Il Ministero del Lavoro sta lavorando a uno schema di decreto che consenta di superare la discrepanza tra dipendenti privati e pubblici in materia di congedo di paternità. I dettagli sono emersi nel corso delle interrogazioni in Commissione alla Camera del 16 marzo 2022. Verranno estesi i dieci giorni anche al comparto della Pubblica Amministrazione.
Congedo di paternità di 10 giorni anche per i dipendenti pubblici? Ci si sta lavorando e una soluzione positiva non dovrebbe tardare molto.
È quanto si apprende dalla risposta fornita dalla Sottosegretaria per il lavoro e le politiche sociali Tiziana Nisini nel corso delle interrogazioni in Commissione Lavoro della Camera dei Deputati del 16 marzo scorso.
Il congedo di paternità autonomo (ovvero non alternativo a quello della madre) è stato introdotto in Italia con la legge n. 92 del 2012, ma è stato direttamente applicato solo ai lavoratori privati, ai quali è stato recentemente esteso fino a 10 giorni con l’ultima Legge di Bilancio 2022.
La risposta della Sottosegretaria Nisini all’interrogazione della deputata Vincenza Bruna Bossio dà comunicazione invece dell’impegno del Ministero del Lavoro al superamento rapido della disparità attraverso un provvedimento che recepisca la normativa europea in materia di equilibrio tra attività professionale e vita familiare dei genitori.
Ma vediamo nel dettaglio le novità emerse per il congedo di paternità ai dipendenti pubblici
Breve storia del congedo di paternità
La storia del congedo di paternità in Italia ha origine con la legge 92 del 2012 che lo introduce in modo sperimentale per il triennio 2013-2015 con una sola giornata obbligatoria per il padre, più due giornate facoltative da godere in alternativa alla madre.
Progressivamente questo diritto è stato esteso temporalmente e strutturalmente, fino ad arrivare con l’ultima Legge di Bilancio a 10 giorni, ma solo per i dipendenti privati.
Il perché lo ha spiegato chiaramente la sottosegretaria al Lavoro Nisini: la legge non è di diretta applicazione per i lavoratori della PA in quanto prevede un intervento del Ministro per la Pubblica Amministrazione, preceduto dal confronto con le organizzazioni sindacali su modalità e tempistiche di applicazione del diritto all’assenza dal lavoro in occasione della nascita di un figlio.
In pratica, si è dinanzi al paradosso che il godimento di un congedo di cui usufruiscono già i lavoratori del settore privato, è negato a quelli del settore pubblico in quanto questi ultimi hanno il teorico vantaggio di un “diritto alla consultazione” delle organizzazioni sindacali di categoria.
Una situazione inaccettabile anche sotto il profilo del tasso di natalità, dato che l’Italia continua ad essere tra i paesi dell’Unione Europea con i dati più bassi: 7 bambini su 1.000 abitanti contro la media europea di 9,3 bambini su 1.000 abitanti nel 2019.
Congedo di paternità anche per i dipendenti pubblici, novità in arrivo
Questa la situazione fotografata al momento, ma nel corso delle interrogazioni in Commissione Lavoro del 16 marzo la sottosegretaria Nisini ha annunciato che a breve ci saranno novità per superare questa evidente discrepanza di trattamento tra lavoratori del settore privato e pubblico.
Il Ministero del Lavoro, infatti, ha predisposto uno schema di decreto per recepire la direttiva europea 2019/1158, in materia di equilibrio tra attività professionale e vita familiare per i genitori e i prestatori di assistenza.
Nelle prossime settimane, ha assicurato la Sottosegretaria, il provvedimento per l’estensione del congedo di paternità ai dipendenti pubblici verrà definito e includerà disposizioni di miglior favore rispetto alla normativa europea, sia per quel riguarda l’età del bambino, sia per il valore dell’indennità, sia per la durata del congedo stesso.
Si interverrà in pratica sul Decreto Legge 151 del 2001, il “Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità”, con l’inserimento del congedo obbligatorio di paternità della durata di 10 giorni.
Una volta che le modifiche siano state condivise da tutte le “amministrazioni concertanti” la nuova disciplina verrà applicata senza necessità di ulteriori interventi di attuazione, dato che il Testo Unico in questione definisce come lavoratore i dipendenti di aziende private, delle pubbliche amministrazione e anche i soci lavoratori di cooperative.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Congedo di paternità per i dipendenti pubblici: si va verso l’armonizzazione con i privati