Per favorire la crescita demografica in Italia è in arrivo un nuovo codice deontologico per le imprese con l'obiettivo di favorire la maternità, senza penalizzare lavoratrici madri. Lo ha annunciato la Ministra della Famiglia e delle Pari Opportunità durante l'evento di Farmindustria del 1° marzo 2023
Eugenia Roccella, la Ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, ha annunciato che è in arrivo un codice deontologico per le imprese per favorire la maternità e sostenere le lavoratrici madri.
La novità è stata comunicata nel corso dell’evento organizzato a Roma da Farmindustria, “Per una primavera demografica. Quali politiche per la natalità”.
Il codice si basa su tre punti cardine, la necessità di favorire la continuità della carriera delle lavoratrici madri, la previsione di iniziative di prevenzione e cura dei bisogni di salute e l’adattamento dei tempi e dei modi di lavoro.
Si affiancherà agli altri strumenti per la natalità e la parità di genere e le imprese potranno aderirvi su base volontaria.
Maternità: in arrivo un codice per le imprese a sostegno delle lavoratrici madri
Importanti novità in arrivo per quanto riguarda il tema delle politiche per la natalità. La Ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella, ha comunicato che sarà implementato un nuovo strumento per favorire la maternità nelle imprese.
Si tratta di un nuovo codice deontologico con l’obiettivo di stabilire regole condivise con le aziende per evitare di penalizzare le lavoratrici madri.
L’annuncio durante l’evento “Per una primavera demografica. Quali politiche per la natalità”, organizzato a Roma da Farmindustria il 1° marzo 2023.
Come sottolineato nel corso dell’incontro, l’Italia sta attraversando un periodo di calo demografico e i numeri non sono incoraggianti. Per quanto riguarda il lavoro, nella maggior parte dei casi, le dimissioni da parte delle donne sono legate alla maternità.
Questa, ribadisce la Ministra Roccella, non deve rappresentare un elemento di ostacolo alla realizzazione delle donne, qualunque sia l’ambito. L’obiettivo del Governo, e più in particolare del Dicastero, è di intervenire:
“attraverso un welfare di prossimità che accompagni le donne, e che non le faccia sentire sole, lungo la maternità.”
Alcuni strumenti sono già stati messi in campo o implementati, a partire dall’assegno unico per i figli a carico, per il quale la Legge di Bilancio 2023 ha previsto l’aumento degli importi, fino alla certificazione di genere per le imprese, uno degli obiettivi del PNRR.
I tre punti cardine del codice per le imprese a sostegno delle lavoratrici madri
La novità annunciata dalla Ministra si inserisce in questo contesto. Si tratta di un nuovo codice deontologico per le imprese, un codice di autodisciplina più agile della certificazione di genere e di adesione volontaria.
Lo strumento si fonda su tre punti generali:
- favorire la continuità della carriera delle lavoratrici madri;
- prevedere iniziative di prevenzione e cura dei bisogni di salute;
- adattare i tempi e i modi di lavoro.
In merito al primo punto il codice mirerà alla promozione di tutto ciò che favorisce la continuità di carriera, come ad esempio il diritto ad una continua informazione sull’evoluzione dell’impresa e dell’area professionale durante i periodi di astensione dal lavoro.
“Uno dei problemi di quando si rientra dalla maternità è proprio un certo spaesamento, il non sapere qual è stato il percorso che l’azienda ha fatto o i cambiamenti che ci sono stati.”
Si punta poi alle iniziative di prevenzione e cura dei bisogni di salute e alla formazione mirata al benessere psicofisico.
Infine, l’ultimo punto del codice, quello relativo all’adattamento di tempi e modi di lavoro, quindi, congedi, aspettative, flessibilità di orario, smart working, lavoro part time e disponibilità di asili nido.
“Una cosa che penso sia veramente fondamentale è la transizione dal vincolo spazio-temporale agli obiettivi della prestazione.”
Le imprese, cioè, dovrebbero passare dal concetto di valutazione in base al tempo passato azienda a quello di valutazione in base ai risultati ottenuti.
Il codice di autodisciplina, dunque, si affiancherà alla certificazioni per la parità di genere e agli altri strumenti per sostenere le lavoratrici madri. Le aziende potranno aderirvi volontariamente.
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