Dopo la sentenza della Corte Costituzionali sull'esenzione, si apre la partita delle richieste di rimborso IMU per i coniugi in relazione alle somme in eccesso pagate negli ultimi cinque anni. In attesa di indicazioni ufficiali, alcune vie utili per la restituzione degli importi.
Rimborso IMU per i coniugi: dopo la sentenza della Corte Costituzionale parte la fase di recupero delle somme versate in eccesso negli ultimi anni.
La pronuncia n. 209 dello scorso 13 ottobre con la quale sono state dichiarate illegittime le norme che vincolano l’esenzione IMU alla verifica dei requisiti relativi all’intero nucleo familiare apre la strada alle richieste di rimborso.
Non vi sono al momento indicazioni ufficiali sulle vie da intraprendere ma, in ogni caso, il rimborso IMU spetterà ai coniugi in relazione alla maggiore imposta versata negli ultimi cinque anni e quindi, andando a ritroso e considerando anche l’acconto IMU 2022, si arriva fino al 2017.
Per le somme versate dai coniugi a giugno dell’anno in corso sarà in sede di saldo che si potrà eventualmente recuperare l’IMU pagata e non dovuta, nel rispetto dei requisiti per beneficiare dell’esenzione.
In tutti gli altri casi la richiesta di restituzione dovrà essere presentata al Comune.
Rimborso IMU per i coniugi, come richiedere la restituzione delle somme pagate in eccesso
I coniugi o gli uniti civilmente che possiedono due diverse abitazioni principali nello stesso comune o in comuni differenti potranno beneficiare della doppia esenzione IMU, a patto che la casa risulti la sede della propria residenza anagrafica e dimora abituale.
Questa la regola in estrema sintesi sancita dalla Corte Costituzionale, che ammette la possibilità per i coniugi con residenza diversa di non pagare l’IMU su nessuna delle abitazioni di proprietà.
La sentenza della Consulta apre ora la partita delle richieste di rimborso dell’IMU versata in eccesso, ma come bisognerà procedere?
Strada semplificata per le somme pagate nel 2022: chi è tenuto a pagare l’imposta su un ulteriore immobile diverso dalla propria abitazione principale potrà scontare l’importo dell’acconto IMU pagato sulla casa sede della propria residenza e dimora abituale in sede di versamento del saldo, in scadenza il 16 dicembre.
Una “compensazione” che consentirà di recuperare in tempi veloci e in modo semplice l’imposta versata in eccesso.
Come comportarsi invece se non è possibile scalare l’imposta da ulteriori versamenti dovuti?
Si apre in questo caso la strada della domanda di rimborso dell’IMU da presentare al Comune, ma i tempi per la restituzione delle somme potrebbero allungarsi.
Rimborso IMU per i coniugi, domanda al Comune con l’incognita tempi
La sentenza della Corte Costituzionale avrà come effetto pratico quello di appesantire il lavoro dei comuni, che saranno chiamati a gestire le richieste di rimborso delle somme versate in eccesso negli anni precedenti.
Stando a quanto previsto dall’articolo 1, comma 164 della legge n. 296/2006, il rimborso IMU dovrà essere richiesto dal contribuente entro il termine di cinque anni dalla data di versamento.
Potranno quindi essere accolte le richieste relative alle somme pagate dal 2017 al 2022, ovviamente salvo diverse indicazioni che verranno fornite in tal senso.
La domanda di rimborso andrà quindi presentata al proprio Comune, mediante i moduli già ad oggi disponibili per le richieste di restituzione degli importi versati in eccesso per errore.
Nella modulistica, reperibile in molti casi online, sarà richiesto di inserire l’anno di riferimento, i propri dati, l’imposta dovuta e il rimborso spettante tra le altre cose le motivazioni alla base della domanda.
Una facilitazione è in arrivo da parte di Confedilizia, che come segnalato con il comunicato stampa del 14 ottobre sta costituendo presso le associazioni territoriali appositi sportelli per fornire consulenza e assistenza in merito alle pratiche e ai requisiti per il rimborso.
Tutta da definire invece la procedura operativa per la lavorazione delle pratiche da parte dei comuni che, in ogni caso, prima di procedere con il rimborso dell’IMU richiesto dovranno valutare la sussistenza dei requisiti di residenza anagrafica e dimora abituale.
Una verifica a ritroso che, oltre agli atti comunali, dovrà tener conto delle informazioni rinvenibili dalle bollette.
Un compito che non si preannuncia certo semplice e veloce, e che fa presagire tempi tutt’altro che celeri per l’ottenimento dei rimborsi dell’IMU per gli anni passati.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Rimborso IMU per i coniugi, come richiedere la restituzione delle somme pagate in eccesso