Sono quasi 180.000 le nuove partite IVA aperte nei primi tre mesi de 2023, in calo rispetto allo stesso periodo del 2022. Per la maggior parte avviate da persone fisiche. In diminuzione anche i forfettari, che occupano circa la metà del totale
L’osservatorio statistico del MEF sulle partite IVA mostra, nel primo trimestre 2023, un calo nelle aperture rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Nei primi tre mesi dell’anno sono state aperte quasi 180.000 partite IVA rispetto alle 188.000 del 2022, un calo del 6,4 per cento.
La maggior parte delle nuove aperture è stata effettuata da persone fisiche, in particolar modo nelle Regioni del Nord Italia. I settori più interessati sono le attività professionali e il commercio.
Rispetto allo stesso periodo del 2022 sono in calo anche i professionisti che hanno deciso di aderire al regime forfettario, circa la metà del totale, in diminuzione del 4,3 per cento.
Meno partite IVA nel 2023, in calo anche i forfettari: i dati MEF per il primo trimestre
Con il comunicato stampa rilasciato il 10 maggio 2013, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha diffuso l’ultimo aggiornamento dell’osservatorio sulle partite IVA, con i dati relativi alle nuove aperture effettuate nel primo trimestre dell’anno.
Sono state 177.725 le nuove partite IVA aperte nei primi tre mesi del 2023, un dato che fa registrare una flessione del 6,4 per cento se confrontato con quello relativo allo stesso periodo del 2022.
Analizzando la classificazione per settore produttivo, il maggior numero di avviamenti è effettuato per le attività professionali, che compongono il 21,7 per cento del totale, un valore in diminuzione del 12 per cento rispetto al 2022. Seguono poi il settore del commercio e quello delle costruzioni.
Nel confronto con lo stesso periodo dello scorso anno, gli incrementi maggiori nell’avviamento delle partite sono stati registrati nell’alloggio e ristorazione (più 13 per cento), nei trasporti e magazzinaggio (più 9,4 per cento) e negli altri servizi (più 7,7 per cento). In forte calo, invece, nell’agricoltura (meno 26 per cento), nell’edilizia (meno 17,6 per cento) e, come detto, nelle attività professionali.
Meno partite IVA nel 2023, in calo i forfettari e il numero di aperture da parte dei giovani
Analizzando la distribuzione per natura giuridica, i dati dell’osservatorio del MEF evidenziano come più del 75 per cento delle nuove partite IVA nei primi tre mesi del 2023 sia stato avviato da persone fisiche, il 19 per cento da società di capitali e il 3 per cento da società di persone.
La quota dei “non residenti” e “altre forme giuridiche” è pari al 2,7 per cento del totale delle nuove aperture.
Rispetto al primo trimestre del 2022, si registrano cali negli avviamenti per tutte le forme giuridiche. Spicca in particolar modo il dato relativo ai non residenti, in diminuzione del 25,8 per cento.
Per quanto riguarda le persone fisiche, l’analisi della ripartizione di genere evidenzia la quota di apertura a carico di donne, che ha raggiunto il 40,7 per cento.
La metà delle nuove aperture è stata effettuata da giovani sotto i 35 anni d’età, mentre il 30 per cento da persone tra i 36 e i 50 anni.
Nel confronto con i primi tre mesi dello scorso anno, si registrano cali in tutte le classi d’età, in particolar modo quella dei giovani, con una diminuzione del 7,2 per cento.
Considerando, invece, la ripartizione territoriale, si nota come la maggior parte delle nuove aperture sia concentrata nelle Regioni del Nord Italia, il 48,9 per cento. Seguono poi il Sud e le Isole con il 29,8 per cento e, infine, il Centro con il 21,1 per cento.
Ancora una volta, dal confronto con lo scorso anno emerge una flessione nelle aperture in quasi tutte le Regioni. In particolar modo si segnala il meno 24,7 per cento della Basilicata, il meno 15,8 per cento della Sardegna e il meno 14,7 per cento di Lazio e Molise.
Variazioni positive, invece, per Val d’Aosta (più 15,2 per cento) e Friuli Venezia Giulia (più 2,6 per cento).
Nel periodo in esame sono state 96.761 le persone che hanno optato per il regime forfettario, si tratta di poco più della metà del totale delle nuove aperture. Tuttavia, anche in questo caso si registra una flessione rispetto allo stesso periodo del 2022, meno 4,3 per cento.
Si ricorda che la Legge di Bilancio 2023 ha introdotto diverse novità per chi intende scegliere la tassazione agevolata al 15 per cento. In particolare, il nuovo limite di ricavi o compensi per l’accesso al regime che da quest’anno è passato da 65.000 a 85.000 euro e della nuova clausola antielusione da 100.000 euro.
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