Reddito alimentare, approvati i progetti dei Comuni capoluogo selezionati per la sperimentazione. Come funziona l'iniziativa del Ministero del Lavoro e di cosa si tratta
Reddito alimentare, approvati i progetti dei Comuni capoluogo di Genova, Firenze, Napoli e Palermo.
I finanziamenti ammontano ad un importo totale di 5.100.000 milioni di euro.
Si va quindi verso il via alla misura gestita dal Ministero del Lavoro per combattere lo spreco alimentare e aiutare le persone in gravi difficoltà.
Come funziona e cos’è nel dettaglio il reddito alimentare? Vediamolo di seguito.
Reddito alimentare: approvati i progetti dei Comuni capoluogo
Con il Decreto del Capo Dipartimento n.289 del 13 settembre 2024, sono stati approvati i progetti di Reddito alimentare delle città metropolitane selezionate per partecipare all’iniziativa promossa dal Ministero del Lavoro.
Il progetto, previsto dalla Manovra 2023, ha gli obiettivi principali di aiutare le persone in grave difficoltà e combattere lo spreco alimentare.
A tal fine, esso prevede la distribuzione gratuita di prodotti alimentari rimasti invenduti, donati dagli operatori del settore alimentare che aderiscono all’iniziativa.
Il Reddito alimentare ha un periodo di sperimentazione di tre anni, a partire dal 2023 fino a 2025, per ognuno dei quali sono stati messi a disposizione rispettivamente: 1,5 milioni di euro per il 2023 e 2 milioni di euro per il 2024 e il 2025.
Come precedentemente spiegato, per la fase sperimentale dell’iniziativa sono state selezionate, tramite accordo in Conferenza unificata, quattro città metropolitane: Genova, Firenze, Napoli e Palermo.
Queste ultime, come previsto, hanno presentato i loro progetti di Reddito alimentare, includenti un piano di distribuzione, anche tramite Enti del Terzo Settore, di pacchi alimentari provenienti da tutti i negozi della grande distribuzione e non, aderenti all’iniziativa.
Ma come funziona nel dettaglio il Reddito alimentare? Cosa succede adesso?
- Decreto approvazione progetti Reddito alimentare
- Clicca per leggere il Decreto di approvazione dei progetti di Reddito alimentare
Reddito alimentare: come funziona
Il Reddito alimentare è un’iniziativa rivolta a tutte le persone in condizioni di povertà assoluta.
Nello specifico sono destinatarie del progetto:
- persone indigenti segnalate ai soggetti donatari dai servizi sociali territoriali competenti;
- persone indigenti già destinatarie di aiuti alimentari nell’ambito della rete di distribuzione sostenuta da risorse nazionali e dell’Unione Europea;
- chiunque ne faccia richiesta in base ad un’evidenza di un bisogno urgente e indifferibile.
Queste potranno usufruire di pacchi alimentari distribuiti gratuitamente e contenenti tutti i prodotti rimasti invenduti nei negozi e nei supermercati aderenti all’iniziativa.
Come previsto dal Ministero del Lavoro, ciascun Comune capoluogo selezionato per la fase di sperimentazione ha presentato un progetto di Reddito alimentare della durata di 36 mesi.
All’interno di quest’ultimo ogni città ha indicato i soggetti partecipanti, in qualità di partner, ovvero:
- gli operatori del settore alimentare con sede operativa nel territorio di riferimento del soggetto proponente;
- i soggetti donatari afferenti al territorio del soggetto proponente. Per i soggetti donatari del Terzo Settore è richiesta una sede operativa nel territorio del soggetto proponente, nonché esperienza nell’ambito del sostegno materiale in favore delle persone in condizione di grave emarginazione, anche già aderenti al P.O.I FEAD.
Come spiegato in precedenza, per l’iniziativa sono state messe a disposizione risorse economiche pari a 1,5 milioni di euro per il 2023 e 2 milioni di euro per il 2024 e il 2025.
Queste ultime verranno distribuite territorialmente in proporzione al numero di cittadini in grave difficoltà.
I fondi messi a disposizione di ciascuna città possono essere utilizzati per sostenere le spese relative alle seguenti attività:
- campagna di comunicazione e sensibilizzazione sullo spreco alimentare rivolta sia ai consumatori finali, sia alle organizzazioni del Terzo Settore e agli operatori del settore alimentare. A questa si aggiunge l’attività di comunicazione di tutte le iniziative già realizzate, attraverso la pubblicazione delle informazioni su quanto fatto, sugli obiettivi e sui risultati ottenuti;
- gestione, monitoraggio delle attività progettuali e redazione delle relazioni intermedie e finali;
- verifiche e controlli.
Sono incluse tra le spese ammissibili anche quelle sostenute dai soggetti donatari che si occupano di trasporto, stoccaggio, confezionamento e distribuzione dei beni alimentari ai destinatari finali del reddito alimentare.
Ai soggetti donatari viene quindi riconosciuto un rimborso forfettario del 7 per cento del valore dei prodotto distribuito.
Per consentire un corretto tracciamento di tutti i prodotti alimentari e di tutte le fasi di sviluppo dei progetti viene a disposizione dei Comuni coinvolti nella sperimentazione del Reddito alimentare un sistema informativo gestionale specifico il cui utilizzo è obbligatorio.
Reddito alimentare: cosa succede adesso?
I progetti di reddito alimentare dei Comuni capoluogo sono stati approvati. Cosa succede adesso?
Come stabilito dal MLPS, per l’attuazione dei progetti deve essere sottoscritta una Convenzione di Sovvenzione che disciplini i rapporti tra il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e i beneficiari dei finanziamenti.
Il documento include tutti i diritti e gli obblighi relativi all’azione finanziata.
Affinché il procedimento di concretizzazione dei progetti di Reddito alimentare delle città prescelte vada a buon fine, è necessario che queste ultime forniscano tutte le informazioni e i dati necessari alla sottoscrizione della Convenzione entro 30 giorni dalla pubblicazione del Decreto di approvazione della lista dei progetti ammessi a finanziamento, avvenuta il 13 settembre 2024.
La mancata produzione della documentazione sopraindicata entro la scadenza fissata e senza alcun motivo, comporta la decadenza del finanziamento.
Si ricorda che l’ammissibilità di un progetto al contributo può essere revocata, parzialmente o totalmente, nei seguenti casi:
- violazione degli obblighi;
- mancato avvio delle distribuzione di beni alimentari ai destinatari finali decorsi 12 mesi dalla stipula della Convenzione di Sovvenzione;
- interruzione dell’iniziativa per cause imputabili al beneficiario;
- sussistenza di dati, notizie o dichiarazioni inesatti.
Non resta che rimanere in attesa di ulteriori novità sull’attuazione dei progetti di Reddito alimentare nelle città di Firenze, Genova, Napoli e Palermo.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Reddito alimentare al via: approvati i progetti. Cos’è e come funziona