Con lo stop delle attività dovuto all'emergenza coronavirus, anche diversi registratori telematici si fermano: un'occasione per riflettere sui primi mesi di vita dell'apparecchio utile per adeguarsi allo scontrino elettronico, debuttato a gennaio 2020, e per evidenziare tre caratteristiche da non sottovalutare.
Esordisco col dire che nessun accorgimento particolare deve essere preso dagli esercenti, in questi giorni di chiusura forzata, per quanto riguarda i registratori telematici.
Tali apparecchi sono impostati all’origine per segnalare le giornate di chiusura pertanto nulla è da farsi in tal senso.
Volevo, invece, condividere qui alcune mie riflessioni maturate dopo questo primo periodo trascorso dalla introduzione dell’apparecchio in linea con i nuovi standard, che ora è giunto al terzo mese di attività: a gennaio 2020 è partita la seconda fase dello scontrino elettronico e tutti gli esercenti si sono dovuti adeguare.
Registratori telematici: dopo i primi tre mesi, alcune attività si fermano, lo spunto per una riflessione
Con il progressivo incremento dei registratori telematici, dalla quale l’Agenzia fiscale stima di ricevere annualmente dati relativi a 35mld di transazioni, ho fin qui constatato:
- la carente preparazione di diversi tecnici addetti alla attivazione dei misuratori fiscali al quale non si chiede la conoscenza del Tuir o del DPR numero 633 del 1972, ma almeno quella delle informazioni tributarie di base, necessarie al corretto espletamento dell’attività svolta;
- i contribuenti sono poco informati rispetto alle procedure da aggiornare o da mettere in atto ex novo. Questo è, a mio parere, dovuto anche dalla superficiale attenzione dei rispettivi consulenti verso il cliente interessato da questo passaggio dalla documentazione analogico/cartacea a quella digitale, solo apparentemente semplice.
Non voglio tediare il lettore con riferimenti normativi ed informazioni già dispensate dai media tradizionali e via social nonché dalla stessa Agenzia delle Entrate con la sua guida dedicata.
Registratori telematici, tre aspetti da non sottovalutare
Intendo però sottolineare tre punti sottovalutati da molti:
- chi applica il regime forfettario deve assicurarsi che il proprio registratore non emetta scontrini con indicazione dell’aliquota Iva ordinaria facendo sì che venga correttamente predisposto per la trasmissione telematica del corrispettivo con l’indicazione del codice N2;
- anche il dettagliante che applica il regime cosiddetto regime di ventilazione deve assicurarsi che il proprio registratore non emetta scontrini con indicazione di aliquote Iva, dovendo questo essere impostato per la trasmissione telematica del corrispettivo con l’indicazione in questo caso del codice SI. Anche in caso di mancato funzionamento del registratore telematico permane come in passato l’obbligo della distinta annotazione del corrispettivo di ogni singola operazione su apposito registro che potrà essere tenuto anche in modalità informatica.
- all’emissione dello scontrino deve essere indicata la modalità di pagamento della spesa effettuata.
Quest’ultimo adempimento in particolare, almeno dalla esperienza diretta di consumatore, sembra preso sottogamba da diversi operatori economici.
È vero che ad oggi l’errata indicazione di tale informazione non è direttamente sanzionata ma, facendo parte del pacchetto dei dati contenuti nel file giornalmente trasmesso all’Agenzia delle Entrate, questo potrà essere un elemento oggetto di valutazione, influenzando erroneamente gli esiti della attività di accertamento, e potenziale elemento utilizzabile per la selezione delle posizioni da verificare.
Una maggiore attenzione da parte degli interessati nella corretta esecuzione del giusto settaggio durante la procedura iniziale di attivazione potrà far sì che, da subito, il flusso della documentazione telematica del corrispettivo possa procedere correttamente.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Registratori telematici: tre caratteristiche da non sottovalutare