La detrazione degli interessi sul mutuo prima casa spetta in parte in caso di valore superiore al prezzo dell'immobile. I chiarimenti dell'Agenzia delle Entrate
Con l’acquisto della prima casa è possibile beneficiare della detrazione IRPEF sul mutuo, in particolare in relazione agli interessi passivi corrisposti.
Si tratta di una riduzione del 19 per cento dall’imposta lorda che, in base alla finalità del mutuo contratto dal contribuente, presenta diversi limiti e condizioni.
Cosa succede quando l’ammontare del mutuo è superiore al prezzo dell’immobile acquistato? Analizziamo di seguito la questione e i chiarimenti forniti dall’Agenzia delle Entrate.
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Detrazione mutuo prima casa: cosa succede se l’importo supera il prezzo dell’immobile
Con l’acquisto della prima casa, intesa come l’abitazione in cui l’acquirente decide di vivere abitualmente, è possibile richiedere la detrazione IRPEF tramite modello 730/2024 degli interessi passivi e degli oneri accessori.
La detrazione, pari al 19 per cento, può essere richiesta solo dall’intestatario del mutuo, il quale deve risultare anche proprietario dell’abitazione.
Cosa succede se l’ammontare del mutuo è superiore al prezzo dell’immobile? Analizziamo di seguito la situazione.
Nei mutui contratti per l’acquisto dell’abitazione principale, la detrazione IRPEF corrisponde al 19 per cento e va calcolata per un importo massimo di 4.000 euro.
Nel caso in cui l’ammontare del mutuo è superiore al costo dell’immobile acquistato, l’agevolazione può essere applicata solamente al prezzo della casa. A questa possono essere aggiunte anche le spese accessorie.
Di conseguenza, per comprendere nel migliore dei modi come viene applicata la detrazione IRPEF in questa specifica situazione è necessario fare un calcolo.
Per prima cosa bisogna sommare il costo dell’abitazione alle varie spese accessorie. Successivamente il risultato va moltiplicato per gli interessi. Infine, il prodotto va diviso per l’ammontare effettivo del mutuo.
Questi i chiarimenti forniti dall’Agenzia delle Entrate, tramite la rivista telematica FiscOggi.
Detrazione IRPEF mutuo prima casa: come funziona
La detrazione IRPEF spetta al contribuente solo se l’immobile viene adibito a prima casa entro un anno dal rogito del mutuo e per tutto il tempo in cui sfrutta l’abitazione in questo modo.
Se questa condizione viene meno, a partire dal periodo d’imposta successivo a quello in cui la casa non è più utilizzata come residenza abituale, il soggetto non può più beneficiare della detrazione.
Nell’eventualità in cui l’acquirente decidesse di tornare sui suoi passi, sfruttando nuovamente l’immobile come abitazione principale, potrebbe nuovamente godere della detrazione IRPEF.
Condizioni e limiti diversi sono previsti nelle seguenti eventualità:
- in caso di mutui stipulati dal 1° gennaio 2001, per i quali il rimborso spetta solo se l’immobile in questione viene adibito a dimora abituale entro un anno dall’acquisto. Quest’ultimo deve inoltre essere avvenuto nell’anno precedente o successivo alla data di stipulazione;
- se il mutuo è stato sottoscritto nel periodo compreso tra il 1° gennaio 1994 e 31 dicembre 2000, l’agevolazione spetta al contribuente se l’unità immobiliare è stata adibita a prima casa nei 6 mesi antecedenti o successivi alla data di stesura del mutuo. Fa eccezione l’eventualità in cui al 31 dicembre 2000 non fosse già decorso il termine semestrale.
È possibile portare in detrazione un massimo di 4.000 euro. Si ricorda che se il mutuo è intestato a più persone tale cifra è complessiva, quindi non destinata a ciascun intestatario.
L’unica eccezione alla regola riguarda i mutui stipulati prima del 1993.
Per i questi ultimi è previsto un rimborso pari a 4000 euro per ciascun proprietario dell’immobile, a condizione che l’abitazione sia stata adibita a dimora abituale entro l’8 dicembre 1993 e che, durante i mesi precedenti la presente data e negli anni successivi, l’acquirente non abbia cambiato la sua dimora principale.
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