Il bonus TARI c’è ma non si vede: bollettini in scadenza senza sconto

Bonus TARI 2025, falsa partenza per lo sconto dedicato alle famiglie con ISEE basso. Nei primi bollettini in scadenza non c'è traccia dell'agevolazione e l'ARERA tenta l'accelerata

Il bonus TARI c'è ma non si vede: bollettini in scadenza senza sconto

Dal 1° gennaio 2025 è attivo il bonus TARI. Le famiglie con ISEE basso, fino a 9.530 euro, hanno diritto a uno sconto del 25 per cento della tassa rifiuti, ma come spesso accade la teoria differisce dalla pratica.

Il DPCM che attua l’agevolazione introdotta dal 2020, ma rimasta in standby per cinque anni, è stato adottato il 21 gennaio 2025 ed è approdato in Gazzetta Ufficiale il 13 marzo.

Tempistiche troppo strette per consentire l’avvio effettivo dell’agevolazione dall’anno in corso, considerando la prima scadenza della TARI fissata tra aprile e maggio in molti Comuni.

L’ARERA tenta di accelerare e con la delibera pubblicata il 3 aprile fissa le disposizioni attuative per il riconoscimento dello sconto. Intanto però molti Enti hanno già emesso i bollettini con gli importi dovuti ed è difficile che si torni indietro.

Il bonus TARI c’è ma non si vede: bollettini in scadenza senza sconto

È una lunga sequela di passi falsi a caratterizzare il bonus TARI, introdotto dal Decreto Legge n. 124/2019, rimasto nell’ombra per più di cinque anni, e attuato con l’amara sorpresa di un costo extra per tutti, per sopperire alla mancanza di fondi di copertura.

L’emissione da parte dei Comuni dei bollettini della TARI 2025, alla luce delle prime scadenze fissate ad aprile e a maggio, è la conferma di un iter caotico e sfasato sul fronte dei tempi.

L’adozione in corso d’anno del decreto attuativo mal si concilia con le procedure di emissione degli avvisi di pagamento. Alle famiglie con ISEE entro il limite di 9.530 euro, teoricamente beneficiarie dello sconto automatico del 25 per cento, non è stata applicata alcuna agevolazione.

Ferma restando la possibilità di continuare a beneficiare di scontistiche previste dai regolamenti locali, per poter rendere effettivo il bonus TARI serviva un provvedimento da parte dell’ARERA.

L’Autorità che si occupa di definire le regole per l’accesso ai bonus sociali ha pubblicato il 3 aprile un primo documento, che rappresenta l’avvio dei lavori per la definizione delle regole operative per l’applicazione della scontistica sui bollettini del 2025.

È però solo il primo di una serie di passaggi necessari.

Dalle osservazioni dei Comuni al via libera del Garante Privacy, per il bonus TARI l’avvio dal 2025 è un’utopia

La delibera ARERA 133/2025/R/rif avvia il procedimento per l’attuazione del bonus TARI e nel testo disponibile online dal 3 aprile viene posta in evidenza l’urgenza di procedere con tempistiche serrate.

Il provvedimento sarà aperto alle osservazioni “postume” di Comuni ed Enti interessati fino all’11 aprile, ma in ogni caso definisce la cornice delle regole da applicare per l’erogazione dell’agevolazione e la copertura dei relativi oneri a partire dall’anno 2025.

Entro il 30 aprile i Comuni sono chiamati ad approvare i piani finanziari del servizio di gestione dei rifiuti urbani, le tariffe e i regolamenti della TARI e della tariffa corrispettiva.

Teoricamente quindi il provvedimento ARERA si inserisce nel flusso dei lavori in corso per definire importi e agevolazioni ai fini del calcolo della tassa dovuta per il 2025, ma è bene evidenziare che molti Enti hanno già provveduto ad adottare le regole da seguire per l’anno in corso.

Una prima criticità sul fronte delle tempistiche che si affianca, in ogni caso, alla necessità di ottenere il via libera del Garante per la Privacy sull’accesso ai dati ISEE da parte dei gestori del servizio rifiuti e dei comuni.

Una serie di passaggi che rischiano di far tardare i tempi di avvio dell’agevolazione, aspetto che l’ARERA evidenzia tra le righe dando mandato all’ANCI “di avviare tempestivamente lo sviluppo delle attività necessarie per consentire lo scambio dei flussi informativi funzionali all’erogazione del bonus sociale rifiuti.”

Urgenza è la parola d’ordine. Sale la TARI di 6 euro per “pagare” un bonus partito senza fondi

Lo sforzo dell’ARERA di unire i punti è apprezzabile, ma non è detto sia risolutivo, soprattutto per tutti i casi in cui le procedure per la riscossione della TARI dovuta nel 2025 sono già state ultimate.

È il caso, ad esempio, del Comune di Roma: l’AMA ha già provveduto al calcolo delle somme dovute dai cittadini e all’emissione dei bollettini, con la prima scadenza fissata alla fine del mese di maggio.

Dalle informazioni raccolte dal contact center che si occupa di rispondere ai quesiti degli utenti emerge che, salvo contrordine, non saranno emessi bollettini aggiornati alle disposizioni ARERA e che verosimilmente il bonus TARI sarà riconosciuto ex post, nel 2026, con storno sulle somme da pagare.

Mancano però comunicazioni ufficiali e pertanto è bene monitorare la situazione passo per passo.

Un ulteriore elemento degno di nota, posto in evidenza dalla delibera ARERA, riguarda la questione dell’aumento della TARI necessario per finanziare il bonus sociale.

Il bonus TARI è infatti partito senza coperture e saranno cittadini e imprese a pagarlo. L’articolo 2 della delibera prevede “modifiche urgenti ai meccanismi di perequazione nel settore dei rifiuti urbani”, prevedendo un costo extra pari a 6 euro per la copertura delle agevolazioni riconosciute ai beneficiari del bonus sociale sui rifiuti.

Una “tassa sociale” per tutte le utenze del servizio di gestione dei rifiuti urbani, che interesserà - e qui il paradosso - anche ai beneficiari dello sconto TARI.

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