Nelle ultime ore è emerso che il Trattamento di Fine Servizio dei dipendenti statali che decidono di beneficiare di quota 100 potrebbe essere detassato. Vediamo insieme perché.
Il decreto legge n. 4 su quota 100 e sul reddito di cittadinanza è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 29 gennaio 2019 ed è ufficialmente entrato in vigore.
Quota 100 a partire da Aprile 2019 inizierà a produrre i suoi effetti, consentendo così a tutti coloro che hanno compiuto 62 anni di età e che hanno versato almeno 38 anni di contributi di andare in pensione anticipatamente.
Non tutti però potranno andare in pensione anticipata in primavera, i dipendenti statali infatti dovranno attendere fino ad Agosto 2019 prima di lasciare il loro posto di lavoro.
Questa però non è l’unica penalizzazione per i dipendenti pubblici che decidono di aderire a quota 100, infatti con l’approvazione del decreto legge era emerso che i lavoratori statali avrebbero dovuto attendere il compimento dei 67 anni anni per ricevere il Trattamento di Fine Servizio.
Oggi però le cose sembrano essere cambiate, a quanto pare infatti il Governo avrebbe decido di detassare il TFS dei dipendenti statali in modo tale da agevolarli.
Pensioni, quota 100: detassazione del 1,5% del TFS per i dipendenti statali
Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto legge su quota 100 e reddito di cittadinanza, sono iniziate a circolare voci in merito alla volontà del Governo di detassare il TFS dei dipendenti statali.
Da quanto riportato nel testo del decreto legge i dipendenti pubblici che decidono di beneficiare di quota 100 dovranno aspettare circa 8 anni prima di vedersi erogare il Trattamento di Fine Servizio.
Questo perché la legge prevede che lo Stato sia tenuto a versare al contribuente la liquidazione solo una volta raggiunta l’età pensionabile, ovvero 67 anni di età.
Da qui la necessità per il Governo di dover attivare il “Prestito Ponte” che avrebbe previsto l’anticipo dell’erogazione della liquidazione da parte delle banche ma non senza costi per i contribuenti.
Proprio per questo motivo l’Esecutivo ha deciso di detassare la liquidazione dei dipendenti statali. In pratica si compenseranno i costi attraverso un’imposta ridotta sul TFS.
La riduzione dell’imposta dovrebbe essere dell’1,5% circa rispetto all’aliquota Irpef ordinaria per ogni anno che passa dal termine del servizio all’erogazione dell’importo.
Dopo 60 mesi dalla cessazione del rapporto di lavoro, l’agevolazione prevede un tetto massimo del 7,5%, per un tetto massimo complessivo di 50.000 euro. Oltre questa cifra si applicherà la tassazione ordinaria.
Pensioni, quota 100: come presentare domanda
Oltre questa notizia riguardante la detassazione del TFS per i dipendenti statali, c’è anche un’altra importante novità che riguarda quota 100.
Proprio oggi, infatti, l’Inps con il messaggio n. 395 ha fornito indicazioni su come presentare domanda per andare in pensione anticipata.
Coloro che desiderano beneficiare di quota 100 e che hanno raggiunto i requisti per farlo dovranno accedere ai servizi online disponibili nella sezione “Domanda Pensione, Ricostituzione, Ratei, ECOCERT, APE Sociale e Beneficio precoci” utilizzando le proprie credenziali d’accesso.
Una volta effettuato l’accesso si dovrà scegliere l’opzione “NUOVA DOMANDA” che si trova nel menù di sinistra e selezionare la voce “Pensione di anzianità/vecchiaia” > “Pensione di anzianità/anticipata” > “Requisito quota 100”.
Si ricorda che la domanda potrà essere presentata anche tramite i Patronati o utilizzando i servizi del Contact center.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Pensioni, quota 100: il TFS dei dipendenti statali verrà detassato