Si va verso l'eliminazione del click day per il decreto Flussi. Secondo Fidaldo, la federazione dei datori di lavoro domestico, però, non è sufficiente. Serve anche una semplificazione delle procedure con la riorganizzazione delle quote su base regionale o territoriale
Abolizione del click day e riorganizzazione delle quote di ingresso di lavoratori e lavoratrici nel Paese.
Queste le principali richieste avanzate dalla Fidaldo e da altre associazioni nel corso del primo incontro a palazzo Chigi tra istituzioni, sindacati e organizzazioni datoriali.
La revisione del decreto flussi, che sicuramente ci sarà come dichiarato dal Governo, potrebbe dunque portare all’eliminazione del click day e all’introduzione di quote regionali o su base territoriale.
Decreto Flussi, Fidaldo: bene l’abolizione del click day, bisogna rivedere le quote
Si è svolto ieri, 23 settembre, l’incontro a palazzo Chigi convocato dal Capo di Gabinetto del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per la valutazione di eventuali modifiche alla disciplina dell’ingresso dei lavoratori non comunitari, il decreto Flussi.
Hanno partecipato esponenti del Governo e le principali organizzazioni sindacali e imprenditoriali.
Già nei giorni scorsi si è fatta strada l’ipotesi di abolizione del meccanismo del click day, che mostra troppi fattori di criticità.
Come si legge nel comunicato stampa diffuso dalla federazione dei datori di lavoro domestico (Fidaldo), l’eliminazione del click day è un passo nella giusta direzione ma servono anche delle procedure semplificate, e in particolare una revisione delle quote di ingresso di lavoratori e lavoratrici stranieri, soprattutto domestici.
“sarebbe opportuno eliminare le quote di ingresso per i lavoratori domestici come richiesto a gran voce anche da altre associazioni del terzo settore: oggi il mercato del lavoro di cura necessita di una semplificazione delle procedure di ingresso e di assunzione per i datori di lavoro e i professionisti e la riorganizzazione delle quote su base regionale o territoriale va proprio in questa direzione.”
Così il vice presidente Fidaldo, Andrea Zini.
Oggi più che mai, prosegue, sono necessarie procedure ad hoc per facilitare l’incontro tra domanda e offerta. Sono, infatti, circa 2 milioni le famiglie in Italia che quotidianamente si affidano alle cure di personale esterno per la gestione della casa, per la cura dei figli, di familiari anziani o non autosufficienti.
“A fronte di un’esigenza di assistenza i tempi per assumere personale domestico non sono sostenibili.”
Per questo, si legge nella nota, Fidaldo chiede al Governo l’introduzione di un sistema adeguato per consentire a chi già si trova sul territorio e già lavora presso una famiglia di poter operare in tempi brevi e nel rispetto delle leggi.
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