Il 17 gennaio 2018 il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto sul reddito di cittadinanza e sulle misure pensionistiche, ad Aprile quota 100 inizierà quindi a produrre i suoi effetti ma non senza penalizzazioni.
Il Consiglio dei Ministri, il 17 gennaio 2019 in soli trenta minuti ha approvato il decreto su quota 100 e sul reddito di cittadinanza, le due misure cardine che il Governo ha deciso di proporre per favorire il ricambio generazionale e per incrementare l’occupazione.
A partire da Aprile 2019 quota 100, che ricordiamo consente a coloro che hanno compiuto 62 anni di età e che hanno versato almeno 38 anni di contributi di andare in pensione anticipatamente, inizierà a produrre i suoi effetti, ma non senza penalizzazioni.
Da uno studio effettuato dal Sole 24 ore, infatti, pare che chi deciderà di lasciare anticipatamente il mondo del lavoro beneficiando di quota 100, riceverà un assegno pensionistico più basso rispetto a quello che avrebbe avuto una volta raggiunta l’età pensionabile.
Importanti notizie nel decreto anche per ciò che concerne il riscatto della laurea, secondo la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, infatti tale misura consentirà a coloro che desiderano riscattare gli anni di studio di beneficiare di uno sconto notevole.
Pensioni 2019: con quota 100 l’assegno previdenziale si riduce del 22%
Quota 100 inizierà a produrre i suoi effetti a partire da Aprile 2019, ma non senza penalizzazioni.
In realtà non si parla di una vera e propria penalizzazione, ma è chiaro che chi deciderà di uscire anticipatamente dal mondo del lavoro verserà meno contributi di quelli che avrebbe versato se avesse continuato a lavorare fino al raggiungimento dell’età pensionabile, ovvero fino a 67 anni.
Ciò vuol dire che chi deciderà di beneficiare di quota 100 si vedrà erogare un assegno previdenziale ridotto. A spiegarlo è stato il Sole 24 ore attraverso uno studio effettuato che ha fatto emergere che chi andrà in pensione una volta compiuti 62 anni di età e avendo versato almeno 38 anni di contributi, perderà circa il 22% della pensione.
Per chi invece deciderà di andare in pensione anticipata a 64 anni di età, l’assegno previdenziale subirà una riduzione del 12-16%.
Questo perché dal 2012 i contributi versati ai fini pensionistici vengono calcolati per gli assegni con il sistema contributivo che va a favorire coloro che lasciano il lavoro più tardi con un monte di contributi più alto.
Pensioni 2019, riscatto laurea: per la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro tale misura consentirà di avere un grosso sconto
Grazie alle novità introdotte nel decreto legge su quota 100 e reddito di cittadinanza, sul riscatto della laurea coloro che vorranno riscattare gli anni di studi universitari potranno farlo in maniera agevolata.
Questo perché riscattare la laurea costerà meno e consentirà al lavoratore di aumentare gli anni di anzianità pensionistica contributiva.
Ad appoggiare questa tesi è stata la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro che dopo aver effettuato uno studio ha chiarito che si andrà incontro ad uno sconto rilevante.
Infatti, per un lavoratore che guadagna circa 40 mila euro, la differenza sarà di circa 8 mila euro, il 60% in meno rispetto a quanto avrebbe dovuto versare con le precedenti regole.
Si ricorda però che la possibilità di versare meno contributi rispetto agli anni precedenti per riscattare gli anni di studi universitari, verrà concessa solamente a chi ha meno di 45 anni di età.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Quota 100: con l’uscita anticipata la pensione si riduce del 22%