Il Governo sta cercando una soluzione per riformare il sistema previdenziale e superare la Legge Fornero, ma i sindacati non sembrano essere d'accordo.
Il Governo giallo-rosso per superare la Legge Fornero, e riformare così il sistema previdenziale, ha deciso di proporre una nuova misura che andrebbe a sostituire Quota 100 nel 2021.
Si tratta di Quota 102, misura che eleverebbe di due anni in più il requisito anagrafico per lasciare in anticipo il mondo del lavoro.
I sindacati, però, non sembrano essere concordi con l’introduzione della misura proposta dall’Esecutivo, e a loro volta hanno proposto alcune soluzioni che consentirebbero ai lavoratori di andare in pensione anticipatamente senza dover raggiungere l’età pensionabile.
Pensioni, le possibili opzioni dopo Quota 100: le proposte del Governo
Il Governo, in vista della scadenza di Quota 100, sta pensando a nuove misure che possano sostituirla consentendo così ai lavoratori di lasciare anticipatamente il mondo del lavoro.
Una tra queste è Quota 102 che, a differenza di Quota 100, consentirebbe a tutti coloro che hanno compiuto 64 anni di età e che hanno versato almeno 38 anni di contributi di andare in pensione anticipatamente.
Quota 102 però, oltre ad alzare il requisito anagrafico, comporterebbe anche una riduzione dell’assegno pensionistico, dovuta all’applicazione del metodo del ricalcolo contributivo, sistema utilizzato attualmente per l’Opzione donna.
Per questo motivo i sindacati hanno bocciato la proposta del Governo giallo-rosso proponendo all’esecutivo delle valide alternative.
Pensioni, le opzioni dei sindacati per sostituire Quota 100
I sindacati come abbiamo precedentemente accennato non sono d’accordo con l’introduzione di Quota 102 per due motivi:
- in primo luogo perché non intendono superare Quota 100 innalzando ulteriormente il requisito anagrafico;
- in secondo luogo perché il sistema del ricalcolo contributivo pensato dal Governo andrebbe a penalizzare quelli che ancora ricadono nel sistema misto e vantano vari versamenti nel retributivo.
Le soluzioni per riformare il sistema previdenziale secondo i sindacati quindi sarebbero o consentire ai lavoratori di andare in pensione una volta compiuti i 62 anni di età e avendo versato almeno 20 anni di contributi, oppure inserire Quota 41 per tutti, che come sappiamo, permetterebbe ai contribuenti di lasciare il mondo del lavoro una volta versati 41 anni di contributi, a prescindere dal requisito anagrafico.
Sembra dunque, che trovare una soluzione che soddisfi sia l’Esecutivo che i sindacati, non sia semplice poiché le proposte avanzate da questi ultimi metterebbero in seria difficoltà il Governo a causa degli eccessivi costi.
Non ci resta dunque che aspettare e vedere cosa succederà durante il prossimo tavolo fra Governo e sindacati che si terrà il 27 gennaio.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Pensioni, ultime news: dopo Quota 100, Quota 102 o Quota 41?