Imprese italiane: nel 2024 aprono più attività, ma aumentano i comuni a natalità “zero”

Emanuele Muzzi - Leggi e prassi

Alla fine del 2024 sono state aperte 322.835 nuove imprese e sono cessate 285.979 attività esistenti, ma aumentano i comuni in cui non nasce alcuna attività imprenditoriale: i dati Movimprese, elaborati da Unioncamere e InfoCamere

Imprese italiane: nel 2024 aprono più attività, ma aumentano i comuni a natalità “zero”

Natalità e mortalità delle imprese italiane, quale è la situazione al 2024?

Secondo i dati Movimprese, elaborati da Infocamere e Unioncamere, la demografia delle imprese nel 2024 vede un saldo positivo tra aperture e chiusure pari a 36.856 unità.

Nell’anno appena trascorso infatti sono state aperte 322.835 nuove imprese, mentre si sono verificate un totale di 285.979 cessazioni di attività esistenti.

Di particolare rilievo è il fenomeno dei Comuni a natalità “zero”, ovvero quei territori che non registrano nuove iniziative imprenditoriali.

Imprese italiane: nel 2024 il saldo tra aperture e chiusure è positivo, ma il tasso di crescita è più basso del 2023

Nonostante il saldo tra aperture e chiusure di attività nel 2024 veda uno scarto positivo di 36.856 unità), il tasso di crescita della base imprenditoriale segna un aumento dello 0,62 per cento, in calo rispetto all’incremento dello 0,70 per cento registrato nel 2023.

Questi alcuni dei dati Movimprese diffusi da Unioncamere tramite il comunicato stampa pubblicato il 23 gennaio 2025.

In particolare, si segnala che l’80 per cento della crescita annuale, per un totale di 29.000 imprese, si concentra su soli tre macro-settori:

  • attività professionali scientifiche e tecniche (con un incremento di 10.845 imprese, pari ad un tasso di crescita del 4,40 per cento su base annua);
  • costruzioni (10.636 imprese in più, segnando una crescita dell’1,27 per cento);
  • alloggio e ristorazione (8.125 nuove imprese, che si traduce in un aumento dell’1,78 per cento).

Invece, per quanto riguarda la cessazione delle attività da parte delle imprese, Unioncamere riporta che i tre settori più colpiti sono stati:

  • commercio (10.129 imprese in meno, in calo quindi dello 0,72 per cento);
  • agricoltura, silvicoltura e pesca (riduzione dello 1,06 per cento, pari a 7.457 imprese in meno);
  • attività manifatturiere (4.137 imprese in meno, per una riduzione pari allo 0,81 per cento).

A tal proposito, il Presidente di Unioncamere, Andrea Prete, ha commentato:

Oltre all’aspetto della denatalità di impresa di alcuni territori, un andamento che crea disparità tra le nostre regioni, vanno valutate ed approfondite le cause che stanno portando a una riduzione della base imprenditoriale di alcuni settori cardine della nostra economia, come il commercio, l’agricoltura e il manifatturiero. Positiva invece la crescita di diversi comparti dei servizi, a partire dalle Attività professionali scientifiche e tecniche”.

Per quanto riguarda i dati sulle forme organizzative, nel 2024 è stata registrata un’espansione delle imprese costituite in forma societaria, che rispetto al 2023 hanno visto un incremento del 3,25 per cento, pari ad un aumento di 60.000 unità.

Apertura e chiusure delle imprese italiane: i comuni a nascite zero

Come riportato dal comunicato Unioncamere, per la prima volta l’analisi Movimprese si è concentrata sul fenomeno delle “nascite zero”, ovvero quel processo di de-imprenditorializzazione che sta interessando molti territori italiani.

In particolare, si è riscontrato che, in venti anni di dati del Registro delle Imprese, sono aumentati i Comuni in cui non viene avviata alcuna nuova attività imprenditoriale.

Nel 2004 i Comuni a nascite zero erano 212, pari al 4,6 per cento del totale dei Comuni esistenti all’epoca, mentre nel 2024 il numero è più che raddoppiato, con 478 Comuni (quasi il 6 per cento del totale) che non hanno visto nessuna nuova iniziativa imprenditoriale.

Il fenomeno delle “culle di impresa vuote” riguarda tutta Italia, ad eccezione della Basilicata la quale nel 2024 non ha registrato comuni a nascite zero.

Invece le regioni più colpite risultano essere, in termini assoluti, il Piemonte (126 Comuni) e la Lombardia (103 Comuni).

Secondo Unioncamere il fenomeno in questione richiede un approfondimento maggiore e soprattutto multidisciplinare, che potrà partire dalla solida base statistica offerta dai dati Movimprese.

Unioncamere: natalità e mortalità delle imprese italiane registrate presso le camere di commercio - anno 2024
Scarica qui il comunicato stampa di Unioncamere pubblicato il 23 gennaio 2025

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