Cessione del credito, in campo la remissione in bonis per gli errori materiali

Scaduto il 4 aprile il termine per la comunicazione di cessione del credito e sconto in fattura, si apre la possibilità di remissione in bonis in caso di errori che non incidono sulla spesa. Atteso l'emendamento del Governo sul superbonus

Cessione del credito, in campo la remissione in bonis per gli errori materiali

Non si fermano le novità sul superbonus e tra i correttivi al DL 39/2024 in arrivo con l’emendamento del Governo, sulla base delle indicazioni del Ministro Giorgetti, vi è anche l’ipotesi di riapertura della cessione del credito.

Lo scorso 4 aprile è scaduto il termine per l’invio della comunicazione di esercizio delle opzioni di cessione del credito e sconto in fattura in relazione alle spese sostenute nel 2023 e alle quote di detrazione residue degli anni passati.

Una scadenza che allo stato attuale non ammette deroghe, tenuto conto del venir meno della chance di remissione in bonis prevista proprio dalla nuova stretta in materia di superbonus e bonus casa.

Si profila però l’ipotesi di una riapertura limitata agli errori materiali, qualora non incidano sulla spesa per lo Stato.

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Cessione del credito, in campo la remissione in bonis per gli errori materiali

A definire nello specifico i correttivi in arrivo sul fronte del superbonus sarà l’emendamento del Governo al DL n. 39/2024 atteso all’inizio della prossima settimana in Commissione Finanze del Senato.

Diverse le novità che, stando alle ultime anticipazioni, avrebbero superato il vaglio del MEF.

Non solo obbligo di utilizzo in 10 anni in relazione alle spese sostenute nel 2024 e divieto di compensazione dei crediti maturati con i debiti previdenziali; si fa strada l’ipotesi di un correttivo “pro-contribuenti”, per sanare le irregolarità riscontrate ex post nelle comunicazioni di cessione del credito.

Si tratta dell’adempimento in scadenza lo scorso 4 aprile e per il quale lo stesso decreto legge n. 39/2024 aveva di fatto sancito la perentorietà del termine di invio, prevedendo con l’articolo 2 l’inapplicabilità della disciplina della remissione in bonis, istituto che negli scorsi anni ha permesso di trasmettere la comunicazione entro il termine di invio della dichiarazione dei redditi, versando un importo di 250 euro.

Una chance che potrebbe essere ripristinata, anche se esclusivamente in relazione agli errori sulle comunicazioni regolarmente trasmesse entro il 4 aprile.

Stando a quanto dichiarato dal Relatore in Senato del DL n. 39/2024, l’Onorevole Giorgio Salvitti, nell’intervento a TGCom24 del 10 maggio, la remissione in bonis per la cessione del credito dovrebbe applicarsi alle comunicazioni con “errori sostanziali di carattere materiale”, che in ogni caso non comportano effetti sulla spesa a carico dell’Erario.

Remissione in bonis a perimetro stretto per la cessione del credito

Attendere il testo dell’emendamento del Governo è centrale al fine di definire la portata dei correttivi in arrivo.

Difficile tuttavia che si vada verso novità dal perimetro più ampio rispetto alle ultime anticipazioni e, anzi, sul fronte della remissione in bonis per le comunicazioni di cessione del credito resta a tutt’ora l’incognita della fattibilità della misura, alla luce dell’eventuale aumento del costo complessivo per lo Stato.

In ogni caso, qualora la modifica dovesse passare per correggere gli errori nelle comunicazioni inviate entro il 4 aprile bisognerebbe versare un importo pari a 250 euro e la scadenza verrebbe fissata al 15 ottobre, termine di invio della dichiarazione dei redditi 2024.

Restano al momento diversi punti irrisolti e, in particolare, non è chiaro il rapporto tra l’ipotesi di remissione in bonis e la possibilità già ad oggi prevista di correggere gli errori formali in materia di cessione del credito inviando i dati rivisti tramite PEC all’Agenzia delle Entrate.

Questo uno dei tanti aspetti per i quali si attende di poter consultare il testo dei correttivi del Governo in materia di superbonus, atteso ormai a stretto giro in Commissione al Senato.

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