Sotto la lente di ingrandimento il calendario di scadenze fiscali, e non, tra passato, presente e ultime notizie in arrivo con l'attuazione della riforma, che suggeriscono un interrogativo: le novità saranno utili a mettere ordine nel groviglio di date e adempimenti?
Sulla scrivania degli addetti ai lavori un calendario di fine anno, con scadenze fiscali e non, che invita a riflettere.
Dopo la chiusura della stagione dichiarativa, gli adempimenti relativi al titolare effettivo, l’appuntamento con l’IMU e l’acconto IVA.
Uno sguardo alla tabella di marcia tra passato e presente con le novità in arrivo della riforma fiscale.
Scadenze fiscali: la dichiarazione dei redditi tra passato e presente
La presentazione della dichiarazione dei redditi dell’anno precedente, con un sistema di fatturazione elettronica ormai a regime da 5 anni, dichiarazioni precompilate sempre più presenti, banche dati delle Agenzie Fiscali ricche di ogni genere di informazioni potrebbe apparire ormai come una passeggiata.
Anche grazie alla campagna dei media che ciclicamente presentano le novità fiscali esaltandone la relativa efficacia e risolutezza, si è diffusa l’idea che si può risolvere tutto o quasi con un click.
Ma la realtà è diversa tanto che la complicata compilazione della dichiarazione dei redditi ha costretto il Legislatore a fissare il termine di presentazione ormai a ridosso del fine anno con la possibilità di farlo slittare ben oltre il secondo anno successivo pagando 25 euro di “sanzione ridotta”.
Nel dopoguerra la campagna dei dichiarativi si chiudeva a marzo, solo negli anni ’80 all’inizio della carriera professionale di chi scrive si chiudeva comunque a Maggio con la compilazione in carta copiativa di poche pagine, ma poi l’avvento di Entratel e dell’informatica nelle procedure contabili, con i problemi della stratificazione normativa già evidenti fin dal secolo scorso, per certi versi ha complicato tempi e procedure.
Verso una nuova scadenza in calendario: la comunicazione del titolare effettivo
In questa fine d’anno, poi, l’apparato burocratico obsoleto aggiunge una nuova scadenza in calendario sottoponendo il contribuente a una comunicazione ridondante come quella della comunicazione del titolare effettivo da inviare entro l’11 dicembre.
L’adempimento, pur essendo relativamente semplice nella sua esecuzione pratica, appare evitabile nell’oltre 90 per cento dei casi in quanto figura ravvisabile dalle visure camerali della stragrande maggioranza delle società interessate.
Per raggiungere l’obiettivo della norma bastava obbligare i soli soggetti per i quali non vi è evidenza diretta di detta figura, si pensi alle catene societarie od alle intestazioni fiduciarie ma avrebbe avuto un senso anche il solo esentare o sospendere la comunicazione ai soggetti nel mentre coinvolti in procedure concorsuali, sottoposti al vaglio dell’autorità giudiziaria in ogni propria manifestazione e gli altri casi di dubbia utilità quale ad esempio l’individuazione e la relativa comunicazione meramente formale del TE delle cooperative nel rappresentante legale, info già in possesso delle Camere di Commercio, tenutarie del registro speciale del TE.
La routine quotidiana tra scadenze fiscali e criticità del sistema
Tornando alle scadenze fiscali, per la sola comunicazione del possesso di una crypto valuta sono servite 11 pagine, il risultato delle semplificazioni normative rincorse dai governi e legislature di questi ultimi venti anni, chiaramente ad uso e consumo della propaganda politica di questo o quel partito, che si inserisce in una routine quotidiana di evidenti carenze tecniche e di organico della macchina dello stato.
Qualche esempio pratico:
- il sistema di pagamento Pago PA, che non appare adeguato a supportare i picchi di traffico dei pagamenti che si registra nella concomitanza di diverse scadenze;
- l’esperienza recentissima di un paio di addetti ai lavori, raccontata via social, che riguarda l’esito dell’invio della pec prevista dalla procedura relativa alla Comunicazione Investimenti Beni Strumentali 4.0 e R&S, peraltro non obbligatoria, respinta a causa della “casella mail piena”;
- la prenotazione degli appuntamenti, quando va bene, possibile in uffici periferici diversi da quello interessato a distanza di chilometri dal proprio domicilio e magari oltre il termine della richiesta di pagamento da contestare, non risolvibile con un CIVIS che se interpellato il più delle volte rinvia ad uno sportello.
Scadenze fiscali e non: una riflessione tra passato, presente e ultime notizie dalla riforma fiscale
Niente di nuovo per chi da anni opera nel settore, che pure ci mette del suo: seppur previsto dal lontano 2015, si scopre che parte dei contribuenti in regime forfettario, ed anche alcuni addetti ai lavori, avevano preso sottogamba l’obbligo di comunicare alcune voci di spesa al fisco previste nel modello dichiarativo, o che nell’emettere lo scontrino non si è data attenzione alla corretta indicazione delle modalità di incasso.
Da qui arrivano le due controverse campagne promosse dall’Agenzia delle Entrate lo scorso ottobre a ridosso delle importanti scadenze fiscali di fine anno, la prima delle quali è stata poi posticipata di un anno al 30 novembre 2024 e la seconda in parte disinnescata per delle erronee informazioni comunicate all’Agenzia da parte del Sistema Bancario.
Basterà l’attuazione della riforma fiscale a risolvere, anche solo in parte, questo groviglio di scadenze e adempimenti?
Lo vedremo, ma i primi segnali non sembrano così risolutivi:
- anticipo al 30 settembre della presentazione della dichiarazione dei redditi;
- dati ISA da presentare in anticipo, entro il 20 luglio, almeno da parte dei potenziali contribuenti intenzionati a ricevere la proposta di concordato preventivi.
Tutto ciò in sostanziale costanza dell’attuale normativa tributaria con il termine dell’invio delle dichiarazioni dei redditi anche quest’anno al 30 novembre.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Scadenze fiscali e non: una riflessione tra passato, presente e ultime notizie dalla riforma