Anche chi è senza conto corrente può ricevere un rimborso dall'Agenzia delle Entrate: il pagamento avviene tramite gli assegni vidimati emessi da Poste Italiane. Per l'incasso si hanno 60 giorni di tempo
Nella maggior parte dei casi l’Agenzia delle Entrate procede con il rimborso che spetta a cittadini e cittadine tramite bonifico. Ma cosa accade se colui o colei che ne ha diritto non ha un conto corrente bancario o postale?
Non c’è da preoccuparsi: gli importi vengono recapitati per altre vie. In particolare il pagamento viene effettuato tramite assegno vidimato emesso da Poste Italiane.
Come funziona il pagamento del rimborso da parte dell’Agenzia delle Entrate per chi è senza conto corrente?
Il dubbio sulle modalità alternative al bonifico, posto da un lettore di FiscOggi, la rivista online dell’Agenzia delle Entrate, è legittimo. Nella maggior parte dei casi, infatti, ormai i rimborsi vengono accreditati su conto corrente, una semplificazione che ha anche ridotto l’attesa per ottenere gli importi.
“Grazie alle semplificazioni dei processi di pagamento, i tempi necessari ad accreditare le somme ai contribuenti si sono ridotti di circa 30 giorni”.
Si legge nel documento pubblicato dall’Agenzia delle Entrate con i risultati delle attività svolte e i dati relativi al 2022 a inizio marzo.
Quando, però, vengono indicate le coordinate di un conto corrente intestato alla persona interessata, c’è un’altra via percorribile.
In particolare il rimborso viene pagato dall’Agenzia delle Entrate tramite titoli di credito a copertura garantita emessi da Poste Italiane.
Si riceve, quindi, un assegno vidimato tramite raccomandata presso il domicilio fiscale di riferimento.
Dall’emissione, indicata sul titolo, si hanno 60 giorni di tempo per incassare le somme.
Rimborso da parte dell’Agenzia delle Entrate: istruzioni sul pagamento tramite assegno vidimato
I cittadini e le cittadine che ricevono un rimborso dall’Agenzia delle Entrate tramite assegno vidimato possono ottenere la cifra in contanti presentandolo presso qualsiasi ufficio postale.
Nel caso in cui questa modalità di pagamento derivi da una mancata comunicazione all’Agenzia delle Entrate delle coordinate bancarie o postali, è possibile anche versarlo sul proprio conto.
Come si legge sul portale istituzionale, l’erogazione in contanti da parte di Poste Italiane è subordinata a una serie di verifiche:
- avvenuta consegna del plico al beneficiario;
- termini di validità dell’assegno;
- identità di colui o colei che presenta l’assegno;
- controllo della puntuale coincidenza di tutti i dati dell’assegno.
Basta anche una sola incongruenza a bloccare il pagamento. Ma l’Agenzia delle Entrate precisa che ci sono, in casi particolari, anche delle eccezioni:
“Tuttavia, nel caso in cui l’assegno risulti intestato ad un soggetto minore, interdetto, defunto o fallito, il titolo può essere incassato anche dai soggetti titolati alla riscossione in nome e per conto dei loro rappresentati (ad esempio, tutore, erede, curatore fallimentare) che ne dimostrino la propria legittimazione mediante la presentazione di idonea documentazione.”
Oltre la scadenza dei 60 giorni, l’assegno vidimato con il rimborso torna nelle casse dell’Erario. L’Agenzia delle Entrate, poi, effettua nuovamente il pagamento nella stessa modalità.
Se, però, per due volte di seguito l’importo non viene riscosso dovrà essere poi la persona interessata a presentare un’apposita istanza per ottenerlo.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Rimborso dall’Agenzia delle Entrate, come funziona il pagamento per chi è senza conto corrente?