Il paradosso del bonus TARI: per finanziarlo aumenta la tassa rifiuti

Il bonus TARI parte senza coperture: a finanziare lo sconto per le famiglie con ISEE basso sarà un contributo perequativo. Ecco perché la tassa rifiuti aumenterà per tutti

Il paradosso del bonus TARI: per finanziarlo aumenta la tassa rifiuti

L’avvio del bonus TARI, dopo cinque anni dalla sua introduzione, non è solo una buona notizia.

L’agevolazione che dal 1° gennaio 2025 garantirà uno sconto del 25 per cento alle famiglie con ISEE basso non prevede fondi di copertura.

Come sarà finanziata? La “soluzione” è l’introduzione di un nuovo balzello sulla tassa sui rifiuti, con un aumento che interesserà tutti i contribuenti e in tutti i Comuni d’Italia.

Il paradosso del bonus TARI: per finanziarlo aumenta la tassa rifiuti

Il testo del DPCM pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 13 marzo parla di una “componente perequativa”, ossia una misura di compensazione per la tutela degli utenti domestici in condizioni di disagio economico.

Tradotto in pratica, per la copertura del bonus TARI si va verso un aumento della tassa rifiuti per tutti i cittadini e le cittadine.

L’avvio dopo anni di attesa dell’agevolazione per le famiglie con ISEE fino a 9.530 euro (20.000 euro per le famiglie numerose) diventa un paradosso. Se da un lato dal 1° gennaio 2025 sarà riconosciuto uno sconto sull’importo dovuto, dall’altro però sarà necessario per tutti contribuire al finanziamento della misura.

Il perché è presto detto: il DL n. 124/2019, con il quale è stato introdotto il bonus sociale sulla TARI, non ha previsto fondi di copertura, ma ha lasciato nelle mani dell’ARERA il compito di definire le modalità attuative dell’agevolazione, tenuto conto del “principio del recupero dei costi efficienti di servizio e di investimento”.

Il DPCM pubblicato il 13 marzo, in vigore dal 28 marzo, stabilisce quindi per l’ARERA il compito di definire il valore della componente perequativa della TARI che interesserà tutti gli utenti.

Aumento della TARI anche per i beneficiari del bonus sociale

È l’articolo 3 del decreto attuativo a prevedere i contorni della componente perequativa. L’ARERA dovrà istituire e aggiornare, entro quattro mesi dalla data di entrata in vigore del DPCM, il valore dell’aumento che andrà ad alimentare il conto che farà da copertura al bonus TARI.

A pagare il balzello sulla tassa rifiuti sarà la generalità dell’utenza, domestica e non domestica. L’aumento della TARI interesserà quindi i cittadini, anche i beneficiari del bonus sociale, così come le imprese.

Al momento l’importo aggiuntivo dovuto non è ancora noto. Il decreto stabilisce solo i criteri generali che dovrà seguire l’ARERA e, nello specifico, la componente perequativa dovrà:

  • rispettare il principio di proporzionalità;
  • applicarsi in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale;
  • prevedere meccanismi di aggiornamento certi e trasparenti.

Una cornice, quindi, dentro la quale l’Autorità di regolazione è chiamata a stabilire il valore e i criteri di applicazione. Il bonus TARI rischia quindi di trasformarsi in un costo extra per tutti, con un impatto pratico ancora tutto da definire.

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