L'odontoiatra di famiglia riuscirebbe a compesare il SSN, garantire cure odontoiatriche anche ai meno abbienti e tutelare la salute pubblica. A quando l'approvazione del disegno di legge?
Il disegno di legge sull’odontoiatra di famiglia presentato nel 2013 da esponenti del PD alla Camera propone di istituire una figura al pari del pediatra convenzionato e del medico di base, affinché anche i cittadini meno abbienti possano accedere a cure odontoiatriche.
L’odontoiatra di famiglia infatti sarebbe convenzionato con il SSN e colmerebbe il vuoto lasciato dagli odontoiatri e dentisti ospedalieri che, secondo quanto riportato dal ddl, coprono il solo 10 per cento dei pazienti.
La proposta di legge punta all’allargamento della tutela sanitaria e si rivolge soprattutto ai bambini, per i quali i costi sarebbero pari a quelli del ticket sanitario.
Le cure odontoiatriche sono molto più importanti di quanto gran parte della popolazione pensi, tanto che gli stessi relatori del Ddl 239/2013 riconoscono le gravi conseguenze delle patologie connesse alle cure dentarie: la cattiva digestione, la postura, le conseguenze su cuore e reni sono ormai scientificamente provate.
L’odontoiatra di famiglia sarebbe così la chiave di volta per la prevenzione, poiché eviterebbe tutte queste conseguenze comunque a carico del SSN.
La situazione attuale inoltre, che vede il predominio del dentista e odontoiatra privato, si configura come una eccezione al diritto alla salute sancito dalla Costituzione, dato che è appannaggio dei soli cittadini abbienti.
Il ddl è fermo alla Camera senza discussioni, né cenni di vita. Tuttavia la proposta è lodevole e merita un approfondimento.
L’odontoiatra di famiglia: la nuova figura del SSN
Il ddl sull’odontoiatra di famiglia prevede l’istituzione del dentista di famiglia associato al SSN al pari di pediatra e medico di base. Lo scopo è ovviamente estendere le cure anche a chi non riesce a garantire la propria salute per via dei costi eccessivi e delle pesanti parcelle dei professionisti dei denti.
L’odontoiatra ospedaliero non riesce a colmare la lacuna dei meno abbienti, poiché il numero degli odontoiatri nella Sanità pubblica è troppo basso e non tutti i presidi del SSN ne sono forniti.
Il ddl 239/2013 punta proprio ad una maggiore presenza dell’odontoiatra nelle Asl e nei presidi regionali del SSN.
L’odontoiatra di famiglia potrebbe aderire ad una convenzione con le regioni basata sul versamento di una quota capitaria come avviene per i medici di base e pediatri, impegnandosi a richiedere una parcella pari a quella del costo del ticket sanitario.
Istituire l’odontoiatra di famiglia porterebbe i pazienti ad essere liberi di scegliere il professionista in base a criteri di fiducia, in quanto imponendo il prezzo del ticket sanitario per tutti i bambini, ogni dentista associato al SSN avrebbe lo stesso prezzo.
Il limite dei pazienti sarebbe comunque conforme alle dimensioni dell’ambulatorio, oltre che al personale dello studio dell’odontoiatra, così da garantire una qualità di lavoro e prestazione anche superiore ai presidi ospedalieri.
Nuove prospettive per l’odontoiatra delle Asl
L’odontoiatra di famiglia non punta a scardinare il servizio di odontoiatria fornito dalle Asl, dagli ospedali e dagli ambulatori convenzionati con il SSN, piuttosto punta ad un potenziamento della copertura sanitaria anche riguardo ai denti.
Asl e ospedali restano comunque necessari per tutti i pazienti esenti per patologia specifica o per bisogno di strutture idonee al loro stato di disabilità, oppure per prestazioni di tipo chirurgico ed odontoiatrico di livello più alto, eseguibili nei soli reparti ospedalieri.
Tuttavia, l’istituzione dell’odontoiatra di famiglia potrebbe portare non soltanto un beneficio a lungo termine per la salute pubblica, ma anche l’immissione di nuovi professionisti nel mondo del lavoro, liberalizzando una professione sì libera, ma appannaggio dei soli pazienti abbienti.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: L’odontoiatra di famiglia: il ddl per i dentisti convenzionati