Cos'è la leva operativa e qual è la formula per calcolarla?
La Leva operativa è uno degli indicatori finanziari più importanti ai fini del monitoraggio della struttura operativa dell’azienda.
In particolar modo, il suo calcolo permette di individuare, al variare del fatturato, l’impatto dei costi fissi e dei costi variabili sul reddito operativo.
Lo strumento permette quindi di misurare il grado di operatività dell’impresa, andando a verificare se e quanto la produttività sia dipendente dalla consistenza dei costi fissi.
Per definizione, la leva operativa è calcolata rapportando il margine di contribuzione per il reddito operativo.
“Leva operativa = Margine di contribuzione/Reddito operativo”
Per comprenderne appieno la formula e attribuire il corretto significato al risultato, è necessario fare una panoramica sugli elementi in gioco.
Come diventare un Controller: corso di formazione teorico pratico di 6 ore
Costi fissi e costi variabili: il differente peso sulla struttura operativa dell’azienda
I costi fissi sono rappresentati dai costi che, di norma, non variano in funzione della produzione o del fatturato. Gli esempi tipici sono i canoni di locazione, gli stipendi per i lavoratori dipendenti, gli ammortamenti, i canoni di leasing e molti altri.
Di contro, i costi variabili subiscono una variazione in proporzione all’andamento della produzione o del fatturato.
Si pensi, per esempio, alle materie prime, necessarie per i processi produttivi e che impattano in relazione ai volumi.
Esistono poi delle categorie ibride, composte da una componente fissa e una variabile dipendente dal consumo: l’esempio tradizionale è quello delle spese energetiche, che rientra nel novero dei costi definiti semivariabili.
La differenza è sostanziale, al punto che organizzare un mix dei costi in modo ottimale è una delle operazioni che può salvaguardare l’azienda in funzione dei diversi andamenti del mercato. Infatti, in base alla prevalenza dell’una o dell’altra tipologia di costo, possiamo ritrovare configurazioni positive o negative in relazione a variazioni di fatturato.
A parità di condizioni, in caso di aumento dei ricavi, un’impresa con alti costi fissi ha sicuramente dei vantaggi rispetto ad un’azienda con maggiori costi variabili. Ciò perché l’incremento dei costi variabili dovuto alla maggior produzione non è tale da assorbire l’aumento del fatturato, anzi, quest’ultimo garantisce una forbice più ampia. In tal modo, infatti, il reddito operativo è destinato a crescere molto di più rispetto ad un’azienda con un’incidenza più alta in percentuale dei costi variabili.
Al contrario, se il fatturato si riduce, ecco che torna in gioco la rigidità summenzionata.
La “pesantezza” dei costi fissi rende l’impresa più esposta al rischio di subire gli effetti negativi di una contrazione delle vendite, diversamente dalle aziende con costi variabili più elevati, che tendono a contenerne l’effetto vista l’incidenza percentualmente più bassa delle spese fisse.
Pertanto, è evidente che mixare opportunamente i costi rappresenta un punto strategico per poter affrontare le dinamiche di mercato.
Leva operativa: cos’è il margine di contribuzione?
Prima di introdurre e analizzare la formula della leva operativa, è importante anche chiarire il concetto di margine di contribuzione.
In primis, è importante distinguere il margine di contribuzione unitario dal margine di contribuzione totale. Ecco la formula di riferimento:
“Mdc unitario = P – Cvu
Mdc = Fatturato – Costi variabili”
Come si può notare, il margine di contribuzione unitario misura la differenza tra il prezzo praticato del prodotto commercializzato e il costo variabile associato a quell’unità.
Moltiplicando i valori unitari per le quantità prodotte, assunto che esse siano tutte vendute, si determina il margine di contribuzione totale, ottenuto sottraendo dal totale dei ricavi delle vendite e delle prestazioni (fatturato) la sola componente dei costi variabili totali. È anche definito margine lordo di primo livello.
Tutte le aziende devono avere l’obiettivo di massimizzare tale valore. Infatti, se il margine di contribuzione è pari al totale dei costi fissi, significa che abbiamo raggiunto il punto di pareggio. Per produrre utili, è invece necessario che il margine sia superiore ai costi fissi: solo in tal modo, l’azienda è in grado di generare ricchezza.
Questo è importante non solo per il calcolo della leva operativa, e quindi per stimare gli impatti delle oscillazioni del fatturato sulla redditività, ma anche per altre decisioni strategiche. Si pensi alle aziende multiprodotto o a quelle che hanno diverse linee del medesimo bene o servizio venduto. Il margine di contribuzione può fornire informazioni interessanti per scegliere il prodotto su cui puntare o del quale fare a meno.
