Il circolo virtuoso della moneta fiscale nel Decreto Rilancio: ecco come il meccanismo dei crediti d'imposta potrebbe rilanciare l'economia del nostro Paese, ma funzionerà davvero?
Il Decreto Rilancio ha introdotto, come indicato nella relazione illustrativa “in via sperimentale”, agli articoli 121 e 122 la possibilità di poter cedere, anche parzialmente, i crediti di imposta maturati negli anni 2020 e 2021 per effetto delle disposizioni contenute in altri articoli del decreto stesso.
L’articolo 121, ad esempio, prevede la possibilità trasformare la detrazione spettante relativa ad opere di ristrutturazione edilizie per la protezione antisismica ed incremento della efficienza energetica degli edifici, impianti fotovoltaici e colonnine di ricarica veicoli elettrici ed ibridi con i limiti ed i dettagli che potrete consultare nel nostro articolo, in sconti in fattura a favore del soggetto che ha realizzato le opere da quest’ultimo e/o trasformabile in credito di imposta cedibile.
L’articolo 122, inoltre, consente la cessione, anche qui in forma parziale, dei crediti d’imposta maturati per altre disposizioni contenute sia nel presente decreto che nel DL 18/2020, il cd “Cura Italia” ovvero:
- il credito maturato per i canoni di locazione di cui all’articolo 65 del DL 18/2020 sia quello di cui all’articolo 28 del Decreto Rilancio;
- il credito di imposta per le spese di sanificazione e di acquisto dei dispositivi di protezione di cui all’articolo 125;
- il credito di imposta relativo alle spese per adeguamento degli ambienti di lavoro di cui all’articolo 120.
I crediti ceduti potranno essere fruiti dal cessionario nelle stesse tempistiche con cui ne avrebbe usufruito il soggetto cedente, si pensi ai crediti fruibili in più anni, e la quota non utilizzata nell’anno di riferimento non potrà né essere riportata negli anni successivi né richiesta a rimborso.
Per quanto alle modalità di cessione queste saranno contenute in un provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate da emanare entro 30 giorni dal 19 maggio 2020 data di pubblicazione del decreto nella Gazzetta Ufficiale.
La peculiarità di questi provvedimenti è nella potenziale dimensione di questa previsione.
Metto da parte la previsione, pur importante, dell’articolo 122 che consente la monetizzazione di un credito di difficile fruizione immediata, immaginando in particolare la condizione dei soggetti economici che non avranno per diverso tempo molte occasioni per compensare il credito maturato con imposte e contributi
Si pensi, invece, a quanto stabilito riguardo le opere che potranno beneficiare del cosiddetto ecobonus 110%.
Molti condomini che fino ad ora avevano tentennato di fronte al dover ottemperare all’impegno finanziario necessario per i lavori, potranno ora beneficiare di questo meccanismo che peraltro remunera anche l’onere temporale del rientro del credito in capo al beneficiario finale con la previsione di un 10% di maggiorazione dell’importo restituito.
Di fatto, perlomeno in Italia, è una prima forma di emissione di una moneta fiscale già in passato sperimentata in casi di crisi eccezionali in altri paesi.
Ne ho trovato riferimenti in Germania negli anni ’30, ed anche in anni molto più recenti in California: in questi casi ciò ha consentito di superare momentanee crisi.
Certo, casi singoli e come riportato nel documento della Banca d’Italia del 2017 che li cita “molto particolari e da valutare in un preciso contesto storico ed economico” nel quale erano avvenuti.
Ma è anche vero che se non lo si prova ora, quando mai potrà esservi l’opportunità per sperimentarne gli effetti?
In una situazione come questa dove al fardello del debito pubblico ed alla stagnazione economica già in atto da almeno due decenni si è sommato il freno derivante dallo stato emergenziale conseguente alla pandemia mondiale, i margini di manovra del Governo sono quelli che sono ed in attesa degli importanti aiuti UE dei quali, leggendo le ultime notizie ancorché incoraggianti nei numeri, se ne prevede l’arrivo non prima del 2021, l’ossigeno finanziario che potrebbero dare all’economia le previsioni di questi due articoli si spera possa essere di grande aiuto.
Salvo che non vengano frenate negli effetti da complicanze burocratiche pronte a comparire dietro l’angolo.
Uno strumento nuovo e delicato da valutare nei risvolti macroeconomici e finanziari, del quale da anni si discute tra economisti e più recentemente anche nei palazzi della politica, ma che potrebbe avere effetti positivi già nel breve periodo attivando in questo caso, pur in assenza di risorse finanziarie tradizionali, un circolo virtuoso nell’ambito di un progetto ben preciso di valorizzazione e dello sviluppo delle tecnologie collegate al tema ambientale e non i soliti provvedimenti a pioggia che dissipano energie in rivoli senza ritorno economico e qualitativo.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Moneta fiscale: se non ora, quando?