Canone RAI fuori dalla bolletta: ipotesi possibile? IL PNRR sembra prevederlo, ma per ora una modifica non sembra essere sul piatto. La garanzia di una maggiore trasparenza per i consumatori con l'eliminazione di costi estranei al settore elettrico si contrappone all'esigenza di certezza della riscossione e quest'ultimo aspetto, almeno per il breve periodo, sembra avere la meglio.
Canone RAI fuori bolletta: da una lettura del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza trasmesso all’Europa, potrebbe essere un’ipotesi possibile, ma non mancano criticità.
In materia di vendita di energia elettrica, infatti, il Piano intende incentivare l’accesso libero al mercato per cittadini ed imprese e, al contempo, garantire maggiore certezza per i consumatori.
È in questo quadro di trasparenza che si inserisce l’esigenza di depennare dalle bollette o, al limite, indicare dettagliatamente tutti quei costi extra che non sono direttamente collegati alla fornitura di energia.
L’eventualità di una modifica sul pagamento del canone RAI fuori bolletta emergerebbe dalla lettura del testo approvato dal Governo Draghi e ratificato dall’Unione Europea che prevede il potenziamento della “trasparenza delle bollette per garantire maggiore certezza ai consumatori”.
Un intervento che dovrebbe incentivare il passaggio al mercato libero da attuare, da quanto riporta il documento inviato all’Europa, con la legge annuale sulla concorrenza o altro provvedimento normativo.
D’altra parte bisogna fare i conti con un’altra importante esigenza: l’efficienza e la certezza della riscossione, un obiettivo che l’introduzione dell’addebito automatico in bolletta ha perseguito dal 2016 ad oggi.
Canone RAI fuori dalla bolletta: è davvero un’ipotesi possibile?
Sebbene non sembri che la prossima legge annuale sulla concorrenza 2021, o provvedimenti successivi, introdurranno a stretto giro novità al pagamento del canone RAI fuori bolletta, la questione resta comunque aperta.
I 90 euro all’anno, 9 euro per 10 mesi, non costituiscono un costo legato al consumo di energia elettrica e non dovrebbero essere versati direttamente alle aziende fornitrici.
L’attribuzione dell’onere di riscossione in capo alle aziende erogatrici di energia sembrerebbe fuori linea dagli impegni presi con l’Unione Europea con il Recovery Plan.
Questo, almeno, è ciò che si potrebbe intendere da una lettura del corposo schema di interventi del PNRR del Governo Draghi. Tutto sta nel capire come, quando e se questa modifica prenderà piede.
Sembra, però, che per adesso la questione del pagamento del canone sia ancora nell’ordine delle idee, dal momento che anche in occasione dell’ultimo Consiglio dei Ministri del 29 luglio, non risulta essere stata affrontata.
Il Disegno di Legge sulla concorrenza, che potrebbe introdurre eventuali misure in questo senso, era infatti atteso sul tavolo dell’Esecutivo per la fine di luglio, ma ha subito una battuta d’arresto e tutto è stato rimandato a data da destinarsi.
Al momento, quindi, non ci sono particolari indizi su una eventuale rimozione del canone RAI dalla bolletta.
Sono solo poco più di quattro anni, del resto, che i cittadini a cui è intestata un’utenza elettrica si vedono addebitare automaticamente il canone sulla bolletta della luce.
Questa misura, si ricorda, è stata adottata con la Legge di Bilancio 2016, al fine di combattere l’altissimo tasso di evasione e una marcia indietro, senza individuare alternativi mezzi di riscossione ugualmente efficienti, potrebbe far rivivere il problema.
Canone RAI fuori dalla bolletta, come funziona oggi e cosa potrebbe cambiare
La riscossione affidata alle aziende per l’Unione Europea costituisce un onere improprio, che contrasta, da una parte, con il diritto del consumatore di sapere per cosa sta pagando e, dall’altra, con l’opportunità di richiedere, con la bolletta della luce, solo i costi direttamente legati alla fornitura della stessa.
Come è noto, attualmente il pagamento del canone avviene per mezzo di addebito sulle fatture emesse dalle imprese elettriche, con importo suddiviso in dieci rate mensili, da gennaio a ottobre di ogni anno. Sono poi queste aziende a corrispondere le relative somme all’Agenzia delle Entrate.
Solo chi non ha alcun apparecchio televisivo in casa e lo comunica con un’apposita autocertificazione all’Agenzia delle Entrate evita l’addebito in bolletta.
Nel caso in cui, poi, non ci sia nessun componente del nucleo familiare titolare di un contratto elettrico domestico, il canone viene versato con il modello F24 entro il 31 gennaio dell’anno di riferimento.
Quest’ultima modalità, principalmente l’unica prima della modifica del 2015, sarebbe potuta diventare esclusiva in base alla citata lettura degli interventi previsti dal PNRR in termini di certezza e trasparenza, ma la strada è ancora lunga.
Si ricorda, in ultimo, che attualmente è prevista la possibilità di richiedere l’esenzione dal pagamento del canone, con istanza da presentare all’Agenzia delle Entrate ogni anno.
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