Referendum Jobs Act, voucher: la Corte Costituzionale ha accettato il quesito della Cgil per riforma o l'abolizione dei buoni lavoro accessorio. In primavera il voto: cosa cambierà?
Il Referendum Jobs Act Cgil la sentenza della Corte Costituzionale accoglie due quesiti su tre, tra cui quello sull’abolizione dei voucher. Rifiutato il quesito sul ripristino dell’articolo 18; giudicato manipolativo e propositivo, in quanto la modifica delle parole, così approntata, determinerebbe la scrittura di una nuova norma.
Voucher, abolizione o riforma? Il Jobs Act subisce una contestazione al sistema dei voucher, per questo con il referendum potrebbe essere stabilita in via definitiva l’abrogazione. Ma il referendum sul Jobs act propone anche una riforma alla responsabilità solidale negli appalti: attualmente la norma prevede che i lavoratori dipendenti, in caso di illecito, chiamino a giudizio sia l’appaltatore che il committente dei lavori.
I voucher restano al centro delle aspre dichiarazioni di sindacati e Governo: accolto il quesito dall’organo costituzionale, occorre prepararsi all’abrogazione più che alla riforma, in quanto le parti sociali sembrerebbero propense ad un netto colpo di spugna. Vediamo quali sono le proposte di intervento in atto.
Referendum Jobs Act, voucher: riforma o abolizione? Ecco cosa cambia
I voucher secondo la Cgil pregiudicano la tutela dei lavorati, in quanto strumento di sfruttamento ed elusione delle norme dello Statuto ed usati come espediente per aggirare il regolamento sulle ore di lavoro straordinario e complementare. I buoni lavoro non possono essere considerati come pagamento pass-par-tout per ogni tipo di prestazione aggiuntiva, una riformulazione a riguardo appare necessaria a tutte le parti chiamate in causa, ma adesso viene da chiedersi se ci sarà l’abolizione definitiva o una riforma.
Il Job Act permette l’utilizzo dei voucher fino a 7 mila euro e questa sarebbe la seconda ipotesi di modifica: ripristinando il valore massimo a 5 mila euro, con 2 mila euro per ciascun committente, aggiunto al divieto di utilizzo dei buoni in caso di appalti di opere e servizi, i datori di lavoro disonesti avrebbero minore margine di manovra.
Le ultime notizie nei confronti della tracciabilità dei voucher, inoltre, darebbero ad intendere che anche in questa direzione si possano fare dei miglioramenti: garantendo la piena tracciabilità nel pagamento dei buoni, inasprendo le sanzioni per gli compie illeciti a riguardo, si farebbe qualche passo in più a favore dell’occupazione. Ricordiamo che il rimborso dei voucher impiega 12 mesi per essere incassato, dunque anche in ambito burocratico c’è molto da fare.
Referendum Jobs Act: riforma o abolizione dei voucher?
Il referendum sul Jobs Act sarà di tipo abrogativo, ciò vuole dire che il popolo sarà chiamato alle urne per scegliere l’abolizione o il mantenimento dei voucher. Considerando che i buoni lavoro riscossi per l’anno 2015 sono stati 88 milioni e che negli anni successivi si è raggiunta la cifra di circa 110 milioni, si intuisce quanto il fenomeno abbia assoluta rilevanza.
L’abolizione dei voucher non sarebbe in discussione stando ai dati emessi da Inps e ministeri, tuttavia il cammino verso il referendum è appena cominciato ed il Governo non intende fare lo stesso errore due volte: potrebbero vedersi applicati correttivi e ipotesi di riforma dei voucher anche prima del voto, evitando di rischiare un’altra sonora sconfitta.
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