IRPEF, dalle agevolazioni per la busta paga più alta a quelle per i giovani: solo buone intenzioni?

Rosy D’Elia - Irpef

IRPEF, dalle novità per le buste paga più corpose alle agevolazioni per i giovani, le eccezioni alle regole di calcolo previste della riforma fiscale restano, per ora, delle buone intenzioni

IRPEF, dalle agevolazioni per la busta paga più alta a quelle per i giovani: solo buone intenzioni?

Il cantiere dell’IRPEF, il primo ad essere inaugurato con l’avvio dei lavori della riforma fiscale, resta aperto. E ci sono una serie di novità previste in forma embrionale dalla legge delega che, per ora, restano solo delle buone intenzioni.

Dalla busta paga più alta, a cui applicare una imposta sostitutiva, alle agevolazioni fiscali per i giovani, alcune eccezioni alle regole standard sembrano, ormai, essere nel dimenticatoio.

D’altronde, ad oggi le priorità sull’imposta sul reddito per le persone fisiche sono altre, più urgenti e toccano platee più ampie.

IRPEF, c’è ancora spazio per le agevolazioni sulla busta paga più alta?

Il progetto contenuto nell’articolo 5 della legge n. 111 del 2023 contiene, in teoria, una nuova IRPEF. In parte il progetto è stato realizzato, ma nella pratica la discussione è ancora arenata al primo punto dei principi contenuti nel testo: le aliquote e gli scaglioni. Obiettivo finale? Arrivare a un’aliquota unica.

A pochi mesi dalla scadenza per l’attuazione della legge delega, fissata al 29 agosto 2025, non solo il traguardo finale sembra un’utopia ma anche una serie di altre misure mirate a sostenere, ad esempio, giovani e famiglie sembrano essere destinate a rimanere nel cassetto.

Qualche esempio? La detassazione delle tredicesime, al centro del dibattito nella prima fase della riforma fiscale, non sembra essere più all’ordine del giorno: dal 2023 l’ipotesi di un’applicazione di una imposta sostitutiva alle somme aggiuntive in busta paga è passata al 2024, ma neanche l’anno che si è appena concluso ha portato buone nuove, anzi.

La questione è stata risolta, si fa per dire, con il bonus 100 euro erogato insieme alla tredicesima, una misura spot e indirizzata esclusivamente a un numero ristretto di lavoratori e lavoratrici dipendenti con particolari requisiti.

E se da un lato l’articolo 2-bis del DL Omnibus che ha introdotto il bonus tredicesima rinnova esplicitamente la promessa fatta nella legge delega, di concreto non è stato messo nulla in cantiere.

IRPEF, agevolazioni per i giovani ancora da scrivere

E, ancora, non solo le famiglie restano in attesa delle novità promesse con la legge n. 111 del 2023: il sistema della nuova IRPEF avrebbe dovuto prevedere un trattamento di riguardo anche per i giovani under 36.

Alla luce degli ultimi dati ISTAT, negli ultimi dieci anni oltre un milione di cittadini e cittadine ha lasciato l’Italia e un terzo ha un’età compresa tra i 25 e i 34 anni, usare anche la leva fiscale per invogliare ragazzi e ragazze a restare si fa sempre più forte.

Nel testo della legge delega, tra gli aspetti generali su cui costruire il nuovo assetto, c’è proprio l’intenzione mettere in campo “misure volte a favorire lo stabile inserimento nel mercato del lavoro dei giovani che non hanno compiuto il trentesimo anno di età”.

Ma per ora resta tutto fermo e, anzi, per i giovani il 2025 ha portato più che altro sorprese amare.

Dal primo gennaio non è più accessibile il bonus casa e, spostando lo sguardo dal Fisco al Lavoro, le cose non migliorano: il bonus assunzione previsto dal DL Coesione nel 2024 rimane fermo dopo una serie di vicissitudini legate alla sua attuazione.

Il tilt dell’IRPEF e lo spazio, che manca, per le nuove agevolazioni

E ad oggi non sembra esserci spazio per le misure di scopo inserite nella legge delega, lo scoglio resta ancora la necessità di trovare un equilibrio sul sistema di aliquote e scaglioni.

Il ceto medio, infatti, ancora attende il taglio che doveva arrivare già da quest’anno: all’inizio del 2024, infatti, il viceministro all’Economia e alle Finanze Maurizio Leo parlava della possibilità di passare a un calcolo su due aliquote, alla fine dell’anno tutto è sfumato anche a causa del mancato successo del concordato.

E l’unica novità è stata la conferma delle regole previste per il 2024: anche questa mossa, però, ha portato i suoi problemi.

Il decreto legislativo, che ha inaugurato ufficialmente i lavori di revisione del sistema tributario, ha previsto tre aliquote e scaglioni solo per un anno, prevedendo l’applicazione delle vecchie regole per la determinazione degli acconti per gli anni 2024 e 2025, una previsione che entra in contrasto con il quadro attuale e che, di fatto, prevede il calcolo con il sistema precedente.

Da qui la necessità di prevedere un intervento ad hoc, che ancora si attende, per allineare le regole.

In sintesi, nel panorama attuale, dove l’IRPEF fa fatica a trovare stabilità e i tempi stringono, le agevolazioni mirate, come quella per le tredicesime e per i giovani, sembrano destinate a scivolare sempre più in basso nella lista delle priorità e a restare delle promesse.

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