Approvata la riforma del sistema previdenziale per gli avvocati. Dal 2025 le pensioni saranno calcolate con il metodo contributivo. Sistema misto per chi è iscritto al 31 dicembre 2024
Dal 2025 le pensioni degli avvocati iscritti alla cassa Forense saranno calcolate con il metodo contributivo.
Con l’approvazione del nuovo Regolamento Unico della Previdenza Forense la riforma è ufficiale la riforma previdenziale della Cassa.
Il nuovo metodo di calcolo si applicherà appieno ai nuovi iscritti dal 2025, per i quali sono introdotti anche nuovi requisiti per l’accesso al pensionamento.
Agli attuali iscritti, invece, si applica il sistema misto.
Pensione avvocati: dal 2025 l’assegno è calcolato con metodo contributivo
La riforma previdenziale di Cassa Forense è stata approvata: a partire dal 1° gennaio 2025 l’assegno della pensione calcolato secondo il sistema contributivo.
Dal prossimo anno, dunque, la pensione degli avvocati liberi professionisti passa al sistema di calcolo contributivo “pro rata” e non sarà più determinata con l’ormai vecchio metodo retributivo, che resterà in vigore fino a fine anno.
Una novità che si applica appieno ai nuovi iscritti dal 2025, per i quali l’assegno sarà calcolato esclusivamente utilizzando tale metodo.
Per gli avvocati già iscritti alla Cassa, invece, si applicherà il sistema di calcolo misto, per cui si prevede una prima quota calcolata con il sistema retributivo vigente per le anzianità contributive fino al 31 dicembre 2024, e una seconda con il sistema contributivo, per le anzianità successive a tale data.
Non cambiano i requisiti per l’accesso alla pensione dei professionisti già iscritti, ai quali, come detto, si applica il regime di calcolo misto. Restano quindi fissi a:
- 70 anni d’età e 35 di contributi per la pensione di vecchiaia;
- 65 anni d’età e 35 contributi per quella di vecchiaia anticipata.
Gli avvocati iscritti a partire dal 1° gennaio 2025 a cui si applica il metodo contributivo pieno potranno, invece, andare in pensione alla maturazione dei seguenti requisiti:
- 70 anni d’età e almeno 5 anni di contributi versati;
- 65 anni d’età, almeno 35 anni di contributi versati e un importo alla decorrenza almeno pari al trattamento minimo vigente nell’anno di riferimento.
Dai contributi minimi alle agevolazioni, le novità della riforma previdenziale di Cassa Forense
Il nuovo Regolamento Unico della Previdenza Forense prevede anche ulteriori novità, a partire dalla riduzione dei contributi minimi che gli iscritti sono tenuti a versare a prescindere dal reddito.
Come si legge nel comunicato della Cassa, nel 2025 il contributo minimo soggettivo passa da 3.355 a 2.750 euro e il contributo minimo integrativo scende da 850 a 350 euro.
Inoltre, per gli iscritti di età inferiore ai 35 anni è prevista, per i primi 6 anni, la riduzione del 50 per cento dell’importo da versare a titolo di contributo soggettivo e integrativo minimo.
Il versamento in misura ridotta comporta il riconoscimento dell’intero anno ai fini del diritto alle prestazioni.
Per quanto riguarda le aliquote contributive, la revisione prevede il passaggio del contributo soggettivo al 16 per cento per il 2025, al 17 per cento nel 2026 e al 18 per cento a partire dal 2027. Il tetto reddituale del 2025 è pari a 130.000 euro, oltre il quale continua ad essere dovuto il contributo del 3 per cento.
Il versamento della prima rata passa al 30 settembre.
Sale al 12 per cento poi il contributo per i pensionati attivi e vengono reintrodotti i supplementi triennali di pensione
Cambiano, infine, anche i limiti per la contribuzione volontaria, con il massimale che passa al 20 per cento del reddito professionale netto entro il tetto reddituale di 130.000 euro.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Pensione avvocati: dal 2025 l’assegno è calcolato con metodo contributivo