Ticket licenziamento 2018: importo raddoppiato per i datori di lavoro che effettuano licenziamenti di lavoratori in CIGS. Ecco le novità prevista dalla Legge di Bilancio e cosa cambia.
Ticket licenziamento 2018: aumenta l’importo dovuto dai datori di lavoro che effettuano licenziamenti di dipendenti in CIGS.
Si tratta di una delle novità previste dalla Legge di Bilancio 2018 che, all’articolo 20, prevede il raddoppio dell’importo dovuto dai datori di lavoro tenuti alla contribuzione per il finanziamento dell’integrazione salariale straordinaria.
Il ticket di licenziamento è stato introdotto con la Legge Fornero ed è dovuto nei casi di interruzione di contratti di lavoro a tempo indeterminato, in rapporto all’anzianità del lavoratore.
A partire dal 1° gennaio 2018 e nel caso di approvazione della norma inserita nella Legge di Bilancio, il contributo dovuto salirà all’82% nel caso di licenziamenti di dipendenti in CIGS, raddoppiando l’importo della percentuale dovuta sul massimale della Naspi.
Ticket licenziamento 2018, importo raddoppiato: ecco le novità
L’aumento del ticket licenziamento è una delle novità previste dalla Legge di Bilancio 2018.
L’importo, dovuto dal datore di lavoro nel caso di licenziamento di dipendenti in CIGS, è stato introdotto con la Legge Fornero al fine di inibire i licenziamenti e di finanziare l’indennità di disoccupazione Naspi.
Attualmente è previsto che l’importo del ticket di licenziamento sia pari al 41% del massimale Naspi, e quindi ad un massimo di 1.470 euro per i rapporti di lavoro di durata pari o superiore a 36 mesi.
Sono obbligati a pagare il ticket di licenziamento tutte le imprese che effettuano licenziamenti di dipendenti tenuti a percepire la Naspi ma, stando alle novità attualmente previste, l’aumento non interesserà le cessazioni di rapporti di lavoro dovuti a licenziamenti collettivi avviati entro il 20 ottobre 2017.
Secondo quanto attualmente previsto, il ticket licenziamento 2018 salirà all’82% del massimale Naspi nel caso di licenziamenti di dipendenti in CIGS, raddoppiando l’importo dovuto e portandolo ad un massimo di 2.940 euro per ciascun dipendente licenziato.
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