Nel secondo trimestre del 2022 si registra un calo del 15 per cento delle partite IVA aperte rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Questo uno dei dati che emerge dall'Osservatorio pubblicato dal MEF il 12 settembre. I settori produttivi con la flessione più significativa sono il commercio e l'agricoltura. La maggior parte delle partite IVA è attivata da persone fisiche, perlopiù nel Nord Italia. Quasi la metà dei nuovi contribuenti ha aderito al regime forfettario.
Partite IVA, i dati relativi al secondo trimestre del 2022 forniti dal Ministero dell’Economia e delle Finanze mostrano un forte calo delle aperture rispetto allo stesso periodo del 2021.
La flessione, specifica il comunicato stampa pubblicato dal MEF il 12 settembre, è da considerarsi normale visto l’aumento di aperture che si era registrato nel secondo trimestre 2021 per l’allentamento delle misure di contenimento della pandemia.
I settori produttivi che hanno registrato il calo maggiore sono quelli del commercio, dell’agricoltura e della sanità. Il settore del commercio resta comunque quello interessato dal maggior numero di aperture, seguito dalle attività professionali e dall’edilizia.
Considerando la natura giuridica, si può notare come per quasi il 70 per cento siano state avviate da persone fisiche, trend in calo rispetto al 2021.
Quasi il 50 per cento dei soggetti che hanno attivato una partita IVA ha optato per il regime forfettario. Dal punto di vista territoriale la maggior parte delle nuove aperture è avvenuta nelle regioni del Nord Italia.
Partite IVA: aperture in calo del 15 per cento nel secondo trimestre 2022
Il Ministero delle’Economia e delle Finanze ha pubblicato nel comunicato stampa n. 161 del 12 settembre 2022 i dati più rilevanti dell’Osservatorio sulle partite IVA aperte nel secondo trimestre dell’anno.
Nei mesi di aprile, maggio e giugno 2022 ci sono state 125.392 nuove aperture, il dato riscontra un forte calo, meno 15,1 per cento, rispetto al 2021.
Come spiegato dal MEF, la flessione è normale, dato il grande aumento di aperture registrato nel secondo trimestre 2021 (più 54 per cento rispetto al 2020) in seguito all’allentamento delle restrizioni legate alla pandemia da COVID-19.
Per quanto riguarda la classificazione per settore produttivo, a registrare il calo maggiore sono principalmente i settori del commercio, con una riduzione del 36,8 per cento, dell’agricoltura, meno 35,1 per cento e della sanità, meno 14,4 per cento.
In controtendenza rispetto allo stesso periodo del 2021 si registrano aumenti nei trasporti (più 16,9 per cento) e nelle attività artistiche e sportive (più 8,5 per cento), numeri dovuti soprattutto alla ripresa di questi settori in seguito alle riaperture.
Nonostante il calo, è il commercio a far registrare il maggior numero di avviamenti di partite IVA (più 18 per cento), seguito dalle attività professionali e dall’edilizia.
Partite IVA: calo delle aperture per tutte le classi d’età
Per quanto riguarda la natura giuridica delle partite IVA, i dati pubblicati dal MEF nel comunicato stampa n. 161, mostrano come quasi il 70 per cento sia stato aperto da persone fisiche, il 22,5 per cento da società di capitali e il 3,1 per cento da società di persone.
Rispetto allo stesso periodo del 2021, la diminuzione di avviamenti è generalizzata, meno 10 per cento per le persone fisiche e meno 61 per cento per i non residenti, essenzialmente costituiti da società di commercio online.
Quasi la metà dei soggetti che hanno attivato nuove partite IVA nel secondo trimestre del 2022 ha aderito al regime forfettario, tuttavia si registra un calo del 5,6 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
La ripartizione di genere mostra che più del 60 per cento del totale delle nuove aperture è effettuato da uomini.
Quasi la metà, poi, sono giovani sotto i 35 anni d’età, mentre il 30 per cento delle nuove partite IVA è attivato da soggetti dai 36 ai 50 anni. Tutte le classi d’età registrano una flessione nel totale delle aperture rispetto al 2021.
Considerando, invece, la ripartizione territoriale, si può notare come la maggior parte delle nuove aperture sia concentrata nelle regioni del Nord Italia, 45 per cento. Seguono poi il Sud e le Isole con il 31,7 per cento e infine il Centro con il 22,8 per cento.
Dal confronto con i dati del 2021 emerge come le flessioni maggiori siano state registrate in Veneto, Friuli Venezia Giulia e Molise, rispettivamente meno 37,7 per cento, 29,4 per cento e 27,7 per cento. Il Lazio, invece, è l’unica regione in cui il dato delle aperture è in crescita.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Partite IVA: aperture in calo del 15 per cento nel secondo trimestre 2022