Dipendenti Enti locali: in arrivo un aumento di stipendio

Francesco Rodorigo - Pubblica Amministrazione

Più vicino l’aumento di stipendio per i dipendenti degli Enti locali. Un primo intervento arriverà con il testo di conversione in legge del decreto PA

Dipendenti Enti locali: in arrivo un aumento di stipendio

La disparità di retribuzione tra i dipendenti degli Enti locali e quelli delle Funzioni centrali dovrebbe presto essere colmata o almeno ridotta.

Le novità sono in arrivo con la conversione in legge del decreto PA, ora all’esame della Camera, con le Commissioni Affari Costituzionali e Lavoro che hanno approvato gli emendamenti al testo.

Il nuovo provvedimento estende il tetto ai fondi accessori negli enti territoriali anche se l’effettiva applicazione dipenderà dallo stato dei singoli bilanci autonomi.

Dipendenti Enti locali: in arrivo un aumento di stipendio

I dipendenti comunali e gli altri lavoratori e lavoratrici degli Enti Locali potrebbero presto ottenere un aumento di stipendio.

L’obiettivo è quello di andare a colmare il gap retributivo con i colleghi delle Funzioni centrali, e ridurre la fuga di personale dall’amministrazione locale.

Dopo le anticipazioni fornite da Paolo Zangrillo, Ministro per la Pubblica Amministrazione arrivano le prime conferme: con la conversione in legge del decreto PA è in arrivo infatti un intervento per aumentare le retribuzioni negli enti locali.

“Abbiamo un tema ereditato dal passato che dobbiamo affrontare con coraggio e determinazione, che è quello di ridurre la distanza tra le retribuzioni medie delle amministrazioni centrali e quelle degli enti locali.

Sto lavorando con il MEF per cercare di trovare una soluzione da mettere nel DL PA che avvii un percorso di allineamento.”

L’iter di conversione al momento vede il passaggio alla Camera. Il 17 aprile, le Commissioni Affari Costituzionali e Lavoro hanno approvato gli emendamenti al testo con le novità. La discussione in aula dovrebbe essere avviata dal prossimo martedì.

Tra queste appunto l’atteso aumento di stipendio per i lavoratori e le lavoratrici degli Enti locali.

Nello specifico, la proposta approvata prevede l’aumento delle risorse per il salario accessorio dei dipendenti degli enti locali, adeguandolo a quelle dei dipendenti ministeriali.

Da quest’anno, quindi, gli Enti ogni potranno incrementare la componente che finanzia le voci della busta paga in aggiunta allo stipendio tabellare e le somme che pagano gli incarichi aggiuntivi fino al 48 per cento della spesa complessiva sostenuta per gli stipendi tabellari del personale non dirigente nel 2023.

In concreto, si tratterebbe di un aumento medio di 3.926 euro lordi annui, circa 302 euro al mese per 13 mensilità.

L’effettiva applicazione, come anticipato, dipenderà però dai bilanci dei singoli Enti. Dovranno infatti essere rispettate due condizioni: limitare le assunzioni in base al rapporto fra le entrate correnti stabili e la spesa di personale e mantenere l’equilibrio di bilancio pluriennale.

Gli Enti locali hanno le retribuzioni più basse nell’amministrazione pubblica

L’aumento, come anticipato, punta anche a ridurre la fuga dai comuni e dagli altri enti locali.

I dati infatti sono abbastanza preoccupanti. Come dimostra l’ultimo report Ifel (Istituto per la Finanza e l’Economia Locale), la fondazione istituita dall’ANCI, nonostante dal 2019 sia ripreso il reclutamento, il personale comunale rimane ad un livello di unità insufficiente.

La causa sono le cessazioni legate ai pensionamenti, considerata l’età media elevata (51 anni) ma non solo: dal 2022 le uscite per dimissioni superano quelle per pensionamento. Sono 16.000 nel 2023, il 45,5 per cento in più rispetto al 2017.

A contribuire è stata anche la ripresa delle assunzioni nelle Funzioni centrali che ha moltiplicato le occasioni di mobilità, colte al volo da chi ha avuto la possibilità di spostarsi.

Il motivo principale è proprio nella retribuzione, troppo distante da quella dei dipendenti dell’Amministrazione centrale.

Come evidenziato dal rapporto, le retribuzioni comunali medie sono tra le più basse: il personale non dirigente nei comuni, inquadrato nella Categoria A, ha una retribuzione media lorda di 22.338 euro.

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