Bonus Covid ai politici: dopo le sanzioni e le ammonizioni del Garante per la privacy, l'INPS aggiusta il tiro. Cancellazione dati in corso e recupero delle somme in stand by. In ogni caso, i beneficiari con cariche che prevedono il solo gettone di presenza non devono procedere alla restituzione. I dettagli nel messaggio numero 1025 del 10 marzo 2021.
Nel caso del bonus Covid percepito dai politici c’è una nuova puntata: dopo le sanzioni per un valore di 300.000 euro e le ammonizioni sul mancato rispetto dei principi alla base della privacy da parte del Garante per la protezione dei dati personali, l’INPS aggiusta il tiro.
Cancellazione dati in corso e recupero delle somme in stand by: avverte l’Istituto con il messaggio numero 1025 del 10 marzo 2021.
L’Autorità, infatti, con il provvedimento del 25 febbraio, diffuso con un comunicato ad hoc il 9 marzo, aveva richiamato all’ordine l’INPS proprio sui controlli su tutti i soggetti che hanno richiesto l’indennità di 600 euro per individuare i titolari di incarichi politici, deputati e amministratori locali.
Bonus Covid, l’INPS aggiusta il tiro sulla privacy: restituzione delle somme in stand by
“L’Istituto, pur ritenendo eccessivo l’impianto di giudizio complessivo, attiverà prontamente la valutazione di impatto richiesta e la cancellazione dei dati non necessari”, aveva sottolineato l’INPS con il comunicato stampa pubblicato nella stessa data del 9 marzo 2021.
Pur con disappunto, infatti, nel giro di 24 ore sono stati presi provvedimenti per rimediare agli errori sulla questione del bonus Covid ai politici, della privacy e dei controlli effettuati per individuare chi non ne aveva diritto, coinvolgendo indistintamente tutti coloro che hanno richiesto l’indennità di 600 euro prevista dal Decreto Cura Italia, beneficiari aspiranti ed effettivi, con o senza requisiti.
Ed è proprio questo uno dei punti critici per il Garante per la Privacy che ha segnalato una progettazione del trattamento dei dati personali non adeguata, non in linea con il Regolamento, e che ha determinato la violazione dei principi di privacy by design, di privacy by default e di accountability.
Nel messaggio numero 1025 del 10 marzo 2021, l’INPS riporta le indicazioni ricevute dal Garante:
- cancellare tutti i dati personali fino ad ora trattati in violazione del principio di minimizzazione;
- effettuare la valutazione di impatto sulla protezione dei dati di cui all’art. 35 del Regolamento con riferimento ai trattamenti in esame, prima di riavviare qualsiasi operazione di trattamento, anche nell’ambito di una complessiva valutazione di impatto riferibile a tutti i trattamenti svolti dall’Istituto per tale finalità.
Nel testo si legge:
“In ottemperanza al richiamato provvedimento, l’Istituto si è attivato per la cancellazione dei dati personali fino ad ora trattati per la gestione delle posizioni degli assicurati interessati per i quali non sussiste, anche a seguito delle indicazioni ministeriali, l’incompatibilità tra l’indennità percepita e la titolarità della carica elettiva posseduta”.
E inoltre ha sospeso le azioni di recupero dei bonus Covid percepiti dai politici che non avevano diritto a beneficiare dei 600 euro in attesa dell’esito della valutazione di impatto sulla protezione dei dati.
Bonus Covid, l’INPS aggiusta il tiro sulla privacy e chiarisce i prossimi passi in caso di restituzione
Sul punto è necessario fare un passo indietro per comprendere in quali casi le somme risultano percepite in maniera indebita.
Con il parere del 2 dicembre 2020, il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha chiarito che il bonus Covid previsto dal Decreto Cura Italia è incompatibile con le indennità percepite da parlamentari, consiglieri regionali e soggetti con mandati elettorali o incarichi politici.
Di controlli dell’INPS sui beneficiari si parlava già ad agosto, ma in seguito al parere di dicembre sono state avviate le azioni di recupero delle indennità Covid-19 percepite dagli assicurati titolari di cariche elettive.
Un nuovo tassello, poi, si è aggiunto:
“In particolare, per quanto concerne gli assicurati titolari di cariche pubbliche per le quali è prevista la corresponsione del solo gettone di presenza connesso alla carica, è stata definitivamente esclusa la necessità di qualsivoglia ulteriore attività di recupero delle indennità già erogate, atteso il parere reso dal Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali in data 9 febbraio 2021 sopra menzionato e, all’esito della predetta valutazione di impatto, prescritta dall’Autorità Garante, si provvederà alle comunicazioni di rito”.
In attesa di sciogliere il nodo della privacy, dunque, tutto resta sospeso. Non appena le indicazioni del Garante saranno messe in pratica, si procederà su due linee:
- gli assicurati titolari di cariche pubbliche per le quali è prevista la corresponsione dell’indennità di funzione e che hanno ricevuto dall’INPS il provvedimento di percezione indebita del bonus Covid dovranno procedere con la restituzione delle somme percepite;
- gli assicurati titolari di cariche pubbliche per le quali è prevista la corresponsione del solo gettone di presenza riceveranno la comunicazione in cui si esclude il recupero delle somme già erogate.
Tutti i dettagli nel testo integrale del messaggio numero 1025 del 10 marzo 2021.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Bonus Covid, l’INPS aggiusta il tiro sulla privacy: restituzione delle somme in stand by