La Buona Scuola 2017 rivoluzionerà le procedure per diventare insegnante. Ecco la riforma del Tfa, tra concorsi nazionali, tirocini e esami intermedi, che entrerà in vigore per l'A.S. 2020/2021.
La riforma del Tfa ha ormai ricevuto la luce verde dal Consiglio dei Ministri e si appresta a rivoluzionare l’accesso all’insegnamento per la scuola secondaria. Definita sulla base della delega al Governo contenuta nella legge 107/2015, meglio conosciuta come la Buona Scuola 2017, la riforma potrebbe trasformare definitivamente i criteri per diventare insegnanti di ruolo.
Per chi si sta chiedendo come diventare insegnante, è bene specificare che la procedura sarà molto diverso da ora: lo schema di decreto legislativo che introduce la riforma del Tfa prevede infatti la riformulazione delle procedure attualmente vigenti.
Con la riforma del Tfa contenuta nella legge sulla Buona scuola 2017 cambieranno principalmente alle procedure di accesso al ruolo di docenti e degli insegnanti tecnico-pratici nella scuola secondaria. Vediamo, in sostanza, quale sarà l’iter per diventare insegnante quando entrerà in vigore il nuovo Tfa previsto dalla Buona scuola 2017.
Tfa 2017: come diventare insegnante dopo la riforma della Buona Scuola
La bozza di riforma del Tfa 2017 prevede un corso triennale suddiviso in anno prevalentemente orientato allo studio di pedagogia, psicologia, normativa scolastica e in un biennio di tirocinio. Tutti e tre gli anni saranno retribuiti, per l’ultimo la retribuzione del Tfa sarà equivalente ad un anno di supplenza nel grado e nel ruolo ricoperto.
La novità rilevante contenuta nella legge sulla Buona scuola 2017 è che alla fine il percorso si concluderà con l’assunzione a tempo indeterminato. Il progetto proposto dal Governo che cambierà le regole sul Tfa mira a costruire un iter strutturato che possa conciliare formazione del personale docente con la certezza del raggiungimento dell’agognata assunzione.
La riforma del Tfa prevede degli esami al termine di ogni anno. Nel caso in cui non dovessero essere superati non si potrà proseguire il programma di formazione. Tra i test intermedi che bisognerà affrontare durante il percorso di Tfa si segnalano quelli alla fine:
- del primo anno: si dovrà sostenere una verifica che terrà conto dell’attività svolta dall’aspirante docente durante i primi mesi. Se superato con successo consentirà di conseguire il diploma di specializzazione relativo al proprio percorso formativo.
- dei tre anni: si verrà sottoposti a valutazione da parte di una commissione composta da docenti universitari, da un dirigente scolastico dell’ambito territoriale in cui si è svolto il tirocinio e dai tutor dello stesso. In caso di esito positivo della prova, la commissione avrà il compito di aggiudicare una valutazione al candidato. Sulla base del punteggio ricevuto verrà stilata la graduatoria per l’accesso al ruolo su base regionale che indicherà l’ordine per la scelta dell’ambito territoriale.
Nel caso di esito negativo di una delle prove intermedie del Tfa dopo l’approvazione della riforma si avrà la possibilità di accedere alla parte restante dell’iter formativo previo superamento di un nuovo concorso.
Riforma del Tfa 2017: il concorso nazionale
La Buona scuola 2017 prevede una selezione iniziale per la partecipazione al sistema di formazione triennale, ovvero alla fase successiva del Tfa. A regolarne l’ingresso sarà un concorso nazionale a numero chiuso indetto ogni due anni. Il numero di posti disponibili dovrà essere calcolato sulla base delle posizioni che si prevedono vacanti a partire dal secondo anno del corso di formazione.
La riforma del Tfa imporrà al candidato di scegliere una e una sola regione per la quale effettuare la prova e, al contempo, i contingenti per i quali si candida. Il concorso nazionale prevederà contingenti separati per le seguenti tipologie di posizioni:
- docenti di scuola secondaria di primo e secondo grado che potranno essere suddivisi in relazione agli ambiti disciplinari;
- insegnanti tecnico-pratici per le scuole secondarie;
- docenti di sostegno.
La selezione delle domande del Tfa consisterà in 3 prove. Il mancato superamento di una avrà l’effetto di precludere il passaggio alle successive.
Le prime due saranno scritte: la prima avrà come obiettivo la valutazione delle conoscenze del candidato nella disciplina per la quale si propone come docente. La seconda invece valuterà la preparazione nelle materie antropo-psico-pedagogiche e relativamente alle tecnologie e metodologie d’insegnamento.
A completare il tour de force per gli aspiranti docenti interverrà una prova orale concernente tutte le discipline facenti parte della classe di concorso, la conoscenza di una lingua straniera europea e le competenze informatiche di base. Per gli insegnanti di sostegno ai tre esami descritti relativamente al Tfa si aggiungerà un’ulteriore prova scritta prima di quella orale che soppeserà le conoscenze di pedagogia speciale per l’inclusione scolastica.
Diventare insegnante dopo la riforma del Tfa 2017: i requisiti per il concorso
Non tutti potranno accedere al concorso nazionale per diventare insegnanti di ruolo e quindi partecipare al Tfa così come previsto dalla riforma 2017. Si deve perciò prestare attenzione ai requisiti richiesti per l’ammissione alla prova nazionale. I titoli richiesti sono tre:
- laurea magistrale (triennale nel caso del sostegno) o diploma di secondo livello (primo per il sostegno) dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica coerente con la classe di concorso scelta;
- possesso di almeno 24 crediti formativi o accademici (CFU/CFA) in discipline antropo-psico-pedagogiche e in metodologie e tecnologie didattiche. Almeno 6 crediti dovranno essere conseguiti uno dei seguenti ambiti: pedagogia, pedagogia speciale e didattica dell’inclusione, psicologia, antropologia, metodologie e tecniche didattiche;
- attestazione di conoscenze di livello B2 in una delle lingue europee (ai sensi dell’art. 7, co. 1 del DM del 22 ottobre 2004 n. 270);
- attestazione di competenze informatiche e telematiche (art. 10, co. 5 lettera d del decreto del punto precedente).
Riforma del Tfa 2017: i prossimi passi per l’entrata in vigore
La riforma del Tfa, c’è da sottolinearlo, non è ancora legge e quindi ancora non sarà attiva per il 2017: dovrà superare il vaglio delle Commissioni parlamentari. Probabilmente subirà delle modifiche nelle prossime fasi di approvazione della riforma sulla Buona scuola, nondimeno lo schema generale risulta tracciato al di là dei singoli dettagli.
Rimarrà da seguire l’iter della proposta di riforma del Tfa che potrebbe rivoluzionare l’ingresso nel mondo dell’insegnamento. In ogni caso la bozza della riforma prevede l’entrata in vigore delle nuove regole per diventare insegnante per l’anno scolastico 2020/2021.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Tfa 2017: come diventare insegnante dopo la riforma della Buona Scuola