Con il taglio del cuneo fiscale e contributivo e le nuove aliquote IRPEF dal 2024 si prevede un aumento di 600 euro per il reddito a disposizione delle famiglie, secondo le stime della Banca d'Italia. Se si guarda al complesso degli interventi contenuti nel Disegno di Legge di Bilancio, però, c'è il rischio che i benefici siano erosi dal calo della qualità dei servizi. Lo segnala la Corte dei Conti
Il taglio del cuneo fiscale, a cui si associa la nuova IRPEF a tre aliquote, è la misura cardine della prossima Legge di Bilancio. Questo mix porterà, in media, un aumento di reddito alle famiglie di 600 euro. Sono queste le previsioni che arrivano dalla Banca d’Italia nell’audizione sul DDL del 13 novembre 2023.
Il costo complessivo delle due misure sfiora i 15 miliardi e le difficoltà dello scenario economico, interno e internazionale, non lasciano molto altro spazio di manovra.
Il valore effettivo degli aumenti in busta paga e della riduzione dell’IRPEF dovrà essere calato nel nuovo panorama che delineerà la prossima Legge di Bilancio. E per la Corte dei Conti i benefici potrebbero essere neutralizzati dall’impossibilità di mantenere la stessa qualità dei servizi offerti.
A peggiorare il quadro futuro è l’orientamento al breve periodo che caratterizza il pacchetto di novità, come evidenziato dallo stesso Ufficio Parlamentare di Bilancio durante l’audizione di oggi, 14 novembre.
Reddito delle famiglie in aumento nel 2024: in media 600 euro all’anno
Il taglio del cuneo fiscale e contributivo, nella sua versione potenziata al 6 e la 7 per cento, garantisce aumenti fino a 100 euro al mese alle lavoratrici e ai lavoratori dipendenti. Accanto alla conferma dell’esonero contributivo per il 2024 è in arrivo la nuova IRPEF basata su tre aliquote che porterà risparmi fino a 22 euro al mese.
In media, secondo la Banca d’Italia, il reddito delle famiglie subirà un aumento di 50 euro al mese il prossimo anno.
“Le modifiche alle aliquote contributive e all’Irpef comporterebbero un incremento del reddito disponibile familiare rispetto alla legislazione vigente dell’1,5 per cento in media nel 2024 (circa 600 euro annui). L’aumento è attribuibile per due terzi all’esonero contributivo, per la restante parte alle modifiche dell’Irpef”.
Ha sottolineato il Vice Capo del Dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia Andrea Brandolini presso l’Aula Convegni del Senato durante l’audizione del 13 novembre.
Secondo le stime, dalla conferma del taglio del cuneo fiscale e contributivo e della nuova IRPEF trarrebbero beneficio, in misura diversa, quasi tre famiglie su quattro.
Reddito delle famiglie in aumento nel 2024: favoriti operai e impiegati
Va sottolineato, infatti, che il risparmio effettivo varia in base alla singola situazione e si ottiene secondo le regole di calcolo:
- per quanto riguarda l’IRPEF per i redditi fino a 15.000 euro non c’è alcun vantaggio. Il guadagno parte da 15.001 e arriva fino a un massimo di 22 euro al mese in caso di redditi pari o superiori a 28.000 euro;
- per quanto riguarda l’esonero contributivo si applica considerando due percentuali:
- 7 per cento per le retribuzioni fino a 25.000 euro;
- 6 per cento per le retribuzioni fino a 35.000 euro.
Considerando i fattori appena descritti, la Banca d’Italia stima un aumento del reddito delle famiglie che in media è pari a 600 euro all’anno: per alcuni nuclei, quindi, può essere più alto, per altri più basso.
Secondo l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, l’impatto della riduzione del cuneo fiscale e contributivo e della nuova IRPEF sarà più consistente sugli operai che avranno un vantaggio del 3,4 per cento dell’imponibile, seguiti dagli impiegati.
Aumenti di reddito in arrivo per le famiglie, ma è a rischio la qualità dei servizi offerti
Per valutare la portata delle misure, però, resta fondamentale immergere i benefici in arrivo nel quadro complessivo che si delinea con la Legge di Bilancio 2024, improntato alla cautela e al risparmio.
E le previsioni della Corte dei Conti soprattutto per le famiglie con redditi più bassi non sono ottimistiche:
“Se appare corretto l’implicito richiamo in tutte le aree dell’azione pubblica ad un più attento utilizzo delle risorse, il quadro è soggetto al pericolo di non riuscire a mantenere la qualità dei servizi offerti, rischiando di vanificare, specie nel caso delle fasce più deboli della popolazione, il beneficio monetario che ci si propone di dare”.
Osservata speciale è la Sanità pubblica, ad esempio.
Le preoccupazioni, inoltre, non riguardano solo l’immediato futuro ma anche e soprattutto il lungo periodo e la possibilità di continuare a garantire le misure che rientrano nella Legge di Bilancio e nella prima fase di attuazione della riforma fiscale, attualmente previste solo per il 2024. È il caso proprio del taglio del cuneo fiscale e contributivo al 6 e al 7 per cento, ma anche della nuova IRPEF.
Lo stesso Ministro Giorgetti, parlando dell’esonero contributivo, aveva parlato di una ipoteca sulle prossime Manovre.
“In una situazione soggetta a rischi di natura interna e soprattutto internazionale, la manovra appare improntata a un’ottica di breve periodo, con interventi temporanei e frammentati”.
Ha sottolineato anche l’Ufficio Parlamentare di Bilancio.
“Già dal prossimo anno, le scelte che sono state prese, spesso a carattere temporaneo, richiederanno, per essere confermate, decisioni non semplici in termini di razionalizzazione della spesa”.
Per la Corte dei Conti la possibilità di confermare le misure inserite nella Legge di Bilancio per il 2024 anche per i prossimi anni passerà da “una decisa lotta all’evasione e da un efficiente ed efficace attuazione delle riforme e degli investimenti previsti dal PNRR”.
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