Il Ministro del Lavoro è intervenuto sul tema del reddito di cittadinanza durante il question time alla Camera del 22 giugno 2022. Il Ministero sta valutando una maggiore cumulabilità del beneficio con i compensi, in questo modo è possibile favorire la partecipazione a lavori stagionali e temporanei. Secondo Orlando, la soluzione alla crisi dell'occupazione non è tagliare il reddito di cittadinanza né coprire i posti vacanti con i percettori visto il mismatch di domanda e offerta.
Reddito di cittadinanza, il Ministro del Lavoro apre all’aumento del cumulo del beneficio con i redditi di lavoro stagionali.
Il Ministro Orlando è intervenuto alla Camera durante le interrogazioni parlamentari del 22 giugno 2022, rispondendo alle richieste di riformare la misura del reddito di cittadinanza e alla proposta di impiegare i percettori per sopperire alla mancanza di manodopera.
Questa, secondo Orlando, non è imputabile solamente al reddito di cittadinanza.
Vanno considerate anche la curva demografica e l’emigrazione dei giovani che cercano salari più alti all’estero. Non è ipotizzabile, spiega il Ministro, inserire nei posti vacanti i percettori del reddito, troppo spesso non abbastanza qualificati.
È fondamentale riuscire a costruire percorsi finalizzati a creare concrete e stabili occasioni, come ad esempio sta facendo il Programma GOL.
Il Ministero sta valutando interventi correttivi per potenziare l’incontro tra domanda e offerta e meccanismi che permettano di cumulare il beneficio con i redditi da lavoro, entro una certa soglia.
In questo modo è possibile incentivare i percettori ad accettare lavori stagionali e temporanei.
Reddito di cittadinanza, Orlando: si valuta l’aumento del cumulo per gli stagionali
Il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, durante le interrogazioni parlamentari del 22 giugno 2022 alla Camera, è intervenuto sul tema del reddito di cittadinanza, rispondendo alle richieste di revisione della misura.
In particolare, la riduzione delle risorse e l’utilizzo dei percettori del beneficio per riempire i posti vacanti in molti settori dell’economia italiana per via di una evidente mancanza di manodopera.
Orlando spiega che il suo Ministero è al lavoro per valutare gli interventi correttivi per ripristinare il funzionamento corretto del mercato del lavoro.
Nello specifico, gli obiettivi sono potenziare l’incrocio tra domanda e offerta, al momento molto lontane vista la difficoltà ad impiegare i percettori del reddito, e applicare meccanismi che possano incentivare la cumulabilità, entro un certo limite, del beneficio e del reddito da lavoro stagionale.
Incentivare l’avvio dell’attività lavorativa mentre si percepisce il beneficio permette di conciliare le esigenze dei datori di lavoro, che trovano manodopera, con la volontà dei percettori di continuare a ricevere l’incentivo.
“stiamo valutando un intervento volto ad incentivare maggiormente l’avvio di una attività lavorativa in corso di fruizione del beneficio, consentendo per l’anno in corso una maggior cumulabilità dei relativi compensi attraverso una franchigia ai redditi di lavoro che concorrono alla riduzione del beneficio spettante.”
Un intervento di questo tipo favorirebbe la partecipazione dei percettori del reddito di cittadinanza anche ad attività di lavoro stagionale o temporanee.
La vera causa della mancanza di manodopera non è il reddito di cittadinanza ma i salari troppo bassi
La mancanza di manodopera in alcuni settori dell’economia italiana è reale.
Non è ipotizzabile però, spiega il Ministro, inserire i percettori del reddito di cittadinanza nei posti vacanti, secondo il meccanismo dei PUC (Progetti Utili alla Collettività).
Le attività svolte nell’ambito dei PUC non sono assimilabili ad attività di lavoro subordinato, parasubordinato o autonomo. Impiegare i beneficiari del reddito di cittadinanza in tali attività non determina l’instaurazione di un rapporto di lavoro.
Costringere i percettori del beneficio a svolgere attività lavorativa non retribuita presso aziende private che perseguono i propri interessi economici, certamente legittimi, non sarebbe in alcun modo in accordo ai principi di obbligazione corrispettiva del rapporto di lavoro.
Inoltre, i beneficiari della misura non risultano facilmente collocabili, dato il loro grado di occupabilità e il loro percorso formativo.
Per questo motivo bisogna puntare molto sui centri per l’impiego. Il Programma GOL, in questo senso, riuscirà a fornire un contributo importante.
Inoltre, bisogna effettivamente confermare se sia il beneficio del reddito ad avere un effetto disincentivante sull’accettazione delle offerte di lavoro.
Secondo i dati dell’Osservatorio su reddito e pensione di cittadinanza dell’INPS, l’importo medio della misura è di 575 euro. Orlando sottolinea che se questo importo spinge a non accettare offerte di lavoro significa che è necessario intervenire sui salari, troppo bassi.
Proprio per questo motivo il Ministero sta valutando gli interventi per consentire una razionalizzazione del reddito di cittadinanza attraverso un potenziamento dell’incrocio tra domanda e offerta e attraverso la cumulabilità, entro una certa soglia, con i redditi da lavoro.
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