Aumento della pensione di invalidità in base al reddito del coniuge: il Ministero del Lavoro potrebbe intervenire sui requisiti, così come riferito nella risposta della sottosegretaria Rossella Accoto all'interrogazione in Commissione del 21 aprile 2021.
Al vaglio i requisiti per l’aumento della pensione di invalidità: il Ministero del Lavoro valuterà la possibilità di escludere il reddito del coniuge dal calcolo del limite per l’incremento al milione.
La problematica riguarda l’attuale formulazione dell’articolo 38 della legge 28 dicembre 2001, n. 448, “Incremento delle pensioni in favore di soggetti disagiati”, ed è stata portata all’attenzione del Ministero nel corso delle interrogazioni del 21 aprile 2021.
Nel limite di reddito per l’accesso alla maggiorazione della pensione per gli invalidi civili totali si considera anche il reddito del marito o della moglie, quando presenti.
Un requisito che rischia di determinare una disparità di trattamento nei confronti di coloro che siano inseriti all’interno di un nucleo familiare con altri soggetti diversi dal coniuge, ma per i quali il limite di reddito per l’accesso alle maggiorazioni non è soggetto a rimodulazioni.
La norma richiamata prevede - ed è questo il punto messo in discussione - che il beneficio è condizionato al reddito personale solo nel caso in cui il richiedente non sia coniugato.
Aumento pensione di invalidità, requisiti di reddito del coniuge al vaglio del Ministero del Lavoro
In riscontro all’interrogazione in Commissione del 21 aprile 2021, la sottosegretaria Accoto ha dichiarato che il Ministero del Lavoro valuterà l’opportunità o meno di intervenire sui requisiti previsti dal citato articolo 38.
La richiesta rivolta al Governo, infatti, è proprio quella di sanare l’assunta disparità di trattamento, prevedendo che sia sempre solo il reddito dell’invalido che percepisce l’assegno a costituire l’eventuale vincolo reddituale.
“Per avere diritto alla maggiorazione la legge prevede una soglia di reddito annuo personale pari a 8.469,63 euro (che sale a 14.447,42 euro, cumulato con il coniuge, nel caso in cui il soggetto sia coniugato)”.
Questo è quanto si legge sul portale INPS nella sezione dedicata all’istanza di maggiorazione, così come riportato nel testo della stessa interrogazione.
Un limite la cui legittimità è posta sotto la lente di ingrandimento del Ministero.
Aumento pensioni invalidità: le recenti novità
Già l’anno scorso l’incremento “al milione” era stato oggetto di rimodulazioni, in un’ottica di uguaglianza e parità di trattamento.
Il limite anagrafico per l’aumento della pensione, in precedenza riconosciuto agli invalidi civili totali che avessero compiuto 60 anni, è stato infatti abbassato a 18 anni di età.
La novità era stata introdotta da una sentenza della Corte Costituzionale, la numero 152 del 23 giugno 2020, recepita dal Governo all’interno del decreto numero 104 del 14 agosto 2020 e alla quale si è conformata l’INPS con la circolare numero 107 del 23 luglio 2020.
La Corte Costituzionale, infatti, aveva dichiarato illegittimo il requisito dei 60 anni per l’incremento della pensione agli invalidi civili totali, ritenendo che spettasse a prescindere dal raggiungimento da un requisito anagrafico così stringente.
Sono tuttavia rimasti invariati i requisiti di reddito. In particolare l’aumento “al milione” spetta ai titolari di:
- redditi propri (in caso di soggetti non coniugati) non superiori a 8.469,63 euro;
- redditi propri non superiori a 8.469,63 euro e redditi cumulati con quello del coniuge (per soggetti coniugati) di importo annuo non superiore a 14.447,42 euro.
Dopo quanto riferito in sede di risposta all’interrogazione del 21 aprile si attendono, quindi, possibili aggiornamenti anche sul fronte dei tetti reddituali.
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