Definizione delle liti pendenti in Cassazione, notifica del ricorso entro la scadenza del 16 settembre per l'accesso alla pace fiscale. Questo uno dei termini legato all'entrata in vigore della riforma della giustizia tributaria, che inaugura una nuova via per i contribuenti che intendono chiudere le controversie con l'Agenzia delle Entrate.
Definizione delle liti pendenti in Cassazione, si inaugura la stagione della nuova pace fiscale tra contribuenti e Agenzia delle Entrate.
Con l’entrata in vigore della riforma della giustizia tributaria debutta la nuova forma di riconciliazione, riconosciuta in caso di giudizi pendenti alla data del 15 luglio 2022.
Da monitorare le scadenze e i tempi per beneficiarne, tra cui il primo che è legato alla notifica del ricorso.
Rientrano nella definizione agevolata le liti il cui ricorso in Cassazione risulti notificato entro la data di entrata in vigore della riforma della giustizia tributaria, e quindi è il 16 settembre il primo termine da tenere a mente.
Pace fiscale, per la definizione delle liti in Cassazione entro il 16 settembre la notifica del ricorso
Si considerano pendenti le controversie tributarie per le quali il ricorso in Cassazione risulti notificato alla controparte entro la data di entrata in vigore della riforma della giustizia tributaria, a patto che alla data di presentazione della domanda per la definizione agevolata non sia intervenuta una sentenza definitiva.
Questo è uno dei punti previsti dall’articolo 5 della legge numero 130 del 31 agosto 2022, in vigore a partire dal 16 settembre.
Il 16 settembre è il termine ultimo quindi per la notifica del ricorso in Cassazione, uno dei requisiti per poter prender parte alla pace fiscale delle liti con l’Agenzia delle Entrate.
In attesa del provvedimento con il quale verranno stabilite le regole per fare domanda e aderire alla pace fiscale, è quindi questa la prima scadenza da ricordare.
Il termine ultimo per l’adesione alla definizione agevolata sarà in ogni caso fissato a 120 giorni dalla data del 16 settembre, e quindi entro il 14 gennaio del prossimo anno.
Definizione delle liti pendenti, pagamento del 5 o del 20 per cento per la pace fiscale
Due i “livelli” della definizione agevolata.
Per i giudizi pendenti in Corte di Cassazione per i quali l’Agenzia delle Entrate risulti integralmente soccombente in tutti i precedenti gradi di giudizio, di valore non superiore a 100.000 euro, si potrà accedere alla pace fiscale presentando domanda e versando il 5 per cento del valore della controversia.
Per quelli nel quali l’Agenzia delle Entrate risulti invece soccombente in tutto o in parte in uno dei gradi di merito, di valore non superiore a 50.000 euro, il pagamento dovuto sarà pari al 20 per cento del valore della controversia.
La definizione agevolata si considererà perfezionata alla data di presentazione della domanda e con il pagamento degli importi dovuti. Se non è dovuto nulla, basterà presentare istanza per chiudere i conti con il Fisco.
Da evidenziare che le controversie definibili non verranno automaticamente sospese. Sarà il contribuente a dover presentare apposita richiesta al giudice, dichiarando di volersi avvalere delle disposizioni previste dall’articolo 5 della legge n. 130/2022.
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