Quando possono beneficiare della detassazione i bonus riconosciuti ai dipendenti in busta paga? La possibilità di applicare l'imposta sostitutiva ai premi di risultato è legata ai requisiti del datore di lavoro: i benefici sono riservati al settore privato, si escludono le amministrazioni pubbliche. Lo chiarisce l'Agenzia delle Entrate con la risposta all'interpello numero 296 del 2023
Per i bonus riconosciuti in busta paga alle lavoratrici e ai lavoratori dipendenti per incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza ed innovazione verificabili sulla base di precisi criteri è possibile beneficiare della detassazione introdotta dalla Legge di Stabilità 2016 e potenziata dall’ultima Legge di Bilancio per il 2023.
Ma l’imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle relative addizionali del 10, o del 5 per cento per l’anno in corso, si applica solo se il datore di lavoro che eroga i premi di risultato opera nel settore privato e, quindi, non rientra nelle amministrazioni pubbliche.
Su questo requisito fa luce l’Agenzia delle Entrate con la risposta all’interpello numero 296 del 14 aprile 2023.
Bonus ai dipendenti: detassazione anche per i premi erogati dalla società a partecipazione pubblica
Come di consueto, lo spunto per approfondire le regole per la detassazione dei bonus in busta paga ai dipendenti arriva dall’analisi di un caso pratico.
Protagonista è una società in house a partecipazione pubblica che ha stipulato un accordo sindacale con i criteri per riconoscere dei premi di risultato ai propri dipendenti dal 2023 al 2025.
La società si occupa di costruzione, compravendita, manutenzione e/o gestione di impianti e servizi ambientali, gestione di risorse energetiche e distribuzione di calore, compreso la commercializzazione, la produzione e distribuzione di energia elettrica ed ogni altra iniziativa finalizzata alla tutela dell’ambiente.
All’Agenzia delle Entrate si rivolge per verificare la possibilità di applicare l’imposta sostitutiva del 10 per cento, che la Legge di Bilancio ha portato al 5 per cento per l’anno in corso, ai premi riconosciuti in busta paga considerando la sua natura e l’attività svolta, ovvero i servizi pubblici.
Con la risposta all’interpello numero 296 del 14 aprile 2023, dall’Amministrazione finanziaria arriva il via libera sulla possibilità di applicare la detassazione:
“Nel presupposto che la società non rientri tra le amministrazioni pubbliche di cui al richiamato articolo 1, comma 2, del d.lgs. n. 165 del 2001, qualora sia raggiunto uno degli obiettivi previsti dalla contrattazione aziendale, sentito anche il competente Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, si ritiene applicabile il regime agevolato di cui ai commi da 182 a 189, della legge di Stabilità 2016, nel rispetto dei criteri ivi previsti”.
Bonus ai dipendenti in busta paga, chi può applicare la detassazione? Focus sulla natura dei datori di lavoro
La possibilità di applicare l’imposta sostitutiva è prevista dall’articolo 1, commi da 182 a 189 della Legge di Stabilità 2016.
Nel motivare la sua risposta l’Agenzia delle Entrate si sofferma sulla normativa che regola la detassazione prevista per i bonus riconosciuti ai dipendenti legati ad incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza ed innovazione, misurabili e verificabili sulla base dei criteri definiti e per le somme erogate sotto forma di partecipazione agli utili dell’impresa.
E in particolare su quali sono i datori di lavoro e, di conseguenza, i lavoratori e le lavoratrici che possono beneficiare dell’agevolazione.
La possibilità di applicare l’imposta sostitutiva pari al 10 per cento, e al 5 per cento per il 2023, è riservata a chi opera nel settore privato che si individua per esclusione, eliminando i datori di lavoro che rientrano nelle Amministrazioni pubbliche, ovvero tutte le amministrazioni dello Stato, comprese:
- scuole e istituti di ogni ordine e grado e istituzioni educative;
- aziende ed amministrazioni dello Stato ad ordinamento autonomo;
- Regioni, Province, Comuni, Comunità montane e loro consorzi e associazioni;
- istituzioni universitarie;
- Istituti autonomi case popolari;
- Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura e loro associazioni;
- enti pubblici non economici nazionali, regionali e locali;
- amministrazioni, aziende ed enti del Servizio sanitario nazionale;
- Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (ARAN) e le Agenzie di cui al Decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300.
Richiamando la circolare numero 28/E del 2016, l’Agenzia delle Entrate poi specifica: è possibile applicare il bonus riconosciuto in busta paga ai dipendenti anche quando sono erogati da enti del settore privato che non svolgono attività commerciale.
E a fare luce ulteriormente sulla corretta lettura della norma è lo stesso Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali:
“L’espressione somme erogate a livello aziendale va inteso in senso atecnico, con la conseguenza che il beneficio può essere attribuito anche ai datori di lavoro non imprenditori e che il riferimento al settore privato sembrerebbe finalizzato solo ad escludere le pubbliche amministrazioni”.
Tutti i dettagli sono contenuti nel testo integrale della risposta all’interpello numero 296 del 2023.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Bonus ai dipendenti in busta paga: la detassazione dipende dal datore di lavoro che lo eroga