduzione di specifiche garanzie per il differimento del diritto di accesso dei contribuenti che saranno risultati in regola, una volta giunti all’esito degli accertamenti.
Specifiche cautele, inoltre, dovranno essere osservate per ridurre i rischi dei contribuenti, nello specifico per le informazioni relative alla capacità contributiva, nell’ottica di:
“poter quindi correggere potenziali errori o distorsioni che potrebbero verificarsi nel processo decisionale.”
In estrema sintesi, quindi, il parere favorevole allo schema del decreto MEF di attuazione dell’art. 1, comma 683, della legge 27 dicembre 2019, n. 160, viene fornito a condizione che vengano recepite le indicazioni relative ai seguenti ambiti:
- individuazione delle categorie di trattamenti e di dati personali oggetto delle limitazioni;
- trasparenza del trattamento e gli obblighi informativi nei confronti degli interessati;
- diritto di accesso degli interessati non destinatari di inviti, atti o provvedimenti dell’amministrazione finanziaria;
- diritto di limitazione di trattamento;
- misure a tutela dei diritti e delle libertà degli interessati.
Il Garante si riserva di valutare l’adeguatezza delle misure che saranno adottate per ridurre i rischi presenti all’interno dello schema del decreto MEF.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Controlli Agenzia delle Entrate, le osservazioni del Garante della Privacy sui dati per la lotta all’evasione