Reddito operativo e leva operativa
Il reddito operativo è, per sua definizione, la differenza tra valore della produzione e costi della produzione.
Nel valore di produzione rientrano i ricavi di vendita e quelli accessori; nei costi confluiscono tutti quelli legati alla produzione, insieme ad ammortamenti e accantonamenti, tenendo fuori solo i risultati della gestione straordinaria, finanziaria e fiscale. È utilizzato anche l’acronimo EBIT (Earnings Before Interests and Taxes).
Dunque, sintetizzando, il reddito operativo è dato dalla differenza tra i ricavi operativi e la somma dei costi fissi e variabili di produzione.
Formula e interpretazione della leva operativa
Chiarito ciò, possiamo tornare alla formula di partenza:
“Leva operativa = Margine di contribuzione/Reddito operativo”
Inserendo il margine di contribuzione al denominatore, abbiamo:
“Leva operativa = MdC/MdC – Costi fissi”
Scomponendo il margine, la leva è misurabile come:
“Leva operativa = Fatturato – Costi variabili/Fatturato – Costi variabili – Costi fissi”
Come interpretare questo indicatore? Se la leva operativa è pari a 1, significa che l’azienda ha zero costi fissi. Ovviamente è una situazione ipotetica, in quanto nessuna azienda può essere totalmente esente da una componente fissa di spesa. Ciò però conferma quanto esposto nei paragrafi precedenti: più è alta l’incidenza dei costi fissi, più una riduzione del fatturato aumenta il rischio di andare in perdita.
Pertanto, la leva operativa va tenuta sotto controllo proprio per gestire l’equilibrio tra le tipologie di costo. Da una parte, infatti, corre l’obiettivo di massimizzare il margine di contribuzione; dall’altra, vi è l’esigenza di evitare una forte dipendenza dai costi fissi, scongiurando crisi di redditività operativa in caso di riduzione del fatturato.
Un esempio pratico e numerico di leva operativa: confronto tra due aziende
Per comprendere meglio in che modo la leva operativa consente di analizzare le dinamiche di rischio, è opportuno esemplificare mettendo a confronto due aziende differenti.
Ipotizziamo questa situazione:
Azienda X | Azienda Y | |
---|---|---|
Ricavi | 350.000 | 350.000 |
Costi variabili | 170.000 | 50.000 |
Margine di contribuzione | 180.000 | 300.000 |
Costi fissi | 60.000 | 180.000 |
Reddito operativo | 120.000 | 120.000 |
A parità di fatturato e di reddito operativo, l’azienda X ha un’incidenza maggiore dei costi variabili. Al contrario, l’azienda Y presenta un mix di costi con prevalenza dei costi fissi. Dunque, sebbene i risultati operativi siano identici, la leva operativa è differente. Operando il calcolo, abbiamo:
“Leva operativa azienda X = MdC/Reddito operativo = 180.000/120.000 = 1,5
Leva operativa azienda Y = MdC/Reddito operativo = 300.000/120.000 = 2,5”
L’azienda Y presenta un grado di leva operativa più alto. Ciò significa che eventuali variazioni di reddito possono dar luogo a benefici, in caso di aumento, ma a enormi rischi in caso di diminuzione. Dimostriamolo.
Ipotizziamo un aumento del fatturato del 40 per cento. Ecco cosa accade alle due aziende:
Azienda X | Azienda Y | |
---|---|---|
Ricavi | 490.000 | 490.000 |
Costi variabili | 238.000 | 238.000 |
Margine di contribuzione | 252.000 | 252.000 |
Costi fissi | 60.000 | 180.000 |
Reddito operativo | 192.000 | 240.000 |
Come si può notare, in caso di aumento dei ricavi, l’azienda Y, che ha un impatto elevato dei costi fissi sulla struttura operativa, a parità di condizioni vede il suo reddito operativo crescere maggiormente rispetto all’azienda X, che ha invece più costi variabili nel suo mix.
La situazione si ribalta in caso di riduzione del fatturato rispetto alla situazione di partenza, ipotizziamo sempre pari al 40 per cento. I risultati sono i seguenti:
Azienda X | Azienda Y | |
---|---|---|
Ricavi | 210.000 | 210.000 |
Costi variabili | 102.000 | 30.000 |
Margine di contribuzione | 108.000 | 108.000 |
Costi fissi | 60.000 | 180.000 |
Reddito operativo | 48.000 | 0 |
Come si può notare, l’azienda Y ha annullato il suo reddito operativo. In caso di riduzione del fatturato, non produce più utili operativi, correndo il serio rischio di andare in perdita.
Ecco perché è considerato un indicatore di rischio, da controllare onde evitare problemi di redditività.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: La Leva Operativa: definizione e formula