Cooperative compliance e istanze di interpello: le regole del dialogo con l’Agenzia delle Entrate

Rosy D’Elia - Dichiarazioni e adempimenti

Nell'ambito della cooperative compliance, rinnovata dalla riforma fiscale, arrivano le regole del dialogo che si innesca tra aziende e Agenzia delle Entrate in caso di presentazione di una istanza di interpello e di una comunicazione del rischio: le novità sull'invito al contraddittorio nel provvedimento attuativo firmato il 20 maggio

Cooperative compliance e istanze di interpello: le regole del dialogo con l'Agenzia delle Entrate

L’obiettivo ultimo della cooperative compliance è quello di instaurare un dialogo tra Fisco e aziende.

Nell’ondata di rinnovamento dell’adempimento collaborativo prevista dalla riforma fiscale con il decreto legislativo numero 221 del 2023 arrivano anche le nuove regole di comunicazione tra imprese e Agenzia delle Entrate in caso di presentazione di una istanza di interpello.

La notifica di una risposta sfavorevole o comunque di una posizione contraria a una comunicazione di rischio deve passare per l’invito al contraddittorio: le modalità operative di questo scambio sono state messe nero su bianco nel provvedimento del Ministero dell’Economia e delle Finanze firmato il 20 maggio.

Restano, però, ancora quattro i decreti attuativi da firmare per rendere pienamente operativa la nuova cooperative compliance.

Cooperative compliance: novità sulle regole del dialogo con l’Agenzia delle Entrate

Con il decreto legislativo n. 221 del 2023, si è esteso il raggio d’azione dell’adempimento collaborativo, riservato fino allo scorso anno alle società con un volume di affari o di ricavi non inferiore a 1 miliardo di euro.

Oltre a prevedere una riduzione progressiva della soglia di accesso, dai 750 milioni di euro nel 2024 ai 100 milioni a partire dal 2028, è stato previsto anche un regime premiale alternativo per chi non rispetta i requisiti.

Il provvedimento ha modificato in più punti il decreto legislativo n. 128 del 2015 che ha istituito lo strumento.

L’obiettivo resta lo stesso: come si legge sul portale dell’Agenzia delle Entrate la cooperative compliance nasce per “instaurare un rapporto di fiducia tra amministrazione e contribuente che miri ad un aumento del livello di certezza sulle questioni fiscali rilevanti”.

Tra le novità che ridefiniscono l’adempimento collaborativo si prevede anche un invito al contraddittorio legato alla presentazione di istanze di interpello o comunicazione di rischio.

Le regole operative sono state definite dal decreto attuativo firmato dal viceministro all’Economia e alle Finanze Maurizio Leo il 20 maggio, e non ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale, che riscrive in più punti il provvedimento ministeriale del 15 giugno 2016.

Ministero dell’Economia e delle Finanze - Decreto attuativo D.lgs. 221/2023, art. 1, comma 1, c) 2
Adempimento collaborativo: invito al contraddittorio in caso di istanze di interpello e comunicazioni di rischio

Cooperative compliance: l’invito al contraddittorio in caso di istanze di interpello e comunicazione di rischio

Nel dettaglio, in caso di risposta sfavorevole a un’istanza di interpello, l’invito al contraddittorio prende forma con la comunicazione al contribuente da parte dell’Agenzia delle Entrate di uno schema con l’illustrazione della sua posizione e con la previsione di almeno 30 giorni per inviare eventuali osservazioni.

Il termine per la risposta all’istanza di interpello viene congelata per un periodo di 60 giorni a partire dalla data della notifica dello schema di risposta.

Allo stesso modo, in caso di posizione contraria a una comunicazione di rischio l’ufficio dell’Agenzia delle Entrate che gestisce le interlocuzioni con le società che aderiscono all’adempimento collaborativo inviano la comunicazione dello schema di risposta al domicilio o ai recapiti telematici indicati con l’invito a fornire osservazioni sempre entro un termine non inferiore ai 30 giorni.

Con il decreto attuativo datato 20 maggio che “disciplina il regime di adempimento collaborativo dell’Agenzia delle Entrate verso il contribuente”, si compie un passo avanti nella definizione delle modalità operative da seguire per il nuovo regime della cooperative compliance, ma i lavori di attuazione non sono ancora finiti.

In totale il decreto legislativo numero 221 del 2023 prevede 6 provvedimenti attuativi, all’appello ne mancano ancora quattro.

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