Il commento alle ultime notizie emerse sugli sviluppi del lavoro della Camera sulla Legge Delega sulla Riforma Fiscale che sembrano confermare la sensazione diffusa tra gli addetti ai lavori di un obiettivo al ribasso della riforma stessa.
Questi alcuni degli ultimi punti su cui è al lavoro la maggioranza al fine di agevolare la chiusura dell’iter di approvazione della attesa Riforma Fiscale:
- uscita morbida dal regime forfettario;
- cashback fiscale;
- eliminazione della ritenuta d’acconto;
- mensilizzazione degli acconti.
Quelle sopra elencate sono alcune delle novità del nuovo testo del ddl sulla Delega Fiscale in discussione alla Camera, anticipate dal sottosegretario all’Economia Federico Freni, intervenuto giovedì scorso al Tax Advisory Summit di ItaliaOggi.
La Legge Delega è attualmente al vaglio della Commissione Finanze della Camera per poi approdare in aula per il primo voto.
Nuovo regime forfettario per le partite IVA: uno scivolo tra i 65 mila e gli 85 mila euro
Innalzare la soglia del regime dei forfettari a 85 mila prevedendo una graduale uscita per chi perde i requisiti o consegue un introito tra i 65 mila e gli 85 mila euro.
La proposta prevede un meccanismo progressivo che consentirà di passare dal regime forfettario a quello ordinario con uno scivolo che non penalizzerà eccessivamente chi perderà i requisiti, alzando in tal modo anche l’asticella del regime.
Il sottosegretario Freni ha spiegato:
“non è ancora un’estensione del regime forfettario a 85.000 ma è un progressivo avvicinamento verso questo che è l’obiettivo ”.
Lo stesso Freni ha, inoltre, aggiunto che nella legge delega troverà spazio un intervento sul cashback fiscale, l’abbandono della ritenuta di acconto ed il via ad una progressiva mensilizzazione degli acconti.
Un provvedimento, quest’ultimo, che a mio avviso riprende, semplificandola, la originaria proposta presentata nel 2020 dal Direttore dell’Agenzia delle Entrate Ruffini della liquidazione su base mensile delle imposte sui redditi.
Sempre il sottosegretario Freni ha spiegato che il percorso della Riforma ha subito dei rallentamenti perché:
“ci sono sensibilità diverse rispetto al tema fiscale in una maggioranza così eterogenea.
Sensibilità diverse hanno portato ovviamente a dei rallentamenti nel cammino della delega fiscale, rallentato ma non impedito perché alla fine una quadratura si è trovata”.
A parere di chi scrive, la quadra è stata trovata ma a ribasso, come purtroppo si era già capito dalle avvisaglie percepite nei mesi scorsi.
Non si comprende, infatti, come in questi mesi il lavoro del Legislatore si sia arenato più che altro per i puntigli di bandiera di questo o quel partito.
Ci si presenta oggi con delle novità, certo interessanti, ma che avrebbero tranquillamente potuto trovare spazio in una “manovra di fine anno”, invece di essere trattate in una Riforma, che si possa effettivamente qualificare come tale.
Una considerazione finale mi è d’obbligo.
Nell’immediato dopoguerra una compagine ancora più eterogenea della attuale maggioranza di governo è stata capace di elaborare un documento quale la nostra Costituzione, ancora oggi attuale e valido esempio internazionalmente riconosciuto sul come costruire le basi di un vivere comune.
Una ennesima occasione di rinnovamento è stata sprecata e, chissà perché, ancora sul fisco.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Riforma fiscale: gli indizi di un intervento a ribasso