L’emergenza sanitaria che sta mettendo a dura prova l’Italia ed il mondo intero porterà notevoli cambiamenti e conseguenze anche per quanto riguarda il ruolo del commercialista.
L’emergenza sanitaria che sta mettendo a dura prova l’Italia ed il mondo intero porterà notevoli cambiamenti e conseguenze anche per quanto riguarda il ruolo del commercialista. Con l’inizio della Fase 2, infatti, il paese sta lentamente cercando di rimettersi in moto e anche i professionisti sono chiamati in prima linea con adeguati software per commercialisti.
L’aiuto infatti di una figura professionale come questa, ancora più di quanto accaduto nel recente passato, sarà destinata ad assumere contorni di fondamentale importanza nel momento in cui ci si troverà ad affrontare una valutazione della condizione in cui si trova un’impresa e ad effettuare una pianificazione futura.
Il commercialista quindi diventa una figura di riferimento per qualsiasi impresa indipendentemente dalla grandezza della sua dimensione. Ad oggi infatti non è possibile prescindere dalla corretta ed equilibrata gestione fiscale, dell’amministrazione della finanza e del controllo.
Di pari passo all’importanza del ruolo del commercialista, va considerato fondamentale anche il munirsi di strumenti di lavoro e soluzioni professionali di livello, in grado di poter fornire a chi li utilizza le informazioni e i dati utili a conoscere lo stato di salute delle imprese.
Quale contributo può dare il commercialista?
Per capire come venga in un certo senso “riportato alla luce” quello che è il lavoro del commercialista, il cui lavoro prezioso troppo spesso finisce con il passare sottotraccia, basta pensare al contenuto delle recenti modifiche al Codice della crisi d’impresa.
Quest’ultime infatti fanno sì che il ruolo del commercialista venga in parte trasformato anche in quello di manager d’impresa, soggetto fondamentale nella vita d’azienda.
Aumentano in questo modo senza dubbio le responsabilità del professionista nei confronti dell’azienda ma anche il suo rapporto diretto in quelli che sono i procedimenti gestionali. Questa, tuttavia, non deve essere certo vista come una “intromissione” forzata e voluta da parte del professionista nei confronti dell’impresa.
È un’occasione propizia invece per dotarsi in maniera ancor più proficua della consulenza di queste figure professionali. Esse devono rappresentare uno strumento in più al servizio dell’imprenditore, visto che nel frattempo si aumenterà quello che è il controllo dello stato di salute, e quindi dei numeri, dell’azienda.
Commercialista e Codice della crisi
Accennavamo prima alla centralità che assume il ruolo del commercialista con il nuovo codice della Crisi di impresa (la cui entrata in vigore slitterà al 2021).
Il nuovo codice imporrà all’imprenditore di creare un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa, anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi d’impresa e della perdita di continuità aziendale.
Il dottore commercialista, con le sue competenze trasversali, è certamente in grado di affiancare l’imprenditore nella costruzione di un modello organizzativo valido ed efficace, oltre che flessibile rispetto alle dimensioni e alle caratteristiche di ogni singola azienda.
Il commercialista diventa così un supporto importante per la lettura e l’interpretazione dei dati aziendali, reddituali e finanziari, sempre più necessaria per effettuare le scelte aziendali quotidiane.
Senza dimenticare che, il professionista in questione, secondo il nuovo codice, potrà essere nominato membro dell’organismo di composizione della crisi d’impresa (c.d. OCRI), con un ruolo fondamentale per la lettura prospettica dei dati di bilancio nonché degli indicatori economici e finanziari.
Le competenze del dottore commercialista diventano quindi una conditio sine qua non per poter effettuare una valutazione degli effetti delle soluzioni proposte dall’imprenditore e l’incidenza che queste ultime avranno sui dati di bilancio al fine di ritenere superata, o superabile, la crisi o di aprire la fase della definizione assistita con l’OCRI, che coadiuverà l’imprenditore.
Le “armi” del commercialista in prima linea
Pertanto, in prima linea in questa fase di ripartenza ci saranno figure professionali come commercialisti, consulenti, tributaristi e fiscalisti.
È ovvio che per offrire una consulenza efficace alle imprese clienti, il commercialista dovrà procurarsi le “armi” giuste.
Tra queste, non può non esserci un buon software per commercialisti, ed in particolare un software in grado di assicurare una corretta e prolifica attività di controllo di gestione, indispensabile per qualsiasi impresa.
Il controllo di gestione è un sistema operativo che consente all’azienda di ottenere un feedback riguardo al proprio operato, alle prospettive e agli obiettivi di mercato. È uno strumento essenziale per individuare i settori più proficui dell’attività e per migliorare quelli meno performanti.
Grazie al controllo di gestione, l’impresa e il commercialista sono in grado di analizzare risorse economiche e fattori produttivi, assicurando l’impiego di tali risorse nel modo più adeguato a fini di guadagno e di raggiungimento degli obiettivi operativi.
Il controllo direzionale ha lo scopo di raccogliere e analizzare i dati, che provengono da qualsiasi ambito produttivo, rendendoli comprensibili al fine di prendere decisioni vincenti per l’attività.
Altro strumento importante è il bilancio straordinario, il quale permette di redigere il bilancio in corso d’anno qualora venga richiesto da istituti come ad esempio banche o tribunali.
Anche in questo caso essere muniti di un software all’avanguardia, veloce e semplice da utilizzare al tempo stesso, diventa utile per poter rispondere all’adempimento e produrre una documentazione consultabile da istituti di vigilanza/clienti e creata con precisione e chiarezza, evitando corse contro il tempo.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Quale ruolo per il commercialista nella ripartenza post Covid-19?