Blocco degli sfratti, cosa cambia dal 1° luglio 2021? Un emendamento approvato in sede di conversione del decreto Sostegni prevede la proroga solo per i provvedimenti post-pandemia. Le esecuzioni ripartiranno in base a tre scaglioni temporali, dalle più risalenti a quelle più recenti.
Blocco degli sfratti, proroga delle esecuzioni solo per le morosità conseguenti all’emergenza causata dal Covid-19.
Il blocco degli sfratti sta volgendo al termine, ma sono previste tre velocità: dal 1° luglio 2021 ripartiranno solo le esecuzioni più risalenti iniziate ancora prima dell’avvento della pandemia.
La soluzione di procedere in base a tre scaglioni temporali arriva con un emendamento alla legge di conversione del decreto Sostegni, approvato il 4 maggio 2021.
La novità ha di fatto prorogato la sospensione degli sfratti per morosità o pignoramento limitatamente, però, ai provvedimenti esecutivi adottati dall’inizio della pandemia in poi.
Blocco degli sfratti, proroga non per tutti: cosa cambia dal 1° luglio 2021
Il blocco sugli sfratti sta per essere rimosso, ma la ripartenza delle procedure esecutive seguirà tre diversi scaglioni.
Lo prevede il nuovo testo del decreto Sostegni, riformulato in sede di conversione dalle commissioni Bilancio e Finanze del Senato.
Un iter graduale in base alla priorità temporale delle esecuzioni sospese, quello deciso dal Legislatore, che suddivide i riavvii delle procedure esecutive a seconda di quando siano stati adottati i provvedimenti di rilascio. In altre parole, a seconda di quando lo sfratto è divenuto esecutivo.
In particolare, i tre scaglioni sono così suddivisi:
- per le morosità sorte in precedenza al 28 febbraio 2020, quindi prima della pandemia, le esecuzioni riprenderanno dal 1° luglio 2021;
- per le morosità che hanno avuto origine tra il 28 febbraio 2020 e il 30 settembre 2020, le esecuzioni riperderanno dal 1° ottobre 2021;
- per le morosità sorte tra il 1° ottobre 2020 al 30 giugno 2021, le esecuzioni riprenderanno dal 1° gennaio 2022.
Sblocco degli sfratti a tre scaglioni: la posizione di Confedilizia
La soluzione che vede un’uscita graduale dal cortocircuito innescato dalla sospensione delle esecuzioni non ha soddisfatto Confedilizia che, con un comunicato diffuso il 4 maggio 2021, ha espresso il proprio disappunto invocando uno sblocco integrale immediato e senza scaglioni.
“La nostra posizione è chiara: il blocco degli sfratti è, in sé, un abuso, perché priva i proprietari di un diritto sancito da un giudice, quello di tornare in possesso del proprio immobile, spesso dopo anni di mancate entrate, di spese e di tasse. A nostro avviso, quindi, al 30 giugno 2021 – dopo ben 16 mesi di sospensione del diritto – il blocco deve cessare per sempre e per tutti”.
Ha affermato il Presidente Giorgio Spaziani Testa.
Confedilizia, peraltro, non si dice d’accordo neppure con la decisione di fissare per le prime procedure il limite temporale del 28 febbraio 2020 che, secondo quanto riferito, dovrebbe essere spostato in avanti.
Il provvedimento di rilascio, la sentenza del giudice per intenderci, interviene infatti alla fine di un procedimento che dura diversi mesi - afferma Testa - e uno scaglione di questo tipo includerebbe morosità che seppur “sulla carta” risultano sorte in tempo di Covid, non hanno in realtà niente a che fare con la pandemia.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Blocco degli sfratti, proroga non per tutti: cosa cambia dal 1° luglio 2021