Qual è il futuro per la professione del giornalista che si lascia intuire ad oggi? Cerchiamo di fare il punto in merito alle prospettive di questo lavoro.
Come si prospetta il futuro della professione del giornalista? A porre seri interrogativi oggi è in primo luogo il mondo del web 2.0, che ha portato ad un’esplosione della quantità di notizie in circolazione e ad un aumento della loro velocità di diffusione.
Il giornalista sembra così, al pari di molti lavori, minacciato dall’avvento delle nuove tecnologie, che ne hanno in parte ridimensionato e modificato la figura. Ha ancora senso la professione del giornalista?
Cerchiamo di fare il punto della situazione con alcune considerazioni sul futuro della professione.
Il futuro della professione di giornalista
Il web 2.0 ha portato di certo ad una diminuzione del valore e dell’influenza del giornalista, tanto che si potrebbe pensare ad una scomparsa della professione. Se una diminuzione della sua rilevanza nell’era dei social è innegabile, ben differente è la prospettiva di chi ritiene che il lavoro da giornalista sia una specie in estinzione.
Se si guarda a quanto guadagna un giornalista i dati potrebbero sostenere un tale sospetto. La professione infatti non sembra nel complesso navigare in buone acque. Secondo uno studio dell’Agcom, oltre la metà dei giornalisti (55%) ha dichiarato meno di 20.000 euro di reddito annui.
Vanno però fatti dei doverosi distinguo. In primo luogo va considerato come i giornalisti professionisti possono vantare stipendi anche ragguardevoli, con una media di circa 60.403 euro annui.
In secondo luogo bisogna sottolineare come il futuro della professione di giornalista è dipendente in parte dal canale con il quale viene veicolata l’informazione. Va infatti considerato come il profilo del giornalista varia anche di molto a seconda della tipo di medium a cui ci si riferisce e ai compiti che si svolgono.
Scrivere per la carta stampata infatti è differente dalla scrittura online e le differenze sono ancor più palesi se si considerano i canali video (come la tv), o sonoro (si pensi alla radio e alle telecronache sportive). Parlare di lavoro del giornalista da questo punto di vista può essere in parte fuorviante perché le professionalità che comprende vanno molto al di là della figura classica dello scrittore da carta stampata.
Ad essere cambiati sono, però, gli strumenti del mestiere. Un numero sempre crescente di giornalisti si affida agli strumenti della rete, vuoi perché scrive online o perché vi reperisce informazioni per il proprio mestiere. La conoscenza dell’ambiente di internet, dei suoi stilemi e delle dinamiche dei social avranno realisticamente un peso rilevante.
Lavoro del giornalista: il futuro della notizia nel web 2.0
La struttura del mondo dei social sembra capace di per sé stessa di poter garantire un’informazione completa senza bisogno dell’intervento di un professionista. È bene considerare però come un tweet o un post di per sé possono essere certo un ‘fatto’, ma non ancora una notizia.
Per diventare tale occorre che sia sanzionata da un canale dotato di una qualche ufficialità; ed è proprio in questo spazio che il lavoro del giornalista risulta ancora di grande rilevanza. La figura del giornalista si trova così, anche oggi, a dover filtrare e guidare l’utente tra le informazioni possibili, ordinandole in base alla priorità e alla rilevanza.
Il mondo del web 2.0, improntato sulla logica del follow, della condivisione, dell’atomizzazione dell’informazione è di per sé caotico e incompleto. Gli manca chi ha il compito di selezionare gli aspetti maggiormente rilevanti del flusso giornaliero di news, conferendogli ordine e diffusione.
Futuro del giornalista: fake news e fact checking
Uno dei temi centrali per il dibattito attuale sulle notizie è quello sulle fake news. L’argomento, ad oggi così attuale, sembra fornire al lavoro del giornalista il compito per molti aspetti nuovo del fact checking, della verifica delle informazioni circolati.
La professione del giornalista dipenderà realisticamente molto dall’approfondimento della notizia, sia, in negativo, per smentire eventuali informazioni errate o mistificatorie, sia, e soprattutto, per completare i fatti già noti, inserendoli all’interno del proprio contesto.
Da questo punto di vista il futuro prossimo dello specialista dell’informazione dipenderà anche dall’autorevolezza che gli sarà riconosciuta dall’opinione pubblica in materia di affidabilità delle notizie proposte.
Da come verranno svolte queste funzioni dipenderà il futuro della professione del giornalista. Continuerà ad esserci bisogno di fonti autorevoli (i futuri giornali, notiziari, siti di informazione) che forniscano un’informazione obiettiva e approfondita all’opinione pubblica. Dalle modalità con cui si struttureranno queste fonti nell’avvenire dipenderà in definitiva cosa ne sarà del lavoro del professionista dell’informazione.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Il futuro della professione di giornalista