Fattura elettronica: ancora dubbi su requisiti, condizioni ed esonero dalla conservazione per minimi e forfettari, ma non solo. Ecco le ultime novità emerse ieri in occasione della presentazione del software dei commercialisti «Hub B2B».
Fattura elettronica in cerca di chiarezza sull’esonero per minimi e forfettari, che si incrocerà con le nuove regole previste dalla Legge di Bilancio 2019 per i titolari di partita IVA.
Ieri è stato presentato ufficialmente il software CNDCEC per la gestione complessiva della fattura elettronica (emissione, ricezione e conservazione), ma per i rappresentanti della categoria è stata anche l’occasione giusta per sottolineare le criticità dell’obbligo in avvio il 1° gennaio 2019, per il quale ancora oggi ci sono non pochi nodi irrisolti.
Nel corso dell’evento per la presentazione del software Hub B2B predisposto da Unimatica per il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, a sottolineare i problemi ancora non risolti è il Consigliere Maurizio Grosso.
Fattura elettronica, minimi e forfettari al bivio delle novità 2019
L’avvio dell’obbligo di fatturazione elettronica rappresenta un cambiamento culturale e fiscale epocale, che modificherà notevolmente l’organizzazione di aziende e studi, soprattutto per quelle appartenenti all’area delle PMI.
Ad ormai pochi giorni dall’avvio dell’obbligo a partire dal 1° gennaio 2019, il CNDCEC sottolinea quelli che sono i problemi ancora irrisolti in apertura dell’evento con il quale viene presentato il software Hub B2B.
Manca una norma definitiva su minimi, regime di vantaggio e titolari di partita IVA in regime forfettario, ovvero gli esclusi dalla fatturazione elettronica destinati ad aumentare per effetto delle novità previste dalla Legge di Bilancio 2019.
C’è da sottolineare a tal proposito che la Legge di Bilancio non solo estende a 65.000 euro i limiti per l’accesso al regime forfettario ma per i titolari di partita IVA più piccoli introduce due nuove cause di esclusione:
- non potranno aderire al regime forfettario i titolari di partita IVA che svolgono attività prevalentemente nei confronti di uno dei datori di lavoro dei due anni precedenti o, in ogni caso, nei confronti di committenti direttamente o indirettamente riconducibili a questi.
- la possibilità di beneficiare dei vantaggi del forfettario sarà esclusa per le partite IVA titolari di quote in SRL: scompare in questo senso la distinzione tra quelle che operano in trasparenza e quelle che non lo fanno, il regime forfettario sarà precluso in ambo i casi.
Sono queste le due novità che comporteranno l’obbligo di valutare chi può aderire o permanere nel regime forfettario a partire dal 1° gennaio 2019. Tale passaggio avrà effetti anche sull’obbligo o meno di emissione delle fatture elettroniche ma sarà necessario attendere l’ok definitivo alla Legge di Bilancio 2019 per parlare di novità ufficiali.
L’approvazione della Manovra avverrà entro la fine di dicembre, ormai alla vigilia dell’avvio dell’obbligo di fatturazione elettronica.
Il rischio è che il prossimo 1° gennaio 2019 i titolari di partita IVA e i loro commercialisti si troveranno a dover ri-valutare chi è o meno esonerato alla luce delle nuove regole per l’accesso al regime forfettario.
Non si tratta dell’unica criticità sottolineata dal Consigliere Maurizio Grosso del CNDCEC.
Fattura elettronica, esonero per medici e farmacie solo per i dati già al TS
Non solo minimi e forfettari: non è neanche chiaro il perimetro degli esoneri per il settore sanitario, dopo le novità del Decreto Fiscale che esclude i dati già trasmessi al TS.
L’esonero per medici e farmacie, introdotto per risolvere in parte i problemi sulla privacy, non è completo perché non interesserà le altre operazioni (quelle non trasmesse al Sistema Tessera Sanitaria dovranno essere documentate con fattura elettronica) ed il ciclo passivo.
Oltre alle criticità di natura normativa, i problemi sono anche di natura pratica. Come sottolineato da Maurizio Grosso, alcune funzionalità Sogei non sono ancora state rilasciate, a questo si aggiungono i problemi sollevati dal Garante per la Privacy e ci sono inoltre problemi più generali come la copertura internet non uniforme in tutte le zone d’Italia.
Problemi per i quali il CNDCEC aveva richiesto formalmente al Governo l’avvio graduale dell’obbligo di fatturazione elettronica, in modo da testare il sistema e risolvere alcuni problemi ad esempio del B2C, dove il cliente esce dal locale senza alcun documento valido a fini fiscali.
Pur sostenendo il tema della gradualità, il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili ha avanzato alcune proposte di semplificazione della normativa vigente, tra cui il maggior termine di emissione e l’eliminazione delle notifiche di rifiuto.
Alle modifiche normative si lega l’attività svolta per la predisposizione del software per i commercialisti ed i propri clienti.
Fattura elettronica, dal CNDCEC invio gratuito di 50 fatture
Il software per la fatturazione elettronica del CNDCEC, Hub B2B, sarà operativo a partire dal 18 dicembre 2018.
Ogni commercialista avrà a disposizione 50 fatture gratuite, nonché la possibilità di acquisto di lotti di fatture a mezzo centesimo ciascuna. Il 18 dicembre e nei giorni successivi sarà inviata una PEC a ciascun commercialista per l’abilitazione del servizio e per la fruizione del periodo di prova gratuito.
Inoltre sarà possibile aderire in via opzionale al servizio di conservazione sostitutiva, a costi altamente competitivi rispetto a quelli di mercato.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Fattura elettronica, minimi e forfettari al bivio delle novità 2019